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Sport, Samb: il neo presidente Domenico Serafino si presenta alla stampa: “Sono qui per un progetto di lunga durata”

di Marco De Berardinis

Nella mattinata di sabato 13 giugno Domenico Serafino si è presentato alla stampa, con interviste scaglionate causa Coronavirus

A causa delle norme stringenti, il neo presidente Domenico Serafino nella sala stampa del Riviera delle Palme, risponde alle domande dei giornalisti presenti nel numero di tre o quattro per volta.

Presidente, quali motivi l’ha spinta ad acquistare il club rossoblu?

“San Benedetto è una bellissima città e c’è una tifoseria caliente. Da ragazzo, negli anni ’80, vidi una partita al Ballarin e rimasi impressionato, due anni fa, essendo originario di Cosenza, vidi la sfida ai quarti di playoff e rimasi colpito come lo rimasi da ragazzino. Da fuori ho sempre apprezzato questa passionalità molto argentina. Nell’autunno scorso ho ricevuto dei segnali sulla possibilità di prendere la Samb, che sembrava in vendita, nello stesso periodo mi hanno offerto anche altri club italiani, ma mi sono detto che se c’era da fare uno sforzo l’avrei fatto qui. Nei mesi successivi mi è stata segnalata un’intervista in cui Fedeli aveva detto che si era stancato, e così ho deciso di entrare in contatto con lui”.

Chi sarà il suo socio in questa nuova società?

Il mio socio sarà Kim Dae Jung ,di origini coreane che vive negli USA: “Lui è socio di minoranza della Srl Sudaires, che ha sede a Milano, la società in cui investiamo nel calcio: il Bangor City lo scorso anno e adesso la Sambenedettese. Lui ha una sua attività propria, nel campo dell’alimentazione vegana e ha grandi investimenti a livello immobiliare. Lui mi accompagnerà in questo progetto, verrà qui a luglio a visitare lo stadio”.

La sua scelta sulla Samb è caduta perché ha una grande tifoseria, giusto? Ma quest’anno gli introiti saranno ridotti rispetto agli altri anni.

“Ho messo in preventivo questo problema so che il primo anno l’investimento sarà alto per mancanza di introiti, purtroppo è un prezzo che toccherà a tutti per colpa della pandemia. Però per i tifosi abbonati, che sono stati penalizzati, ho chiesto di creare una campagna abbonamenti ultra popolare, che permetterà loro di riabbonarsi a una cifra simbolica. Il tifoso non può essere penalizzato per colpe non sue”.

Verrà riconfermato, dopo i play off, lo staff tecnico?

“Abbiamo lavorato giorno e notte per prepararci e organizzarci per il futuro. A livello tecnico se ne parlerà da settembre in poi, per ora nessuna decisione è stata presa: Serafino ha già parlato con il tecnico Montero: Non lo conoscevo, ma mi ha fatto un’ottima impressione è una grande persona e un professionista di livello) e il direttore generale Cinciripini: Per il momento fa parte della società e mi sembra un grande professionista, però non c’è stata alcuna conferma per l’anno prossimo. Il neo presidente è stato esplicito: Al momento non faccio scelte, perché devo conoscere e capire il materiale umano che c’è qui. Voglio vedere e valutare tutti in prima persona, dai dirigenti ai giocatori fino ai dipendenti. C’è tempo per valutare.

L’unica certezza resta l’arrivo di Pedro Pablo Pasculli, che avrà un ruolo nell’area tecnica, non ho ancora deciso quale, ma so che sarà importante avere i suoi consigli. Diverso il settore giovanile, dato lo stop definitivo dei campionati a causa coronavirus: Farò una riunione con tutti per capire bene come strutturare il settore giovanile, quali figure professionali mancano e quali bisogna aggiungere.

“In ogni caso, prosegue il neo presidente, dobbiamo partire dal settore giovanile, creare delle strutture che ad oggi momento non ci sono. Intanto ho iniziato a cercare aree in cui ci sia spazio almeno uno due campi per il settore giovanile, i ragazzi devono avere una struttura della Sambenedettese: una società così non può non avere campi di allenamento, spero che si trovi un modo”.

Quali saranno gli obiettivi della Sambenedettese?  

“Ovviamente voglio una squadra competitiva, ma voglio che alla lunga riesca a tenersi in piedi da sola, dipendere da se stessa. Le collaborazioni coi grandi club sono importanti, ma non possiamo dipendere da quelli. È importantissimo lavorare sulla ricerca di talenti locali, magari parlando con le altre società: dobbiamo avere tutti giocatori di questa area, chi arriva da fuori deve essere forte per davvero. Bisogna avere uno zoccolo duro di giocatori, così da non dipendere dalla volubilità degli altri presidenti. Qui intorno ci sono dei talenti che si perdono per strada perché nessuno li tira su, dobbiamo pensarci noi.