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Anticipazioni per il Grande Teatro di Scaglia e Trionfo in TV del 22 luglio alle 15.40 su Rai 5: “Giovanni Episcopo”

giovanni episcopo

Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Franco Scaglia e Aldo Trionfo del 22 luglio alle 15.40 su Rai 5: “Giovanni Episcopo” – Per il Grande Teatro in TV in onda oggi sabato 30 luglio alle 16.10 su Rai 5 la commedia Giovanni Episcopo” di Franco Scaglia e Aldo Trionfo (dal romanzo di Gabriele D`Annunzio) con la regia di Sandro Spina nella versione andata in onda nell’agosto 1977 sulla Rai.

Interpretazione di Nicola Chillemi, Carla Calò, Massimo De Cecco, Nico Vassallo, Glauco Mauri e Lorenzo Fineschi.

Giovanni Episcopo è un modesto impiegato che vive sereno e relativamente felice tra l’ufficio e la cameretta ammobiliata che ha affittato in casa d’amici. Una sera alcuni colleghi più giovani lo trascinano in un caffè-concerto dove fa la conoscenza di Giulio Wanzer, un avventuriero che esercita sul timido e debole Episcopo una specie di influsso magico.

Giovanni Episcopo è il secondo romanzo di Gabriele D’Annunzio, pubblicato nel 1892.

Trama

Giovanni Episcopo è un impiegato che conduce una vita mediocre e, dopo il lavoro, cerca di svagarsi coi suoi colleghi cenando tutte le sere nella medesima pensione. Lì conosce una cameriera giovane e piacente, Ginevra, di cui si invaghisce e che poi sposerà.

Intanto, un suo collega, Giulio Wanzer, di cui Episcopo subiva il fascino in quanto persona risoluta e aggressiva, l’opposto del suo carattere, aveva sottratto dei soldi dalla Tesoreria ed era scappato in Argentina.

Passati pochi giorni dal matrimonio, Ginevra comincia a mutare carattere e diventa più crudele e scostante col marito. Giovanni pensa di poter ancora salvare il matrimonio in seguito alla nascita di un figlio, ma la speranza risulta vana. Per i problemi familiari, egli trascurerà i suoi doveri in ufficio e, dopo qualche ammonizione, verrà licenziato.

Egli, una sera, quando il suo vecchio amico Wanzer busserà alla porta e si installerà in casa sua, succube della sua personalità, non riuscirà a muovere un dito. La misura sarà colma solo quando Wanzer alzerà le mani sulla moglie e sul figlio: Giovanni prenderà un coltello dalla cucina e ucciderà l’intruso.

Tematiche

Con questo romanzo, D’Annunzio si avvicina al romanzo russo dal sapore dostoevskijano, nel tentativo di analizzare un crimine nella sua crudezza, senza alcuna trasposizione letteraria. Lo scrittore abbandona la terza persona e narra la vicenda dall’io del protagonista che, come in una lunga confessione, racconta i motivi delle sue azioni, fino alla tragica conclusione.

Con lo scorrere delle vicende, il romanzo acquista un ritmo verticale tipico del romanzo realistico russo, ma anche di quello realista e naturalista francese alla maniera di Zola e Flaubert, ripreso da Giovanni Verga ed i veristi in Italia. Il protagonista scende tutti i gradini della degradazione umana e sociale fino a toccare il fondo tragico della vicenda.

Il delitto di Giovanni Episcopo è un film del 1947 diretto da Alberto Lattuada, tratto dal romanzo Giovanni Episcopo di Gabriele D’Annunzio.

La pellicola è stata presentata in competizione ufficiale alla 8ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (1947) e poi sempre in concorso anche al successivo Festival di Cannes 1947.[1]

Fine del XIX secolo. Giovanni Episcopo è un modesto impiegato d’archivio che vive sereno e felice, dividendo la sua vita tra il lavoro e la camera in cui vive a pensione presso una modesta famiglia. Una sera esce ed incontra dei colleghi più giovani di lui che lo trascinano in un caffè-concerto, dove, in maniera rocambolesca, fa conoscenza di Giulio Wanzer, un avventuriero che vive di espedienti e aspira con tali mezzi a un salto sociale. L’incontro con Wanzer stravolge la sua vita: l’avventuriero, venuto a conoscenza dell’ammontare dei suoi risparmi, lo spinge ad abbandonare il suo modesto menage, facendolo trasferire in una pensione frequentata da persone equivoche.

Nella pensione lavora Ginevra, un’avvenente “servetta” dai facili costumi, che, corteggiata da tutti, vagheggia la fuga con Wanzer, in perenne attesa di un colpaccio decisivo. L’ambiguo atteggiamento di Ginevra nei suoi confronti, favorito dalle ruffianerie messe in atto da Wanzer e da altri frequentatori della pensione (tra cui il fatuo Doberti), fa innamorare Episcopo, che si trova pienamente coinvolto nelle “trappole psicologiche” tese da Wanzer. Si apre nella sua vita una nuova e dispendiosa parentesi, che inizierà a minarne la consistenza delle sostanze e a intaccarne la reputazione sul lavoro.

Wanzer, caduto temporaneamente in disgrazia per un rovescio, è ricercato dalle forze dell’ordine e costretto alla fuga in Argentina. Ginevra, rimasta sola, fugge dalla pensione e raggiunge la sorella a Tivoli, dove viene rintracciata da Episcopo, alla cui proposta di matrimonio ella acconsente.

Inizia così una parentesi familiare la cui apparente tranquillità non durerà però a lungo. La disinibita disinvoltura della insoddisfatta Ginevra si manifesta durante i festeggiamenti della notte di Capodanno di inizio Novecento, che ella trascorre per le vie di Roma con Doberti.

Episcopo, consapevole del comportamento infedele, attende in casa il ritorno della moglie, deciso a una resa dei conti a cui non saprà risolversi: ogni decisione è infatti vanificata dalla inattesa notizia che Ginevra è incinta di lui. Allo scopo di salvare la famiglia, per il bene del nascituro, accetta un nuovo umiliante menage che lo porterà alla perdita dell’impiego, costringendolo così a un tenore di vita più modesto e alla ricerca di lavori più duri e meno remunerativi.

Nonostante le difficoltà, Episcopo sembra almeno riuscire nel suo scopo: far crescere il figlio in condizioni quasi dignitose, nonostante la degradazione del suo ruolo.

Ma una nuova svolta è ancora da arrivare, il giorno in cui Wanzer, superati i rovesci e raggiunto il successo oltreoceano, fa ritorno in Italia e incontra Ginevra. Si presenta così a casa Episcopo per rivendicare a sé la donna, che non resistendo al suo fascino prepara il bagaglio apprestandosi a seguirlo.

Ma il comportamento di Wanzer, ed un suo scatto inopportuno con cui reagisce all’ostilità del bambino, fanno precipitare la situazione: Episcopo, preso da un raptus, assassina l’avventuriero accoltellandolo alle spalle. Quindi fugge con il figlio febbricitante, vagando per la città, prima di scegliere di rifugiarsi presso la modesta famiglia della sua pensione di un tempo, dove il bambino viene adeguatamente accudito e curato.

Quando sopraggiunge Ginevra, Episcopo si congeda dal figlio: salutatolo con la promessa di un futuro ritorno, si presenta ai Carabinieri deciso ad affrontare il suo nuovo destino.

Foto interna ed esterna: https://www.raiplay.it/programmi/ildelittodigiovanniepiscopo