domenica, Maggio 19, 2024
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Recanati festeggia il primo giorno della poesia

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di Maurizio Verdenelli

RECANATI – Non ci sono più Francesco Cossiga, Mario Luzi, la contessa Anna Leopardo, il sindaco Mario Simonacci e non c’è più il dominus di quell’evento passato alla storia culturale del Paese, l’ex ministro Franco Foschi. Sono passati 32 anni da quel 1097 quando Recanati celebrò, e fece le cose in grande, il 150. Anniversario dalla morte del suo Poeta. E ieri mattina, per il bicentario dalla stesura definitiva dell’Infinito (giunto da Bologna insieme con i manoscritti vissani, ‘salvato’ nel 97 dall’allora sindaco Alessandro Lucerna che lo teneva sotto il letto armato di fucile dopo il terremoto di quell’anno) la città è tornata a ricordare solennemente Giacomo Leopardi. Che quei versi immortali scrisse ad appena vent’anni.

Assente la famiglia Leopardi – che ha festeggiato extra moenia i 15 anni dell’ultimogenita della contessa Olimpia – il più grande poeta italiano del dopoguerra è stato oggi sostituito da Vittorio Sgarbi. E degnamente, dimostrando come pure un bravissimo critico d’arte come lui può bene rappresentare il pensiero, tuttora modernissimo, di Giacomo Leopardi.“Romanticismo: l’Infinito nell’arte” è stato il tema, preceduto da una raffica ‘stroncagambe’ dello Sgarbi ‘cattivo’ (auto definizione). Contro la Regione Marche, il suo rappresentante sul palco del teatro Persiani – dove si è tenuta la cerimonia.                                                          

Luca Marconi, già sindaco recanatese, consigliere regionale e già assessore Udc alla Famiglia è stato ‘dipinto’ dal critico/deputato come “reperto democristiano parlante”. Per una mera questione linguistica, particolarmente per quell’aggettivo ‘strategico’ in relazione al Piano della Cultura delle Marche (come la mettiamo allora con Unimc che proprio oggi ha presentato il suo ‘piano strategico’? Una vera fortuna che Sgarbi non l’abbia saputo…). “Il piano è o non è”.

Inoltre ha incalzato:”Perché parlare di fruizione della cultura e non invece più propriamente di godimento? Ed anche: location al posto di rocca, palazzo, castello” ha tuonato Sgarbi che da tempo propone una battaglia ‘modello Accademia della Crusca” contro l’uso anglicizzante della lingua italiana, strumento di ingegni del livello di Dante e del suo amatissimo conterraneo Ludovico Ariosto. Critica al veleno che se ha incenerito Marconi ha colpito di striscio anche la presentatrice, colpevole di aver riferito circa la qualità ‘strategica’ (appunto) dei piani della giunta Ceriscioli. Tuttavia in questo caso un abbraccio ha sancito la pax tra la collega Manolita Scocco e l’inguaribile seduttore. Che seppure con gli occhi fissi sul suo cellulare per tutta la cerimonia teneva evidentemente ben ritte le orecchie. Ma a lui ha risposto (al momento dell’invettiva era già uscito dal teatro) Luca Marconi.

“Un attacco politico. Non c’è altra spiegazione – ha detto il più votato esponente Udc delle Marche – perché del piano della Cultura non ho affatto parlato. Limitandomi a dibattere nello spazio di 3 minuti solo del piano socio sanitario. Inoltre sono abituato all’asciuttezza e all’essenzialità dei concetti, abbandonando ogni forma di aggettivazione così come mi ha insegnato mio padre, il prof. Lorenzo, assessore regionale alla Cultura prima dell’avvento in Regione del sen. Rodolfo Tambroni- Io reperto democristiano? Nulla da eccepire, visto che l’on. Sgarbi se ne intende in proposito. Ricordo gli incontri, me presente, tra lui e Rocco Buttiglione…”.

Ma a Recanati alla Giornata Mondiale della Poesia i protagonisti non sono stati né il ministro, né il critico spettacolare, né le istituzioni, ma i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. A loro i posti d’onore in teatro e allo scolaro Michele (5.A del plesso Beniamino Gigli) a sgomitare con gli industriali del miracolo Recanati (Adolfo Guzzini) e le autorità in divisa e non. E per loro, i babies, anche una poltrona sul palco! Sarà lui insieme a leggere insieme con la compagna di classe Aurora la ‘letterina’ al ministro. Un brusio divertito ha trasvolato nel ‘Persiani’ strapieno allorché quest’ultima ha chiesto che “tutte le scuole dell’obbligo fossero fornite di sapone, carta igienica, acqua potabile per non appesantire le spese delle famiglie”. Bussetti ha sorriso anch’egli: si è messo in tasca la lettera promettendo di farla leggere anche a qualche collega di governo.


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