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Il film storico stasera in TV: “Braveheart – Cuore Impavido” mercoledì 2 febbraio 2022

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Il film storico stasera in TV: “Braveheart – Cuore Impavido” mercoledì 2 febbraio 2022 alle 21:20 su Rai Movie

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Braveheart – Cuore impavido (Braveheart) è un film colossal del 1995 diretto e interpretato da Mel Gibson con Sophie Marceau, Catherine McCormack e Brendan Gleeson.

La pellicola narra la storia, romanzata, del patriota ed eroe nazionale scozzese William Wallace. Il film, seconda regia di Gibson dopo L’uomo senza volto (1993), ha vinto 5 Oscar su 10 candidature nel 1996 e lo stesso Gibson è stato premiato con il Golden Globe per la miglior regia.

Secondo alcuni il film ha svolto un ruolo chiave nel risveglio della coscienza nazionale scozzese, che ha portato al referendum sulla devoluzione dell’11 settembre 1997 (74,3% sì) e alla conseguente ricostituzione del parlamento scozzese, nel 1998.

«Nell’anno del Signore 1314, patrioti scozzesi, affamati e soverchiati nel numero, sfidarono il campo di BannockBurn. Si batterono come poeti guerrieri. Si batterono come Scozzesi. E si guadagnarono la libertà.»
(William Wallace, interpretato da Mel Gibson)

Nella seconda metà del XIII secolo la Scozia è oppressa dalla tirannia del Re d’Inghilterra, Edoardo I Plantageneto. Dopo la morte del Re di Scozia, senza eredi, nella regione si sviluppano varie contese ed i nobili locali si azzuffano tra loro per salire sul trono. Il Plantageneto, approfittando della contesa, convoca tutti i pretendenti al trono ad una riunione, con lo scopo di decidere il futuro del paese. I nobili scozzesi, giunti disarmati su richiesta del Plantageneto, cadono facili vittime della sua trappola e vengono tutti impiccati alle travi dell’edificio scelto per ospitare l’incontro.

Malcolm Wallace, un borghese in attesa di notizie dall’incontro, si reca sul luogo della strage, insospettito dal fatto che nessuno sia ancora tornato dalla riunione. Qui con i due figli John e William scopre il massacro e, la sera stessa, con altri contadini del luogo, organizza un attacco contro i soldati inglesi alla frontiera: nello scontro Malcolm e John verranno uccisi. Al funerale il bambino William incontra per la prima volta Murron, che in futuro sarebbe diventata sua moglie: in quell’occasione la bambina dona a William un cardo, il fiore simbolo della Scozia, che egli conserverà per il resto della sua vita. La sera del funerale giunge il fratello di Malcolm, Argyle, che prenderà William in affidamento per crescerlo e istruirlo: egli gli insegnerà il latino, il francese e l’arte del combattimento con la spada.

Vent’anni dopo William fa ritorno a Lanark, ormai presidiata dagli inglesi che vi hanno costruito un fortino, deciso a ricostruire la sua vecchia casa ed a riprendere il lavoro nella fattoria. Durante una festa di matrimonio rincontra il suo amico d’infanzia Hamish Campbell e, con grosso stupore della giovane, riconosce Murron. Durante i festeggiamenti, però, irrompono dei cavalieri inglesi ed il nobile locale reclama lo ius primae noctis, portando con sé la neo sposa.

William e Murron, che nel frattempo si erano fidanzati, decidono di sposarsi segretamente per evitare che il nobile reclami la ragazza. Un giorno però, un soldato inglese tenta di abusare di Murron, che reagisce alla violenza e, aiutata da William, si dà alla fuga, venendo tuttavia catturata. Arrestata, gli inglesi la conducono davanti al magistrato e comandante delle guardie locali che ne sentenzia la condanna a morte, come monito per la popolazione, per “aver colpito un soldato di Sua Maestà”. Murron viene giustiziata dal comandante in persona, che non esita a sgozzarla. William, scoperto l’accaduto, con pochi combattenti al seguito, tra cui Hamish e il signor Campbell, fa strage del piccolo manipolo di soldati inglesi e ne uccide il comandante, tagliandogli la gola come questi poco prima aveva fatto a Murron. Il padre di Hamish, il signor Campbell, vecchio amico del padre, osanna William davanti agli altri scozzesi, facendolo diventare capo della ribellione dapprima del suo clan, poi dell’intera regione. Infatti, la voce della rivolta di Wallace arriva a tutte le regioni della Scozia, e migliaia di uomini decidono di unirsi ad essa per combattere. I ribelli, successivamente, riescono a penetrare nel fortilizio degli inglesi ed uccidono il nobile locale, risparmiando tuttavia i soldati della guarnigione e bruciando il loro accampamento ormai vuoto.

