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La storia di Lembit Tomm, perseguitato dall’URSS perché testimone di Geova e la triste replica odierna

Un nome per ognuno dei 28 Paesi Europei. Un uomo e una donna definiti un “Padre o Madre dell’Europa”. La monografia di Marzo/Aprile 2019 di Azione Nonviolenta la storica rivista fondata da Aldo Capitanini nel 1964 e punto di riferimento del movimento nonviolento e pacifista racconta la storia di chi per scelte politiche, religiose o esistenziali ha agito per la pace, la libertà e la giustizia.

Nomi importanti come quello di Alexander Dubcek, Simon Weil, Bertrand Russel o Olof Palme. Tra questi per l’Estonia la storia di Lembit Tomm (1924 – 2016) personaggio ai più sconosciuto. Nella descrizione si legge: “Lembit fu uno dei tanti Testimoni di Geova costretti a nascondersi per essersi rifiutati di entrare nell’esercito tedesco. Quando nel 1944 i Sovietici rioccupano l’Estonia fu ordinato di presentarsi all’esercito russo. Diede un’eccellente testimonianza al comitato di reclutamento, manifestando la sua obiezione di coscienza”.

Dopo un breve periodo di tranquillità, nel 1945 gli fu concesso l’amnistia tornò a scuola. “Ma sotto il regime sovietico la predicazione non poteva essere svolta liberamente – continuano le note della rivista –  “Ben presto fu chiaro che il KGB voleva arrestarci tutti” scrisse Tomm prima di essere condannato a 10 anni da scontare in un campo delle Siberia a 8.000 chilometri dall’Estonia. Dopo cinque anni di lavori forzati Lembit fu rilasciato e si sposò con Ella Kikas. Al principio del 1957 il KGB iniziò una campagna diffamatoria verso lui e sua moglie. Giornali e televisioni pubblicarono notizie calunniose. Incredibile ma vero, attori professionisti rappresentarono a Tallin una commedia satirica su di lui.

Nel 1965 in relazione a una riunione in un Palazzo Pubblico a Tartu, Lembit scrisse: “Eravamo presenti sia io che Ella e gli agenti del KGB e una folla considerevole. Varie volte quando Ella interveniva il pubblico applaudiva. Era chiaro che il pubblico era dalla nostra parte”. Il risultato deluse e irritò il KGB. L’attività clandestina di stampare e tradurre gli opuscoli per la predicazione richiedeva molto tempo ed energia. Riferendosi alla sua attività clandestina e il metodo che usava per trasportare la letteratura biblica, un agente del KGB una volta disse: “Toom tu sei come una valigia dal doppio fondo”. “Fino alla sua morte fu apprezzato per la sua bontà, cordialità ed empatia verso tutti” conclude la descrizione.

Questa testimonianza diventa molto pertinente ora che in Russia è in atto una spietata repressione contro i Testimoni di Geova, dopo che il crollo dell’Unione Sovietica aveva permesso e lasciato libertà di azione e religione. Una triste, inspiegabile e anacronistica replica della repressione sovietica che nel caso di Lembit non riuscì a fiaccare l’autodeterminazione verso i suoi ideali religiosi contrari alla guerra e alla violenza.

 

Roberto Guidotti

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