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PROCOPIO, Le storie segrete. Traduzione di Paolo Cesaretti, Bur 1996

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PROCOPIO, Le storie segrete. Traduzione di Paolo Cesaretti, Bur 1996.

 Continua libro IX

Chi l’avvicinava, era subito chiaro che non aveva rapporti secondo legge di natura; quanto poi alla gente dabbene cui capitava di incontrarla in piazza, era lesta a svicolare via da lei, per non parer contaminati dal solo contatto delle sue vesti. 26- Vederla, soprattutto se di primo mattino, era funesto presagio. Con le sue colleghe teatranti, invece, soleva essere sempre velenosa e spietata: la rodeva infatti una grande gelosia.

27- Seguì poi Ecebolo di Tiro, cui era stato commesso il governo della Pentapoli. Era destinata ai più sconci servizi, ma per averlo offeso fu scacciata in fretta e in furia. Venne così a trovarsi priva del minimo vitale, che poi recuperò con il consueto abuso del corpo.

28- Raggiunse dapprima Alessandria, poi, dopo aver percorso tutto l’oriente, fece ritorno a Bisanzio, e in ogni città praticò un mestiere che solo a nominarlo, credo, un uomo perda la benevolenza d’Iddio. Era come se il diavolo non sopportasse che un qualunque sito non avesse contezza di quant’era sfrenata Teodora!

29- Ecco dunque come nacque e come crebbe questa donna, e come guadagnò la sua fama tra le ragazze di strada e tra gli uomini.

30- Quando ritornò a Bisanzio, Giustiniano si infiammò di amore violento per lei. Dapprima se la tenne vicina come amante, pur avendola innalzata al patriziato;

31- così Teodora ben presto riuscì a procurarsi eminente potere e fortune cospicue. Andava in sollucchero, lui – cosa normale quando l’amore è smodato – se accontentava la sua amata in tutto, in favori e ricchezze:

32 – toccò allo Stato nutrire questa passione, e insieme a Teodora Giustiniano riuscì a rovinare ancor più il popolo, non solo qui a Bisanzio ma in tutto l’impero romano.

33- Sostenitori entrambi, e da tempo, della fazione azzurra, lasciarono ampia licenza a quei sediziosi nelle questioni di Stato.

34 – Dopo molto tempo, l’incrudelirsi del male si placò: in questo modo.

35 –  Giustiniano cadde malato, per molti giorni, e il morbo era tanto grave che già si diceva l’imperatore morto. Nel contempo i sediziosi imperversavano come si è detto, tanto che soppressero in pieno giorno nel tempio della Sapienza un tal Ignazio – figura non dappoco.

35- Commesso il crimine, lo scompiglio che ne nacque giunse fino al sovrano, e nella sua cerchia ciascuno, traendo profitto dall’assenza di Giustiniano, ebbe cura di esagerare la gravità dei fatti, riferendo tutti gli avvenimenti fin da principio.

30 – Allora l’imperatore ordinò al prefetto della Città di punire tutti i responsabili- ed era questo Teodoto, soprannominato Zucchino,

38 – che indagò in ogni direzione, riuscendo così a catturare molti colpevoli, mettendoli a morte secondo la legge; altri invece riuscirono a salvarsi con la clandestinità,

39 – poiché era destino che intanto i romani, con tutta la loro potenza, andassero in rovina. Ma Giustiniano si salvò di inattesa salvezza e subito decise di fare uccidere Teodoto, siccome stregone e mago.

40- Poiché non poteva appoggiarsi su pretesto alcuno per distruggerlo, sottopose a tortura severissima taluni dei suoi congiunti, pur di strappare loro qualche mala parola contro di lui,

41- ma nessuno cedette; semmai lamentavano in silenzio la macchinazione contro Teodoto. Parlò soltanto Proclo che ricopriva la carica di questore: e disse che Teodoto era innocente rispetto all’accusa, e che non meritava in nulla la morte. 42- Allora Teodoto viene deportato a Gerusalemme, per volontà imperiale – e lì apprese che erano arrivati per lui certi sicari: allora si nascose nel Tempio per passarvi tutto il tempo che gli restava, e così visse fino alla morte.

Continua libro IX

 

NOTA: 1- Continua Procopio nel pessimo curriculum di Teodora, facendone una regina di prostituzione, esercitata in ogni paese d’Oriente in cui si trovasse. 2- Tali erano anche gli sconci servizi di Teodora nei confronti di Ecebolo di Tiro. 3- Procopio mette in evidenza le analoghe cattive inclinazioni nella gestione del potere di Giustiniamo e Teodora. 4- La Pentapoli era una regione a nord-est dell’Africa, comprendente le cinque città di Berenice, Tauchira, Tolemaide, Cirene e Apollonia; durante il regno di Diocleziano fu costituita in provincia (Libia Superiore)

Luciano Magnalbò

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