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La Corea del Sud acquisirà ulteriori radar antimissile per contrastare le minacce di Pyongyang

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SEUL – La Corea del Sud prevede di aggiungere altri due radar antimissili terrestri a terra e di iniziare a costruire tre cacciatorpedinieri equipaggiati nei prossimi cinque anni, nel tentativo di individuare e intercettare meglio i missili in arrivo da Corea del Nord.

Il piano è uno dei progetti chiave che il ministero ha svelato nel suo programma di difesa quinquennale per il periodo 2020-2024 in mezzo a crescenti preoccupazioni per le capacità missilistiche della Corea del Nord sulla scia di una serie di lanci di prova da parte di Pyongyang.

Il piano quinquennale prevede una spesa di 290,5 trilioni di dollari (239,88 miliardi di dollari), con un aumento annuo del 7,1% in media nei prossimi cinque anni.

Al fine di far progredire lo scudo missilistico chiamato Korea Air and Missile Defense system, i militari hanno in programma di espandere la propria copertura di rilevamento di missili balistici, assicurando due radar di allarme rapido potenziati per lo spiegamento intorno al 2020. Attualmente, l’Aeronautica gestisce due di questi radar.

L’esercito prevede inoltre di iniziare a costruire altri tre cacciatorpedinieri equipaggiati con Aegis con un avanzato sistema radar che sarà messo in funzione intorno al 2028, che avrà sistemi di lancio verticali in grado di lanciare intercettori basati su navi standard Missile-3 (SM-3).

Cercherà inoltre di migliorare le sue capacità di intercettazione a più livelli, implementando la versione migliorata degli intercettori: i missili Patriot Advanced Capability (PAC) -3 e Cheolmae-II, mentre si conclude lo sviluppo di L-SAM, una superficie a lungo raggio missile ad aria.

Con l’obiettivo di potenziare le sue capacità di “attacco strategico” contro strutture nucleari e missilistiche, il ministero ha promesso di assicurare missili più precisi da lanciare da terra, mare, sottomarini e aerei da combattimento.

Saraà inoltre incentivato lo sviluppo di ulteriori armi non letali, come bombe a impulsi elettromagnetici e blackout, per neutralizzare il sistema di energia elettrica della Corea del Nord.

Al fine di “potenziare” in modo significativo le proprie capacità di ricognizione e sorveglianza, il ministero ha anche promesso di dispiegare cinque satelliti militari entro il 2023 e più droni a media e alta quota nei prossimi cinque anni.

Dopo una pausa di 17 mesi, la Corea del Nord ha ripreso i test. E questo è un chiaro messaggio, impossibile da sottovalutare.


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