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Covid-19, l’allarme: “Malati reali dieci volte tanto quelli dichiarati”

policlinico

Covid-19, una realtà sconvolgente sta emergendo con forza giorno dopo giorno: non sappiamo in realtà quanti sono i veri malati. A rappresentare lo stato delle cose un servizio mandato in onda ieri sera da Mario Giordano nell’ambito della trasmissione Fuori dal Coro. A Robbio, in provincia di Pavia, il sindaco sta facendo i tamponi a tutta la popolazione. E stanno arrivando in molti anche fuori regione. Lì è giunto anche il direttore di Focus, perchè accusava sintomi riconducibili al Covid-19. Ma non gli è stato fatto alcun tampone.

E’ grazie a questa possibilità che è venuto a conoscenza del fatto di non aver contratto il virus. In Lombardia, da quanto è stato possibile apprendere, il tampone non viene fatto a nessuno, se non a chi va al pronto soccorso o a chi viene ricoverato. A Robbio i test sono stati effettuat ad almeno 2000 persone, di cui il 15% è risultato essere positivo. In regione si hanno reagenti per 5mila tamponi al giorno, come dichiarato dal governatore Fontana. Il che vuol dire che non ci sono reagenti in quantità sufficiente per effettuare test ad ampio raggio.

I contagi fantasma, secondo i virologi, sarebbero almeno dieci volte tanto quelli dichiarati, stando ad una indagine svolta dall’ordine dei medici di Bergamo.  Solo nella loro provincia i contagiati sarebbero 65mila, cioè il numero totale dell’intera Lombardia. Questo vuol dire dire che, una volta tornati al lavoro, potrebbero essere contagiosi. I morti, stando alle stime, sarebbero invece almeno il triplo rispetto a quelli ufficiali. Ci sarebbero quindi molti più malati di quanto si immaginava, la maggior parte dei quali sarebbero chiusi all’interno delle proprie abitazioni. Massimo Galli aveva già parlato di “malati fantasma” e di focolai all’interno delle nostre case.

Secondo l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, esisterebbe infatti un sommerso per quanto riguarda positivi al Covid-19 e deceduti, per cui non è semplice avere stime attendibili.

“Il numero di contagiati – ha più volte dichiarato – è più elevato di quello dichiarato in Italia. Qui abbiamo tante persone che hanno contratto il Covid-19 e che però sono rimaste fuori dalle statistiche, più di quanto non appaia dai dati ufficiali”.

“I casi veri nella città di Milano – aveva puntualizzato rispondendo alle domande di Sky Tg24 – sono forse 5-6 volte quelli accertati, in Lombardia i casi veri sono dieci volte quelli accertati”.

Come si individuano?

“Non si può stare ad aspettare ancora – risponde – qualche settimana, bisogna sperimentare, inventare programmare qualcosa. Bisogna arrivare alla gente chiusa in casa. Se dovessi giudicare dalla marea di mail che ricevo, le persone stanno solo aspettando indicazioni per poter avere una diagnosi”.

“Secondo me – aggiunge – bisogna essere molto pragmatici e tentare anche di stabilire meglio quali sono gli obiettivi. Se una persona è in casa con sintomi con altre che non ne hanno, bisognerebbe farle il tampone. La quantità di tamponi disponibili è assolutamente inferiore al fabbisogno. Abbiamo poche settimane per poter ragionare su una riapertura”.

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