lunedì, Giugno 10, 2024
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Caso Rapposelli, a giorni la verità sulla morte della pittrice

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Caso Rapposelli, saranno con grande probabilità depositati nell’arco dei prossimi giorni in Procura i risultati degli esami autoptici  che sono stati effettuati per chiarire le cause della morte della pittrice scomparsa il 9 ottobre scorso e trovata poi cadavere a Tolentino. E verrà quindi finalmente svelato il mistero di come è stata uccisa.

Nel frattempo è stato dato il via ad una serie di accertamenti di natura tecnica sull’account Google della donna per ravvisare la presenza di file scaricati e/o ricerche che possano risultare utili ai fini delle indagini. Le operazioni sull’account partiranno il 23 gennaio

Inoltre il pm di Ancona Andrea Laurino ha disposto un ulteriore accertamento medico legale che verrà eseguito il 25 gennaio all’obitorio dell’ospedale di Macerata anche per capire le cause della morte.

All’attività potranno partecipare anche i consulenti di Simone e Giuseppe Santoleri,  figlio ed ex marito della donna, attualmente unici indagati per omicidio in concorso ed occultamento di cadavere in relazione all’omicidio della donna.

L’avanzato stato di decomposizione in cui è stato trovato il cadavere di Renata Rapposelli, il cui corpo è stato rinvenuto a Tolentino, in prossimità del fiume Chienti, un mese dopo la sua scomparsa, potrebbe non essere dipeso solo ed unicamente dalle condizioni ambientali, ma dal modo in cui è stata uccisa (la morte per asfissia genera una più rapida degenerazione dei tessuti).

Il 9 ottobre Renata Rapposelli si era recata a Giulianova in quanto preoccupata delle condizioni di salute del figlio. Da lì il litigio scaturito per motivazioni economiche.

Alcune testimonianze, riportate nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto”, parlerebbero di urla rabbiose emesse da Simone nel corso di un litigio con una donna. E poi, intorno alle 17.00, secondo quanto dichiarato dalla farmacista di Tortoreto, la donna avrebbe acquistato un calmante e strisciato il proprio codice fiscale.

Di certo l’ipotesi che Renata Rapposelli sia stata gettata ancora viva in una scarpata non solo non trova alcun riscontro, ma dal punto di vista logico e scientifico non ha alcuna chance di essere confermata.

Tra l’altro l’avanzato stato di decomposizione in cui è stato trovato il cadavere porterebbe più che altro a supporre una morte per asfissia dovuta a strangolamento o soffocamento. Ma si tratta almeno per ora di ipotesi che dovranno essere provate in sede di indagine.
Pensare a Renata Rapposelli ancora viva nel momento in cui viene lanciata giù per la scarpata accrescerebbe sicuramente il pathos relativo al caso, ma non esiste alcun riscontro oggettivo che questa ipotesi possa essere confermata. Avvelenata, strangolata, gettata viva lungo l’alveo del fiume Chienti: l’unico dato certo, per ora è, che questa donna è morta dopo essere andata a trovare il figlio e l’ex marito a Giulianova.
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