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Omicidio Mastropietro: la Procura di Roma chiede sei anni e sei mesi per l’ex fidanzato pusher

pamela

Si è tenuto martedì mattina a Roma un nuovo ed importante processo per la famiglia Mastropietro. Questa volta sotto accusa è Andrei Claudiu Nitu, ex fidanzato pusher di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana uccisa, fatta a pezzi e richiusa all’interno di due trolley dal nigeriano Innocent Oseghale, al momento unico presunto colpevole condannato all’ergastolo.

Pamela avrebbe avuto una relazione con Nitu mentre era a Roma, tra il settembre 2016 e il giugno 2017.

Per la Procura di Roma, in quel periodo di 10 mesi, il ventunenne di origini romene savrebbe approfittato delle fragilità di Pamela, che all’epoca dei fatti era minorenne.

Per l’accusa, Pamela Mastropietro si sarebbe fidata di Andrei Claudiu Nitu

Per l’accusa, Pamela si sarebbe fidata di Andrei Claudiu Nitu che, oltre a catapultarla nel mondo della droga, avrebbe costretto la ragazza a rubare in casa apparecchi e oggetti preziosi, con lo scopo di rivenderli in cambio di soldi che sarebbero serviti per l’acquisto delle dosi.

Inoltre, sempre per la Procura di Roma, Nitu avrebbe voluto far prostituire Pamela, eventualità alla quale la giovane si sarebbe opposta con fermezza.

Prima della relazione con il ventunenne romeno, Pamela non faceva uso di droga e, in molte occasioni, Alessandra Verni ha denunciato questa circostanza.

Una volta cocnlusa la relazione con Andrei Claudiu Nitu, Pamela è arrivata nelle Marche per recarsi nella Comunità Pars di Corridonia con l’obiettivo di risolvere i propri problemi. Tuttavia, il 29 gennaio 2018, si è allontanata dalla stessa andando incontro al suo tragico e cruento destino.

Per i pm, Nitu deve rispondere di  cessione di sostanze stupefacenti, induzione alla prostituzione e circonvenzione di incapace.

Durante la prossima udienza, che si terrà il 24 Marzo 2020, si saprà se la richiesta della Procura è stata accolta o meno.

La famiglia Mastropietro, dopo questa prima udienza, si sente fiduciosa. A dirlo è il legale della famiglia e zio di Pamela, Marco Valerio Verni.

In aula, mamma Alessandra, come per il processo a carico di Innocent Oseghale, ha mostrato grande compostezza alternata ad attimi di commozione.

“Per i genitori di Pamela è dilaniante ripercorrere ogni volta quei momenti dolorosi”, dichiara l’avvocato Verni che aggiunge: “Il loro obiettivo era quello di aiutare la figlia, salvaguardandola  dalle sue fragilità. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che si sarebbe verificata una simile tragedia”.

Elisa Cinquepalmi

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