L’incapace principe Edoardo (il futuro Edoardo II), cui è stato affidato il compito di soffocare la rivolta dal padre, impegnato in guerra in Francia, manda l’intera armata del nord presso Stirling (1297). I nobili scozzesi, ormai a conoscenza della vittoriosa ribellione di Wallace, sfidando ulteriormente l’ira inglese si presentano sul campo di battaglia con i propri soldati per negoziare una tregua: tuttavia, alla vista dell’imponente esercito inglese, gli scozzesi iniziano a rompere i ranghi. Proprio in quel momento sopraggiunge Wallace alla testa dei suoi uomini: egli, fattosi riconoscere definitivamente, arringa i soldati con il proprio discorso. Ripristinata la fiducia negli uomini, William si reca insieme ai nobili al cospetto dei comandanti inglesi: il portavoce del Plantageneto propone, per convincere gli scozzesi alla ritirata, la ricompensa per i nobili di vari territori nel sud dell’Inghilterra, ma Wallace si intromette nella conversazione e propone le sue condizioni: oltre a chiedere scusa alla Scozia per anni di dominio e soprusi, il comandante dovrà “presentarsi dinanzi allo schieramento scozzese e baciarsi le natiche“.

Gli inglesi, constatata l’inutilità delle trattative, attaccano, mandando in prima linea gli arcieri. Gli scozzesi si riparano dalla prima salva di frecce e, indomiti, mostrano i genitali sollevando il kilt. Arrivata un’altra salva, letale per diversi scozzesi, i nobili a cavallo, su indicazione di Wallace, fingono la ritirata. A questo punto gli inglesi lanciano all’attacco la cavalleria pesante, che carica gli scozzesi: Wallace, conoscendo la tattica inglese, aveva fatto preparare dei lunghi tronchi appuntiti, che i soldati scozzesi alzano contro i cavalli poco prima del loro sopraggiungere. I cavalieri così si ritrovano impalati addosso alla falange scozzese e vengono sopraffatti dalla rapida reazione dei fanti avversari.

Gli inglesi quindi, dopo aver assistito impotenti al massacro dei cavalieri, lanciano all’attacco la loro fanteria al completo.

Al termine di una lunga corsa gli schieramenti si scontrano con una violenza tremenda: gli scozzesi si battono valorosamente e grazie all’arrivo della cavalleria, che nel frattempo aveva aggirato gli inglesi, vincono lo scontro, nonostante le pesanti perdite subite. Wallace riesce anche ad uccidere il comandante di fanteria e portavoce inglese. Per i suoi meriti sul campo di battaglia William viene fatto cavaliere dai nobili scozzesi, ottiene il titolo di “Lord Protettore di Scozia” ed entra nelle grazie del principale pretendente alla corona del regno scozzese, il conte Robert Bruce. Bruce è un ardente patriota ed un idealista, che vorrebbe sostenere la ribellione di Wallace ed essere ammirato come lui, ma è anche succube del padre lebbroso, un personaggio cinico e machiavellico che trama di consegnare Wallace agli inglesi per ottenere da essi l’appoggio per le pretese dinastiche del figlio. Wallace, certo di poter ancora recar danno agli inglesi, disse ai nobili scozzesi che avrebbe invaso l’Inghilterra. Davanti a una dichiarazione simile, essi ridono di Wallace, ma si ricredono quando egli marcia verso il sud dell’Inghilterra, assediando la città di York, da cui sono partite tutte le invasioni della Scozia, riuscendo ad espugnarla, decapitando anche il reggente locale, nipote del plantageneto, e inviando la sua testa in una cesta al re in persona per avvertimento. Nonostante la vittoria, i nobili scozzesi sono però ancora dubbiosi sulla possibilità di battere definitivamente gli inglesi. Edoardo I, furioso e spaventato, uccide l’amico ed amante di suo figlio, che aveva portato la notizia del fallimento.

Il plantageneto, temendo le continue vittorie di Wallace, invia a parlamentare la moglie di suo figlio, Isabella di Francia, per cercare di corrompere il capo della ribellione scozzese. Isabella, tuttavia, oltre a non riuscire nell’impresa, rimane positivamente colpita da quest’ultimo, che si dimostra non un semplice barbaro ma un uomo di cultura dai nobili ideali, innamorandosene.

