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Anticipazioni per “Ecuba” di Manfroce del 25 agosto alle 10 su Rai 5: dal Palazzo Ducale di Martina Franca

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Anticipazioni per “Ecuba” di Manfroce del 25 agosto alle 10 su Rai 5: con la regia di Pier Luigi Pizzi per la direzione di Sesto Quattrini dal Palazzo Ducale di Martina Franca – Per la Grande Musica Lirica in TV andrà in onda oggi venerdì 25 agosto alle 10 su Rai 5 “Ecuba” di Nicola Antonio Manfroce, nell’allestimento andato in scena al Palazzo Ducale di Martina Franca nel 2019 per il 45° Festival della Valle d’Itria, con la regia di Pier Luigi Pizzi per la direzione di Sesto Quattrini e l’interpretazione di Lidia Fridman e Carmela Remigio.

La riscoperta più attesa della 45ª edizione del Festival della Valle d’Itria, la rara “Ecuba” di Nicola Antonio Manfroce, arriva in tv oggi venerdì 25 agosto alle 10 su Rai5, ripresa da Rai Cultura.

Lo spettacolo, andato in scena nell’Atrio di Palazzo Ducale a Martina Franca, vede protagonista nella parte di Ecuba, figura eponima anche della tragedia di Euripide, Lidia Fridman, giovanissimo soprano russo perfezionatosi all’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti”.

Con lei Norman Reinhardt (Achille), Mert Süngü (Priamo), Roberta Mantegna (Polissena), Martina Gresia (Teona), Lorenzo Izzo (Antiloco) e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati. Completano il cast Nile Senatore (un Duce Greco), allievo dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, e Giovanni Fumarola, nella parte muta di Ettore.

Sul podio è chiamato Sesto Quatrini – al quale gli unanimi grandi riscontri ottenuti a Martina Franca negli ultimi anni sono valsi l’inizio di una brillante carriera internazionale – che sarà alla guida dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari.

Il grande maestro del teatro italiano Pier Luigi Pizzi firma regia, scene e costumi:  «secondo me le ragioni drammatiche di Ecuba – dice il regista – stanno tutte nel trauma vissuto dentro le mura di Troia quando Ettore muore: come se finisse il mondo, principalmente per Ecuba, ma anche per i cittadini.

Per questo ho voluto la presenza del corpo per tutta la durata dell’opera. Ettore morto in scena dà un senso a tutta la storia: la sua presenza ricorda a tutti cosa è successo, chi sono tutti loro e chi è Achille nel momento in cui compare in scena per chiedere la mano di Polissena, con il corpo dell’eroe ancora caldo.

La stessa Polissena è combattuta tra il ricordo del fratello morto per difendere la patria e l’amore per Achille che lo ha ucciso. Così tutto si sposta su un altro punto nevralgico – conclude il regista –: il vero nocciolo della questione è l’elaborazione di un lutto alla presenza del suo ricordo perenne, una specie di memento».

Capolavoro di Manfroce, giovanissima promessa del teatro musicale italiano ottocentesco – morto suicida a 22 anni nel 1813, un anno dopo il debutto della sua opera in Italia – “Ecuba” è insieme ad “Alzira” uno dei pochi lavori compiuti del compositore originario di Palmi. Tragedia lirica in tre atti su libretto di Giovanni Schmidt, “Ecuba” è stata presentata a Martina Franca nell’edizione critica di Domenico Giannetta per le Edizioni del Conservatorio di Musica “Fausto Torrefranca” (2017). La regia televisiva è curata da Barbara Napolitano.

Ecuba è una tragedia per musica in tre atti di Nicola Antonio Manfroce su libretto di Jean-Baptiste-Gabriel-Marie de Milcent tradotto in italiano da Giovanni Schmidt.

La prima ebbe luogo il 13 dicembre del 1812 al Teatro di San Carlo di Napoli, nell’interpretazione di Marietta Marchesini Maillard (nel ruolo di Ecuba), Marianna Borroni (nel ruolo di Polissena), Manuel García (nel ruolo di Achille) e Andrea Nozzari (nel ruolo di Priamo).
In tempi moderni, viene rappresentata nel 1992 al Teatro Gabriello Chiabrera di Savona, con Anna Caterina Antonacci come Polissena. Inaugurerà l’edizione 2019 del Festival della Valle d’Itria, con Carmela Remigio nel ruolo del titolo.

Trama

Nel primo atto Polissena rivela alla propria ancella, Teona, di essersi innamorata di Achille, nonostante questi avesse appena ucciso in battaglia suo fratello Ettore (prima scena). Il re Priamo suggerisce al popolo di Troia di accettare il matrimonio tra Achille e Polissena per mettere fine alla guerra di Troia, scontrandosi però con il volere della regina Ecuba (scena II). Achille, sopraggiunto, rivela i suoi sentimenti per Polissena e riceve la benedizione di Priamo (scena III). Vengono celebrati i giochi in onore di Ettore (scena IV)

Nel secondo atto Achille e Polissena scambiano propositi d’amore in vista delle nozze (scena I). Giunge quindi Ecuba che, dopo aver fatto allontanare Achille (scena II), convince la figlia a colpire a tradimento il promesso sposo durante la cerimonia nuziale, per vendicare la morte di Ettore (scena III). Polissena, immersa in tristi pensieri, viene ornata dalle ancelle (scena IV), e quindi, rimasta sola, riflette sul suo amaro destino (scena V). Giunge Achille, che però viene trattato con freddezza (scena VI). Achille si rivolge allora ai sovrani, i quali, per opposti motivi, cercano di far mantenere alla figlia la promessa fatta per il bene della patria (scena VII).

Nel terzo atto si svolge la cerimonia nuziale nel Tempio di Apollo (scena I). Proprio mentre Polissena sta per prendere la parola giunge Antiloco ad annunciare che l’esercito greco ha fatto irruzione armato nella città di Troia. A nulla valgono i tentativi di Achille di professare la propria estraneità ai fatti: Ecuba ordina alle guardie di ucciderlo prontamente (scena II). Disperata, Polissena lancia un accorato appello di dolore agli dei (scena III). Priamo rimprovera aspramente la moglie per la decisione affrettata che ha compromesso definitivamente ogni tentativo di cercare un accordo con i nemici (scena IV). I soldati greci irrompono nel tempio, uccidono Priamo e rapiscono Polissena. Ecuba, rimasta sola, lancia la sua maledizione mentre la città è devastata dall’esercito nemico (scena V).

Foto interna ed esterna: https://www.raiplay.it/programmi/ecuba