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DA ERODOTO – LE STORIE, CONTINUA IL LIBRO I – Traduzione di Luigi Annibaletto, Mondadori 1956

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DA ERODOTO – LE STORIE, CONTINUA IL LIBRO I – Traduzione di Luigi Annibaletto, Mondadori 1956

15- Ricorderò invece Ardi, il figlio di Gige, che regnò dopo di lui.

Questi conquistò Priene e invase il territorio di Mileto, e fu appunto che mentre regnava in Sardi che i Cimmeri, scacciati dalle loro sedi ad opera degli Sciti nomadi, vennero in Asia e conquistarono Sardi, eccetto l’acropoli.

16- Ad Ardi, il cui regno durò 49 anni, successe il figlio di lui Sadiatte, che regnò 12 anni, e a Sadiatte successe Aliatte.

Fu costui che fece guerra a Ciassare, discendente di Deioce, a ai Medi; che scacciò i Cimmeri dall’Asia; che

espugnò Smirne, abitata da coloni di Colofone e invase il paese di Clazomene. Però da quest’ultimo si dovette ritirare non come avrebbe desiderato, ma dopo aver subito gravi sconfitte.

17- Ma durante il suo regno egli compì altre azioni, più che mai meritevoli di essere raccontate, e sono queste: fece guerra ai Milesi, guerra che aveva eredita da suo padre.

L’attacco e la guerra a Mileto avvenivano nel modo seguente.

Quando nella campagna il raccolto era bello alto, allora egli vi faceva irrompere il suo esercito: la spedizione si faceva a suon di zampogne, arpe e flauti, tanto acuti che gravi; giunto nel territorio di Mileto, egli non abbatteva le case sparse per i campi, né le incendiava né sfondava le porte, ma le lasciava così, come stavano e, dopo aver distrutto piantagioni e frutta se ne tornava indietro.

I Milesi, infatti, erano, padroni del mare ed il suo esercito non aveva la possibiltà di cingere di assedio completo la città.

La ragione per cui il re di Lidia non faceva abbattere le case era questa: perché i Milesi avessero un punto da cui partire per seminare la terra e per coltivarla; ed egli grazie al loro lavoro avesse sempre qualcosa da distruggere durante le sue incursioni.

18- Così facendo protrasse per 11 anni la guerra, nella quale toccarono ai Milesi due gravi sconfitte nei combattimenti ingaggiati, uno sul loro territorio a Limeneo, l’altro nella pianura del Meandro.

Durante i primi 6 di questi 11 anni era ancora re della Lidia il figlio di Ardi, Sadiatte, quello che allora invadeva il contado di Mileto e che aveva dato inizio alla guerra; invece nei 5 anni successivi a questi 6 la guerra era condotta dal figlio di Sadiatte, Aliatte, il quale, avendola presa in eredità dal padre, come ho già detto in precedenza, la conduceva con ostinazione.

Nessuno degli Ioni in questa terra si mosse in aiuto dei Milesi, tranne soltanto quelli di Chio; ma questi, soccorrendoli, non facevano che cambiare il favore, in quanto già prima quelli di Mileto avevano aiutato Chio a sostenere la guerra contro Eritre.

Nota. Questo passo delle Storie è interessante perché ci racconta in cosa per lo più consistevano le guerre tra le popolazioni di allora: devastazioni dei campi con incendi e con distruzione dei raccolti e della frutta, azioni da compiersi nel periodo primavera-estate, quando poi in autunno e in inverno le guerre rimanevano sospese.

Otto secoli dopo i capitani di ventura usavano la stessa tecnica negli assedi dei castelli e dei borghi, o anche semplicemente, quando erano di passaggio, per estorcere agli abitanti alimenti per le truppe e per i cavalli: nel 1400 uno di questi condottieri, uno dei minori, detto il Mostarda, provocò incendi nelle campagne di Treia, fino a quando le sue pretese non furono soddisfatte.

Luciano Magnalbo’

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