L’esercito scozzese, guidato sempre da Wallace, sfida sul campo di Falkirk gli inglesi, guidati dal re Edoardo in persona. Nel momento cruciale della battaglia, però, Wallace e i suoi vengono traditi da due nobili, corrotti in precedenza dal re inglese con la promessa di cospicue terre se avessero desistito a combattere: abbandonate dei rinforzi, le forze scozzesi vengono sconfitte e il signor Campbell rimane gravemente ferito e muore. William, pur ferito, decide di inseguire a cavallo ilPlantageneto, che viene difeso dalla sua scorta personale di cui fa parte anche Robert Bruce, convinto dal padre a cambiare bandiera. Nel momento in cui potrebbe uccidere il suo connazionale, Bruce si pente del suo orribile tradimento e decide di salvare la vita a William, consegnandolo a Steven l’Irlandese che lo porta in salvo con Hamish. Wallace, quindi, decide di vendicarsi uccidendo brutalmente i due nobili traditori, seminando il terrore tra i loro colleghi, ed accrescendo la sua leggenda in tutta la Scozia. In ogni parte del paese di parla di Wallace, che ottiene sempre nuovi alleati e uomini, diventando sempre più temuto.

Grazie ai preziosi suggerimenti della principessa Isabella, che si è nel frattempo innamorata di lui intrecciando con lui una relazione amorosa segreta, Wallace riesce a sfuggire a tutte le imboscate che gli inglesi gli tendono. Ma nel 1305, sebbene sconsigliato dai suoi migliori amici, decide di recarsi a Edimburgo per una discussione politica sul futuro della Scozia: egli finisce preda di un’imboscata, progettata dal padre di Bruce, che aveva tradito il figlio, il quale era realmente intenzionato ad aiutare finalmente Wallace. I nobili lo consegnano quindi al malato Edoardo, e a poco valgono le lacrime e la disperazione di Robert Bruce, il quale, avendo intravisto in Wallace un uomo coraggioso e patriottico, tenterà fino all’ultimo di salvargli la vita.

Wallace, considerato un traditore, viene torturato pubblicamente a Londra, dove il morente Edoardo I ne ode i lamenti sul letto di morte. L’ultimo desiderio del sovrano inglese è quello di sapere Wallace morto prima di morire egli stesso, ma viene messo a tacere da Isabella che, citando una frase di William, gli rivela di aspettare un bambino dal patriota scozzese, e che quindi la sua linea dinastica si esaurirà col figlio. Isabella va anche a trovare Wallace in prigione, il quale non ha intenzione di piegarsi all’Inghilterra. I due si dicono allora addio, scambiandosi un ultimo bacio.

Il patriota Wallace infatti resiste anche alla tortura, e non cede chiedendo pietà per ottenere una morte rapida. Le sue sofferenze impietosiscono la folla inglese, che poco prima lo aveva deriso e umiliato, tanto che essa si mette a chiedere a gran voce la pietà perché il boia lo faccia morire al più presto. Il capo dei torturatori (colpito anche lui dalla resistenza del condannato) gli sussurra di chiedere pietà: ma ecco che Wallace, dopo alcuni attimi, vincendo il dolore e sdegnando la proposta, grida con tutta la sua forza “Libertà!“. Al grido eroico, il perfido re muore, la folla tace commossa mentre al boia viene dato l’ordine di porre fine lo stesso alle sofferenze del patriota scozzese. Negli ultimi attimi di vita, prima che l’ascia lo decapiti, Wallace scorge tra la folla il fantasma della sua amata Murron che gli sorride, come a volergli comunicare la gioia di poter ricongiungersi con lui e l’approvazione per le imprese che il suo amato aveva condotto fino all’estremo, per il suo paese e per lei.

Dopo la decapitazione, il corpo di Wallace viene fatto a pezzi, la testa viene esposta sul Ponte di Londra mentre braccia e gambe vengono inviate ai quattro estremi del regno come monito per eventuali altri ribelli. Ma il defunto Plantageneto non otterrà l’effetto sperato, poiché Robert Bruce, divenuto nel frattempo Re di Scozia, dopo la morte del padre causata dalla lebbra, si presenta alla testa dell’esercito scozzese dinanzi all’esercito inglese al gran completo, fingendo di compiere il rituale di sottomissione alla corona inglese. Ma dopo un iniziale timore, infatti, dice ai suoi uomini: “Vi siete battuti per Wallace! Ora battetevi per me!”; alla richiesta del sovrano, Hamish estrae la spada di Wallace e la scaglia con tutte le sue forze verso gli inglesi: la spada si conficca nel terreno ed Hamish incita i compagni invocando l’amico. Al grido “Wallace!” gli scozzesi partono all’attacco, più furiosi che mai, cogliendo di sorpresa gli inglesi. Così gli scozzesi vincono la guerra con il loro re Robert I e, grazie a Wallace, rimangono una nazione indipendente per 400 anni.

L’immagine, a questo punto, sfuma sulla sola spada di Wallace che ondeggia al vento, e il film si conclude con la voce fuori campo di William Wallace.

Regia di  Mel Gibson

Con: Mel Gibson, Sophie Marceau, Catherine McCormack e Brendan Gleeson

Fonte: WIKIPEDIA