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Anticipazioni per “The Rake’s Progress (La carriera di un libertino)” di Stravinskij del 6 maggio alle 17.45 su RAI 5: dall’Accademia di Santa Cecilia di Roma

la carriera di un libertino

Anticipazioni per “The Rake’s Progress (La carriera di un libertino)” di Stravinskij del 6 maggio alle 17.45 su RAI 5: diretto da Daniele Gatti con la regia di Lorenzo Mariani dall’Accademia di Santa Cecilia di Roma

Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia" in concerto il 29 ...

In onda oggi pomeriggio mercoledì 6 maggio alle 17.45 su RAI 5, il dramma per musica in tre atti The Rake’s Progress (La carriera di un libertino) di Igor Straviskij su libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman, proposto nell’edizione del 2006 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretto da Daniele Gatti con la regia di Lorenzo Mariani.

L’opera, su libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman, è realizzata in forma semi-scenica con l’orchestra sul palco, in primo piano, anziché in buca come avviene nei teatri d’opera, ad assumere il ruolo dell’autentica protagonista. Sulla scena pochi elementi e moltissimi giornali, per evocare il fatto di cronaca al quale si ispirò il pittore inglese settecentesco William Hogarth per la serie di incisioni che Stravinskij vide all’Art Institute di Chicago nel 1947, e che ispirarono il suo lavoro. Le voci dei solisti sono quelle di Rainer Trost (Tom Rakewell), James Morris (Nick Shadow), Ellie Dehn (Anne) e Sara Fulgoni (Baba la turca). Accanto a loro l’Orchestra e Coro dell’Accademia di Santa Cecilia.

The Rake’s Progress (in italiano La carriera di un libertino) è un’opera lirica di Igor’ Fëdorovič Stravinskij su libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman.

Nel 1947 Stravinskij visitò l’Art Institute of Chicago dove erano esposte una serie di incisioni settecentesche e rimase colpito da un gruppo di otto immagini di William Hogarth intitolate “The Rake’s Progress” che gli suggerirono subito una sequenza di scene d’opera. Già dai primi anni del suo trasferimento negli Stati Uniti Stravinskij pensava di comporre un’opera su testo inglese e questa fu l’occasione per dare avvio al lavoro. Il suo vicino e amico Aldous Huxley gli suggerì di avvalersi come librettista di Wystan Hugh Auden che iniziò subito a lavorare col musicista per definire l’intreccio e la sceneggiatura[1]. Auden chiamò in seguito a collaborare al libretto l’amico Chester Kallmann e il testo fu terminato nel marzo del 1948. Stravinskij impiegò tre anni per stendere la partitura che finì il sette aprile 1951. La prima rappresentazione avvenne l’11 settembre 1951 a Venezia a La Fenice in coproduzione con il Teatro alla Scala; la direzione fu dello stesso compositore, sostituito nelle repliche successive da Ferdinand Leitner. L’opera riscosse un buon successo di pubblico, ma non entusiasmò molto la critica. Tuttavia oggi è una delle opere più apprezzate e rappresentate di Stravinskij.

Trama

L’azione si svolge in inghilterra nel XVIII secolo.

Atto primoTom Rakewell, giovanotto scapestrato, amoreggia con Anne nel giardino della casa del padre di lei Trulove. Questi offre al giovane un lavoro da contabile che Tom rifiuta perché non ha alcuna voglia di lavorare e desidera solo diventare ricco. All’improvviso appare uno sconosciuto, Nick Shadow, che annuncia a Tom la morte di uno zio che lo ha lasciato erede di un cospicuo patrimonio. Il giovane assume Nick e si stabilisce a Londra. Nella grande città il giovane, incitato da Shadow, si abbandona ad una esistenza dissoluta nel bordello di Mother GooseAnne, intanto, decide di raggiungere il fidanzato a Londra.

Atto secondoTom, annoiato ormai dai piaceri e dai vizi, suggestionato da Shadow, si lascia convincere a sposare Baba la turca, la donna barbuta del circo; soltanto così, gli dice l’amico, agendo in piena libertà, potrà essere felice. Anne incontra Tom mentre egli rientra a casa in portantina insieme a Baba che, acclamata dalla folla, mostra la lunga barba nera. Il giovane confessa alla stupefatta Anne che quella è la sua sposa. Dopo poco tempo Tom inizia a non sopportare più la moglie petulante e arrogante e, stanco della sua vita inutile, vuole fare del bene alla gente con una macchina che trasforma le pietre in pane.

Atto terzo. L’impresa si rivela un fallimento e Tom perde tutti i suoi averi che vengono messi all’asta compresa BabaShadow, come Mefistofele, in base ad un patto stipulato con Tom, pretende da lui l’anima, ma gli dà un’ultima possibilità di salvarsi con una partita a carte. Tom, grazie al suo amore per Anne, riesce a sconfiggere Shadow che sprofonda tra le fiamme portando però con sé la ragione del giovane. In manicomio, Tom, fuori di senno, si crede Adone, scambia Anne per Venere e le chiede perdono. Quando Trulove sopraggiunge e porta via la figlia, Tom, non trovandola più, muore con il cuore spezzato. Il sipario si chiude sulla morale finale: ” tra gli uomini il diavolo trova sempre lavoro da fare”.