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Nardella (Uil): Polizia Penitenziaria paragonabile all’Esercito di Franceschiello per vestiario e dotazioni

carceri

L’Aquila – “Fare la fine dell’esercito di Franceschiello era un modo di dire napoletano per indicare un completo e anche ridicolo insuccesso. Nel verticale crollo borbonico del 1860 fu, al contrario, proprio l’esercito l’unico elemento del regime allora caduto a salvare l’onore della dinastia del Paese, con notevole esempio di valore militare e di fedeltà morale e politica. Un simile paragone, se si andasse a guardare nelle Case di reclusione e Circondariali, calzerebbe a pennello anche per i poliziotti penitenziari operanti nelle tre strutture carcerarie dell’entroterra abruzzese e non solo” – Ad affermarlo è Mauro Nardella Segretario della Camera Sindacale Territoriale Adriatica-Gran Sasso.

“I baschi blu aquilani, esempio di valore istituzionale e fedeltà allo Stato, seppur sempre più privati dei minimi parametri di sussistenza, stanno dimostrando, ma solo con i loro sacrifici e spiriti di abnegazione, di salvare l’onore di un apparato statale che anziché andare incontro alle loro esigenze, come sarebbe ovvio che fosse, sta remando invece contro le loro aspettative. E’ capitato con la revisione degli organici (che sta tagliando sempre più le gambe degli ultra cinquantenni poliziotti ), proseguito con la mancata sostituzione di automezzi per il trasporto dei detenuti obsoleti e con un chilometraggio che spesso ha di gran lunga superato i 500.000 chilometri e che sta continuando con il taglio sempre più corposo di idonee linee guida sulla questione del vestiario” – Asserisce Nardella.

“Uniformi sdrucite e calzature che farebbero rabbrividire  i podologi di ogni genere e grado hanno mano mano sostituito capi di vestiario che da soli, in tempi non sospetti, elevavano a potenza l’efficienza visiva degli appartenenti alle forze dell’ordine  facendogli  maturare quel rispetto che si deve ai servitori dello Stato quali sono le forze dell’ordine , non ultimi,  i deputati alla ricostruzione sociale dei criminali. 

Oggi, con le politiche di taglio alla spesa, invece, nel guardare capi di vestiario rattoppati alla meno peggio, scarponi ricuciti e risolati, attagliamenti spesso non confacenti alle richieste, altro non si sta facendo che portare i poliziotti penitenziari alla  mercè di ilari giudizi dell’opinione pubblica” – Dice allarmato il segretario confederale.

“Qualcosa va fatto ed anche subito. Qui, infatti, non si sta rimettendo in discussione solo l’immagine del Corpo ma anche e soprattutto l’aspetto legato alla salubrità. Tute operative estive non possono essere utilizzate in luogo di quelle invernali; scarpe che lessano i piedi d’Estate e capaci di arrecare geloni in inverno vanno immediatamente messe al bando” – Continua il sindacalista UIL.

“L’Amministrazione deve garantire il diritto ai suoi servitori di rapportarsi in maniera idonea ai loro servigi. All’Amministrazione Penitenziaria chiediamo un fattivo e risolutivo intervento. Nel frattempo studieremo, attraverso il nostro studio legale, forme risarcitorie nei confronti di chi, per inadempienze amministrative, lavorando in maniera  inadeguata, ci ha rimesso onore e salute” – Conclude Nardella.

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