sabato, Aprile 20, 2024
Home > Marche > Trent’anni fa moriva Andrea Pazienza. Quando nel 1982 “sognò” la sua città natale

Trent’anni fa moriva Andrea Pazienza. Quando nel 1982 “sognò” la sua città natale

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Un talento irrepetibile”. Per Roberto Benigni questo era Andrea Pazienza, il geniale artista del fumetto nato a San Benedetto del Tronto il 23 maggio del 1956 e morto a Montepulciano il 16 giugno di trent’anni fa. Una mostra antologica «Andrea Pazienza, trent’anni senza», è organizzata da IRF! Festival e Napoli Comicon che ha da poco aperto i battenti al Mattatoio di Roma. L’evento ha messo insieme il corpus delle sue opere, tra cui 120 tavole originali. Grazie anche alla collaborazione stretta di Marina Comandini e Mariella Pazienza, moglie e sorella del disegnatore. La gamma di opere è vasta, compresi memorabilia, bozzetti, prove di layout, scritti, sketch tra cui 120 tavole originali. Che rapporto aveva Andrea con San Benedetto? Era nato in Riviera ma non ci era vissuto moltissimo, visto che suo padre era di San Severo e a 12 anni si trasferisce a Pescara e in seguito a Bologna. Nel 1982 Pazienza dedicò a San Benedetto, il «Sogno». C’è lui che parte in pattino alle 9 della mattina, si allontana dalla costa e vede la città come «una repubblica di palme e birilli». La vita tranquilla della comunità rivierasca appare al largo: l’acqua blu che «spettina i diti», altri mosconi, i pescherecci che vanno e vengono, la voce di una turista milanese che chiama il figlio. Nel sito www.andreapazienza.it  leggiamo un commento di sua cugina Barbara Di Cretico: “Quando veniva a trovarci a San Benedetto, per me era festa. Radioso, solare, caldo, il fratello maggiore che avrei voluto Ingordo. Almeno 3 piatti di spaghetti. E poi chiacchiere, racconti. Diceva spesso : Che meraviglia! Di tutto. Di un fiore piccolo, di una canzone di Battisti (non era ideologico). Aveva il suo credo e amava Patty Smith, era andato al concerto degli Area, ma ascoltava in auto di mio padre anche le cassette di Frank Sinatra. Sentivo che era speciale. Al mio matrimonio indossò una cravatta (!), ma su una camicia gialla da paura. E poi disegnò per tutti durante la cena. Generoso e sprecone. Lui era anche così, con gli orecchini di ciliegie”. San Benedetto ha dedicato a questo suo figlio illustre, la piazzetta dell’ex mercatino del pesce intitolandogliela. In passato alcune mostre delle sue opere e convegni. Secondo alcuni poco. In ogni caso, involontariamente e tragicamente in sintonia con quello che lasciò detto a suo padre: “Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po’ di terra a San Severo, e un albero sopra”.

Roberto Guidotti

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net