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Anticipazioni per il Grande Teatro di Henry Bataille in TV del 26 agosto alle 16.10 su Rai 5: “Maman Colibrì”

madame colibrì

Anticipazioni per il Grande Teatro di Henry Bataille in TV del 26 agosto alle 15.50 su Rai 5: “Maman Colibrì” – Per il Grande Teatro di Henry Bataille in TV andrà in onda oggi sabato 26 agosto alle 16.10 su Rai 5 la commedia “Maman Colibrì” nella versione trasmessa nell’aprile 1973 sulla Rai con la regia di Anton Giulio Majano con l’interpretazione di Giancarlo Zanetti.

Il prozio Raoul confida alla giovane nipote i segreti della loro famiglia stupendola e incuriosendola, raccontandole la storia della nonna Irene detta Maman Colibrì, donna dalla vita sorprendente e non convenzionale, che all’inizio del ‘900 abbandonò figli e marito per amore di un uomo più giovane.

Henry Felix Achille Bataille (Nîmes4 aprile 1872 – Parigi2 marzo 1922) è stato uno scrittorepoeta e pittore francese.

Di una famiglia borghese, suo padre svolse l’attività di magistrato alla Corte d’appello di Parigi.

Perse sia il padre sia la madre quando era ancora in giovane età.[1]

Frequentò la Scuola di Belle Arti per studiare pittura, ma contemporaneamente si occupò di letteratura e scrisse precocemente poemi e lavori teatrali.

I suoi primissimi lavori furono le raccolte liriche La chambre blanche e Le beau voyage, mentre nel 1894 il suo primo progetto teatrale rappresentato fu La belle au bois dormant, una sorta di féerie in versi adattata ad un accompagnamento musicale e caratterizzata da elementi simbolisti.[2]

Con la sua seconda opera teatrale, La Lépreuse, ottenne un tale successo da indurlo a proseguire con questa attività.

Sia per quanto riguarda la lirica sia per la prosa, Bataille ritagliò personaggi umani e simbolici tanto appassionati di amore quanto irrimediabilmente delusi.[2][3]

Tra i suoi lavori teatrali si ricordano Maman Colibri (1904), la prima di una serie di opere spregiudicate, nella quale una donna di una certa età si innamora del giovane figlio di un amico; La marche nuptiale (1905), in cui una donna dell’alta società si innamora di un semplice e giovane insegnante di musica; La femme nue (1908), dove un pittore di scarsa qualità coglie il successo grazie al ritratto della modella divenuta sua moglie; La Vierge folle (1910), ossia una relazione fra una giovane donna ed un uomo maturo; Homme à la rose (1920), una ennesima variazione sul tema di Don Giovanni.[3]

Bataille si mise in evidenza anche come teorico delle motivazioni subconsce, oltre che per una dura critica della morale borghese del suo tempo e per una precisa descrizione delle aspirazioni contemporanee.[2][3]

In Italia, prima ancora che in Francia, negli anni del muto le sue rappresentazioni sono spesso oggetto di trasposizione cinematografiche per opera di Carmine Gallone, ma anche di Emilio Ghione e altri. Anche se non accreditato collabora alla sceneggiatura di Resurrezione di Mario Caserini, un film del 1917 tratto dalla novella di Lev Tolstoy. Sono gli anni di maggior fortuna del cinema italiano delle origini e che vedono nascere la figura della femme fatale e con essa delle maggiori dive, a cui ben si adattano le sue storie. Il primo film francese è invece del 1923 in coproduzione con il Regno Unito, un anno dopo la sua morte.

Ebbe una notevole influenza su drammaturghi successivi, quali Jean-Jacques Bernard e la sua “scuola del silenzio”.[1] Alcune sue opere furono adattate per lo schermo.

Maman Colibri è un film muto del 1929 diretto da Julien Duvivier, basato sul lavoro teatrale omonimo di Henri Bataille.

La baronessa Irene de Rysbergue, madre di due, si prepara per recarsi al ballo. Quando Paul, suo figlio minore, allora nella sua prima adolescenza, la vede ricoperta di piume, la battezza “Mamma colibrì”. Il marito, barone de Rysbergue, le rimprovera dicendole che la sua mise non sarebbe adatta ad una persona di una certa età come lei. Irene, che pure si sente, ed appare, bella e brillante, tuttavia si cambia d’abito. Al ballo la baronessa incontra il giovane Georges de Chambry, ufficiale dell’esercito coloniale francese, che, ammaliato, comincia a farle la corte. Irene non disdegna le sue attenzioni, e passa una piacevole serata con lui.

A tarda notte, dopo che Irene ha lasciato le danze, Georges incontra il suo amico Richard, che gli dà appuntamento a casa propria per il giorno dopo. Quando egli vi arriva, grande è lo stupore nello scoprire che la padrona di casa non è altri che Irene, madre di Richard de Rysbergue, un giovane adulto, figlio maggiore della baronessa. Non per questo la frequentazione fra Irene e Georges si interrompe, e la baronessa, evidentemente insoddisfatta del proprio ménage coniugale e famigliare, comincia, quasi inaspettatamente, a sentirsi legata al giovane ufficiale.

Un giorno Richard coglie la madre, nella residenza di campagna in cui Georges era ospite, in atteggiamenti intimi coll’amico: indignato, vorrebbe sfidarlo a duello per aver abusato dell’ospitalità. Il marito di Irene, reso edotto della situazione, le lancia l’ultimatum: o lui, o noi. Esasperata, Irene segue Georges nella sua nuova destinazione coloniale, per due anni: l’Algeria; con gran sconforto del figlio Paul.

Il loro rapporto, in Africa, è idilliaco, almeno fino a quando la signorina Dickson, una nuova vicina di casa, fa la sua apparizione, e la sua prima gaffe: dopo che Irene le ha mostrato da lontano Georges che, a cavallo, sta tornando da un’esercitazione, la Dickson esclama: “Affascinante! È tuo figlio?” Georges e miss Dickson, che è all’incirca sua coetanea, cominciano ben presto ad intrecciare un rapporto amoroso, e Irene, come peraltro aveva presentito, si rende conto che è arrivato il momento in cui la differenza d’età fra lei e il suo amante avrebbe cominciato a farsi sentire. Torna in Francia.

Nevica, a Parigi. Paul scorge casualmente la madre per strada, e, contentissimo per aver ritrovato la mamma colibrì, la conduce a casa Rysbergue perché conosca suo nipote, il neonato figlio di Richard. Irene ha intenzione, dopo l’incontro, di rimettersi sulla strada, ma, quando torna il barone suo marito, il giovane Paul, destabilizzato dalla lunga assenza della madre, intercede presso il padre affinche Irene possa rimanere. E irene rimane.

Foto interna ed esterna: https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=IVoBhBvbQTw