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Immigrazione, dignita’ e diritti umani: il Circolo Aldo Moro di Macerata commuove con la coinvolgente testimonianza del medico-eroe di Lampedusa: Pietro Bartòlo

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di Elisa Cinquepalmi

MACERATA – Applausi e tanta commozione per il medico di Lampedusa, Pietro Bartòlo, che ieri sera a Civitanova Marche, poi a Macerata, ha raccontato la propria esperienza con i migranti. Nel capoluogo l’ncontro, organizzato dal Circolo Aldo Moro, si è svolto presso l’Ostello Asilo Ricci ed ha coinvolto un folto pubblico, che ha seguito con attenzione le vicende del dottor Bartlo.

L’ospite, intervistato dal giornalista Vincenzo Varagona, in collaborazione con l’assessore regionale Angelo Sciapichetti e Narcisio Ricotta, assessore maceratese ai lavori pubblici, ha raccontato con immagini e video la drammatica situazione che si vive ogni giorno a Lampedusa.
“Basta con questa favola dei porti chiusi perché gli sbarchi ancora continuano, ma nel silenzio assoluto – ha rivelato Bartòlo”. ” Sono anni  – ha aggiunto – che entro in contatto con queste persone e non chiamiamoli clandestini.
Conosco bene il mare, prima di diventare medico, sono stato un marinaio e un naufrago. Da 28 anni mi occupo dei fenomeni migratori e questa gente si muove per fuggire da torture e guerre. Lampedusa è una piccola isola situata tra l’Africa e la Sicilia e nel corso della storia è sempre stata un punto di riferimento per coloro che si spostavano in cerca di un futuro migliore”.

Il medico, che ricordiamo nel premiatissimo documentario “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, ha raccontato una drammatica realtà che nessuno conosce e i suoi stati d’animo, ricordando con amarezza la strage di Lampedusa.
” Il 3 ottobre 2013 sono giunte al porto di Lampedusa 368 persone morte. Ho fatto le ispezioni cadaveriche e, mentre svolgevo questo ingrato compito, piangevo e mettendo in dubbio il mia professione. Ho visto corpi di bambini, ragazzi, uomini e donne. Nessuno deve vedere tutte queste sofferenze. Il 3 ottobre è stato proclamato come Giorno della memoria. Organizziamo processioni, mettiamo fiori e ospitiamo le autorità politiche, che quest’anno non si sono presentate!”.

I racconti dell’ospite, accompagnati da foto e video, hanno generato un particolare silenzio tra il pubblico, che attonito ha applaudito il medico eroe con grande commozione e stima.
“Ho visitato 350.000 persone e in 28 anni non ho mai riscontrato una patologia infettiva” – ha dichiarato Bartòlo -, queste persone avevano una forte disidratazione ed i segni delle torture. Una malattia che colpisce in particolare le donne è quella detta ‘del gommone’.  Durante il tragitto, si crea una miscela di benzina ed acqua che quando viene a contatto con il corpo, inizialmente offre una sensazione di calore, in realtà creando forti ustioni alla pelle.
Un’altra esperienza che mi ha lasciato il segno è stata quando all’interno di una stiva ho trovato 25 ragazzi morti.
Erano stati uccisi dagli scafisti, prima con le bastonate in testa e poi per soffocamento.  Mi hanno raccontato che il familiare di una vittima si era ribellato e per punizione è stato gettato in mare.”

Tra le varie esperienze, il medico ha ricordato la storia di una ragazza apparentemente senza vita: “Erano 111 sacchi, dovevo fare le ispezioni cadaveriche. Nel primo c’era un bambino con i pantaloncini rossi. Ricordo ancora i suoi occhi.
Tra i corpi c’era quello di una ragazza. Il suo battito cardiaco era molto debole. Era in coma con i polmoni pieni d’acqua, ma era ancora viva, così ho immediatamente allertato la eliambulanza per condurla all’ospedale più vicino. Ora la donna che è diventata mamma, vive in Svezia e il 3 ottobre è venuta a Lampedusa per ringraziarmi di averle salvato la vita. I fenomeni migratori sono peggio di Auschwitz. Bambine e donne che vengono violentate; ragazzini scuoiati vivi o  privati degli arti a colpi di machete. Donne torturate a livello ormonale per evitare gravidanze indesiderate, in modo da renderle  immediatamente disponibili per il traffico della prostituzione. Purtroppo,vengono raccontate tante bugie su queste persone. Ci fanno credere che arrivano in Italia per portarci via il lavoro e questo ci rende indifferenti, così ci  giriamo dall’altra parte, ma tutto ciò deve finire! Dobbiamo tornare ad essere la grande Italia, dove ognuno di noi fa la sua piccola parte. Occorre cambiare le cose e insieme lo possiamo fare. Dobbiamo ritrovare il rispetto dei diritti umani e il diritto alla vita. Abbiamo recuperato i corpi di queste persone a 60 metri di profondità ed il Mar Mediterraneo ha perso il suo splendore, diventando ogni giorno un vero e proprio cimitero”.

E infine:  “Mi è stato chiesto cosa possiamo fare per aiutarti? Ho risposto: fate conoscere la verità e i miei racconti che vivo ogni singolo giorno. A tal proposito ho scritto due libri, “Le stelle di Lampedusa” e “Lacrime di sale”, e sono  stato protagonista nel docufilm Fuocoammare, ma non mi fermo!  Ogni fine settimana diffondo grazie ad incontri come questi, la straziante verità di Lampedusa, in modo che tutti vengano a conoscenza di queste migliaia e migliaia di persone che vogliono venire nel nostro paese, ma non ci riescono. Non è spazzatura! Non sono diversi o alieni. Sono una ricchezza per noi, grazie alle loro culture e tradizioni!”.

Nell’incontro di Macerata nessun riferimento alla candidatura di Pietro Bartòlo per le Europee nel Pd. Ha sottolineato il Circolo A. Moro: ‘Quando lo abbiamo contattato a febbraio, la candidatura non era stata ancora neppure ipotizzata’.

Di seguito l’intervista audio a Pietro Bartòlo e Angelo Sciapichetti:

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