Il 1° gennaio 2024 per celebrare insieme l’inizio del nuovo anno alla Basilica di Santa Maria ad Martyres  si terrà il Concerto dell’Insigne Cappella Musicale del Pantheon di Roma, Direttore M° Dott. Michele F. Loda.

Avvento e Natale in Gregoriano
“Gloria Dei, vivens homo”
La gloria di Dio è l’uomo vivente

Lunedì 1 Gennaio 2024 ore 15.30
Ingresso libero fino a esaurimento posti.

PROGRAMMA:
Ingresso: Rorate caeli desuper
• Introitus Ad Te levavi
• Kyrie Missa XVII
• Introitus Populus Sion
• Introitus Gaudete in Domino
• Invitatorium Regem Venturum
• Introitus Rorate Caeli
• Offertorium Ave Maria
• Sanctus Missa XVII
• Antifonae Majores alternatim cum Magnificat
• Introitus Dominus Dixit
• Agnus Dei Missa XVII
• Introitus Puer natus cum Tropo “Gaudeamus”
• Antifona Alma Redemptoris Mater

Dove e quando

•  Concerti
•  Il 01/01/2024 Inizia a breve
•  GRATUITO  PER FAMIGLIE  DI GIORNO
•  Basilica del Pantheon – c.d. Basilica di Santa Maria ad Martyres
•  piazza della Rotonda – Roma
•  Centro

Gloria Dei vivens homo

È una notissima (e citatissima) espressione di sant’Ireneo di Lione (II secolo) si trova in Adversus haereses, IV, 20,7 e significa: «la gloria di Dio è l’uomo vivente». Se la ripeto ora è solo per ricordare che la stima, il rispetto, l’amore anzi la passione per l’uomo sono nel cuore del cristianesimo da sempre, e non hanno dovuto aspettare che arrivassimo noi per accorgercene.

In questo senso, non c’è stato mai alcun bisogno di una “svolta antropologica” nel cristianesimo perché, quando e nella misura in cui il cristianesimo è stato vero, è sempre stato anche profondamente “umano”.

Però la frase di Ireneo continua con queste parole: «vita autem hominis visio Dei», che vuol dire: «ma la vita dell’uomo è [consiste nella] visione di Dio. L’uomo, cioè, non può essere pensato in astratto, separato dal rapporto costitutivo che lo lega a Dio, il quale lo fa essere in ogni momento della sua vita. Fuori dalla relazione con il suo creatore, l’uomo è morto, non è più vivens homo.

Di conseguenza, anche l’altra formula notissima e tante volte ripetuta, questa volta di un Padre della chiesa del XX secolo come san Giovanni Paolo II, secondo la quale «l’uomo è […] la prima e fondamentale via della chiesa» (Redemptor hominis, 14), va letta e compresa nella sua interezza: «Quest’uomo è la via della Chiesa, via che corre, in un certo modo, alla base di tutte quelle vie, per le quali deve camminare la Chiesa, perché l’uomo – ogni uomo senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna – Cristo è in qualche modo unito, anche quando quell’uomo non è di ciò consapevole» (ibid.).

L’uomo, l’uomo vero, pienamente corrispondente al progetto di Dio, non è Adamo ma Gesù Cristo (il “nuovo Adamo”, come lo chiama san Paolo).

Se si perde di vista questa fondamentale verità, tutto si rovescia e la domanda (il desiderio del singolo uomo, la sua aspettativa, (quale che sia), determina la risposta; decide cioè della verità della rivelazione cristiana.

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