martedì, Marzo 19, 2024
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Anticipazioni per il Grande Teatro di Rojas in TV del 21 gennaio alle 15.40 su Rai 5: “La Celestina”

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Anticipazioni per il Grande Teatro di Rojas in TV del 21 gennaio alle 15.40 su Rai 5: “La Celestina”

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Per il Grande Teatro in TV oggi pomeriggio 26 giugno alle 16.35 va in onda su Rai 5 l’opera drammatica spagnola del XV° secolo “La Celestina”, personaggio femminile immaginato da Fernando de Rojas alla fine del 1400. 

Rai Cultura ricorda la regista teatrale Cristina Pezzoli, prematuramente scomparsa il 22 maggio 2020 e manda in onda la versione dello spettacolo diretta dalla Pezzoli nel 1999 che vede Isa Danieli nel ruolo della protagonista.

La Celestina è un’opera letteraria attribuita a Fernando de Rojas, pubblicata anonima a Burgos probabilmente nel 1499 in una prima forma e ampliata attorno al 1502. È annoverata tra i capolavori della letteratura spagnola.

La Celestina nasce prima come Comedia de Calisto y Melibea, un’opera suddivisa in 16 atti, che poi verrà nel tempo modificata dall’autore attraverso delle aggiunte ed interpolazioni, e portata a 21 atti nel 1502, recando in questo nuovo cambiamento il titolo Tragicomedia de Calisto y Melibea. La prima traduzione fuori dalla Spagna di questa seconda edizione è quella italiana realizzata da Alfonso Ordóñez, stampata per la prima volta a Roma nel 1506: questo rappresenta anche il più antico esemplare dell’opera completa esistente, di un anno anteriore a quello spagnolo di Saragozza del 1507, e fu la base per successive traduzioni come quella ebraica, tedesca o francese. Anche la parola Celestina appare per la prima volta nel titolo in Italia, nella stampa di Venezia del 1519, ed è così che la tragicommedia diverrà famosa in futuro.

Opera di frontiera, dalla natura ibrida, ravvisabile anche nella stessa forma, incerta tra romanzo e opera teatrale, almeno da un punto di vista contenutistico La Celestina trova un precedente nell’adespota Pamphilus (XII secolo), prodotto del filone della commedia elegiaca, fiorito nella letterarietà mediolatina in versi.

Trama

L’opera tratta argomenti osceni e scabrosi. Si presenta come una parodia dell’amor cortese: Calisto corteggia Melibea, fallendo, e poi, tradendo lo stile cortese, i due si posseggono carnalmente. Il finale è triste: Calisto muore mentre scende le scale che l’hanno portato nel giardino della sua bella amata, mentre Melibea si suicida buttandosi dal balcone della sua residenza. Nella prima uscita dell’opera, la storia si incentrava sull’amore tra Calisto e Melibea ma dopo, nelle varie modifiche che sono state apportate, la storia metterà a fuoco la figura della Celestina, la fattucchiera della storia, colei che cerca di favorire l’amore tra Calisto e Melibea, ma soltanto per scopi personali.

Per molto tempo, la critica[quali autori?] si rifiuta di definire l’opera come teatrale: verrà poi chiamata da Moratín novela dramatica (“romanzo drammatico”) e da Aribau novela dialogada (“romanzo dialogato”). In realtà quest’opera ha un forte potenziale drammaturgico, che nella trascrizione da una versione all’altra però, si è perso molto[senza fonte]: ciò che rimane è l’elemento magico, incentrato nella figura della Celestina.

A differenza di Autos De Los Reyes Magos (opera teatrale medioevale in versi, scritta da autore ignoto nel XII secolo, in lingua spagnola castigliana), nella quale si trovava un solo registro linguistico dato dai personaggi tutti uguali, ossia tutti pastori, ne La Celestina troviamo una stratificazione sociale dei personaggi e vari linguaggi in contrapposizione: quello elevato dei nobili in contrasto con gli argots urbanos (“parlate popolaresche”) delle mezzane, delle prostitute, dei servitori.

Personaggi

  • Celestina: è una figura di basso livello sociale che pensa solo al proprio profitto personale. Si serve di tutti coloro che possano tornarle utili per i suoi fini senza soffermarsi troppo sulle conseguenze che potrebbero derivarne, infatti sarà proprio la sua poca lungimiranza che la ucciderà.
  • Calisto: giovane nobile, rappresenta la parodia dell’eroe cavalleresco, presentandone le caratteristiche ma non le qualità. È il desiderio carnale che fa funzionare il suo amore e non il sentimento amoroso puro e purificato raggiungibile solo tramite l’amore platonico. Egli rappresenta la figura dell’antireligioso poiché, vedendo la sua amata Melibea come dea, va contro la religione Cattolica. Inoltre, l’amore lo rende indifferente per la morte dei suoi servi Parmeno e Sempronio e della prostituta Celestina, attirando su se stesso l’astio da parte di Elicia e Areusa.
  • Melibea: bella e desiderata rappresenta come Calisto la parodia della tipica figura femminile delle opere di cavalleria e di amor cortese. Dopo il rifiuto iniziale, infatti, non impiega molto tempo a lasciarsi travolgere dal desiderio fisico e dalla passione verso Calisto, perdendo ogni pudore e la sua verginità. Incarna la figura della peccatrice, che inganna la sua famiglia e che si concede, prima del matrimonio e per mezzo di un “amore illegale”, al suo amato.
  • Sempronio: elemento corrotto, anche lui pur di ottenere un ricavo personale tradisce il proprio padrone affidandolo a Celestina, con la quale ha rapporti di puro interesse.
  • Parmeno: antieroe per diverse ragioni. Innanzitutto è figlio di una fattucchiera, quindi appartiene ad un basso livello sociale. Non sappiamo niente della sua origine o provenienza. Altro fatto da considerare, è il cambiamento da servo fedele a traditore del suo padrone perché verrà corrotto da Celestina, con la promessa di un appagamento carnale da parte di Areusa (ragazza che lavora per la mezzana), della quale è innamorato.
  • Tristan e Sosia: dopo la morte dei servi Sempronio e Parmeno, diventano i nuovi servi di Calisto. Non si hanno molti riferimenti alla loro vita passata o presente durante la vicenda, ma sappiamo che Sosia viene ingannato da Areusa, che usa la sua sensualità e la sua bellezza per estorcergli la verità sugli incontri di Calisto e Melibea.

Fonte: WIKIPEDIA