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Il film consigliato nel pomeriggio in TV: “Fuga per la Vittoria” giovedì 25 giugno 2020

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Il film consigliato nel pomeriggio in TV: “Fuga per la Vittoria” giovedì 25 giugno 2020 alle 16:50 su IRIS (Canale 22)  

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Fuga per la vittoria (Victory) è un film del 1981 diretto da John Huston con Sylvester StalloneMichael Caine, Max von Sydow e Pelé.

Il film, liberamente ispirato alla partita della morte tenutasi a Kiev il 9 agosto 1942 tra una mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell’aviazione tedesca Luftwaffe,[1] mantiene ancora oggi una notevole popolarità, soprattutto per la presenza di grandi calciatori dell’epoca a fianco degli attori principali, tra cui il celeberrimo Pelé.

Nell’agosto del 2015Rolling Stone lo mette al ventunesimo posto della classifica dei migliori film sportivi della storia del cinema.

«Hatch, se scappiamo ora, perdiamo più che una partita.»
(Luis Fernandez)

1942Seconda guerra mondiale. Durante una visita ad un campo di concentramento per prigionieri Alleati, il maggiore nazista Von Steiner, con un passato da calciatore anche tra le file della Nazionale tedesca, riconosce tra gli ufficiali britannici prigionieri un suo ex collega, il capitano John Colby, anch’egli militante in Nazionale nonché nel West Ham. Dispiaciuto del fatto che le circostanze, che li vedono su due fronti belligeranti opposti, non permettano loro di discorrere dei loro passati sportivi come desidererebbero, Von Steiner tuttavia ha l’idea di organizzare un incontro di calcio tra una selezione di calciatori Alleati e la squadra sportiva di una vicina base tedesca.

All’inizio i compagni di prigionia di Colby si dichiarano contrari all’iniziativa, sicuri che il comando britannico non approverebbe e consci che la propaganda tedesca potrebbe sfruttare l’evento per caricarlo di significati extra-sportivi. Ma il capitano è stimolato dal confronto, anche perché tra le truppe britanniche può vantare giocatori di livello come l’altro inglese Brady, lo scozzese Hayes e il coloured originario di Trinidad Luis Fernandez. Un prigioniero canadese, Hatch, benché non sia capace di giocare a calcio chiede ed ottiene di aggregarsi al gruppo. Il suo iniziale piano di fuga, infatti, è andato in fumo in quanto due guardie, delle quali aveva imparato tutti i movimenti, sono state spostate dalla sorveglianza delle docce, attraverso cui aveva pensato di scappare, a quella dei giocatori. Colby si convince, e ne giustifica la presenza in squadra adducendo come motivo la necessità di un preparatore atletico.

Come gli altri ufficiali britannici avevano supposto, il comando tedesco, volendo trasformare l’evento in un veicolo di propaganda, toglie di mano a Von Steiner l’organizzazione dell’incontro, sostituendo la squadra della base con la stessa Nazionale tedesca e fissando il luogo della sfida allo Stadio di Colombes a Parigi. Von Steiner capisce subito che, a quel punto, la partita non avrà più significato sportivo e il comando tedesco metterà in atto qualsiasi stratagemma per vincere e conquistarsi il primato d’immagine di fronte agli Alleati. Lo stesso maggiore, tuttavia, percepisce le richieste di Colby di avere una squadra composta da ex-atleti come lui, fornendogli così una lista di giocatori, ora prigionieri di guerra, appartenenti a Paesi Alleati o invasi dalla Germania. Giungono così al campo elementi di spessore, tra cui il belga Filieu, l’olandese van Beck e il norvegese Hilsson. Giungono però anche, in pessime condizioni di denutrizione, calciatori dell’Europa Orientale prelevati dai campi di lavoro.

Il comando Alleato, di contro, intuisce che la partita può costituire un’irripetibile occasione di fuga per i prigionieri impegnati nella stessa, sicché incarica Hatch di fuggire per mettersi in contatto con la Resistenza francese. Scappato dal campo, Hatch raggiunge clandestinamente Parigi, dove alcuni partigiani si adoperano per organizzare la fuga dei calciatori Alleati durante l’intervallo tra i due tempi: essi fuggiranno dai lavatoi, che comunicano direttamente con la vecchia rete fognaria. Occorre che qualcuno avverta la squadra del piano in atto, e quindi tocca ancora al canadese sacrificarsi: si lascia catturare dai tedeschi nelle vicinanze campo di prigionia, sicuro di essere rimandato allo stesso posto e di poter comunicare a Colby le informazioni ricevute. Ma è impossibilitato a farlo, poiché viene punito per tentata fuga con la detenzione in cella di rigore. Al fine di reinserirlo in squadra, Colby, ricordandosi di averlo visto cavarsela discretamente in porta durante la preparazione, chiede e ottiene da Von Steiner la riammissione come estremo difensore al posto del titolare, Tony Lewis, sostenendo che questi si è fratturato il braccio allenandosi. Destinato a essere visitato dal medico del campo per accertare la veridicità del suo infortunio, Lewis si vede costretto a farselo provocare sul serio dallo stesso Colby.

Il giorno dell’incontro, lo stadio di Colombes è decorato di bandiere a croce uncinata, ma è altresì pieno di civili francesi: gli unici tedeschi sono militari, in un ambiente a loro ostile. Lo speaker inglese, che commenta la partita a beneficio dei radioascoltatori britannici, propone in sottofondo degli applausi preregistrati per dare l’impressione che la folla sia entusiasta della prestazione tedesca. Come paventato da Von Steiner, un pavido arbitro proveniente da un Paese neutrale non è in grado di tenere in mano l’incontro in maniera imparziale e sorvola sulle numerose scorrettezze dei tedeschi. Ne fanno le spese Hatch, toccato duro nelle mischie in area, e soprattutto Fernandez, costretto a uscire dal campo a seguito di un violento scontro che gli provoca un trauma allo sterno, lasciando i compagni in dieci non essendo all’epoca ancora consentite le sostituzioni. La Germania si porta in vantaggio fino al 4-0, con l’ausilio di una rete segnata su un rigore assai dubbio, finché in prossimità dello scadere gli Alleati realizzano il loro primo gol grazie a Brady, ben imbeccato da un cross proveniente dalla sinistra.

Al termine del primo tempo negli spogliatoi è tutto pronto: i resistenti parigini hanno rotto il tramezzo che separa i lavatoi dal tunnel di fuga. Ma prima alcuni giocatori, poi anche Colby, rifiutano di scappare perché sono convinti di poter ribaltare l’incontro e vincerlo. I resistenti tentano di dissuaderli, poiché alla fine della partita non ci sarà più tempo per la fuga, ma ormai la sfida è diventata una questione d’onore per Colby e compagni, che riescono a convincere anche il riluttante Hatch. Gli Alleati rientrano in campo e iniziano a giocare in maniera convinta e determinata, ricorrendo pure alla stessa durezza usata dai tedeschi nel primo tempo. Trascinati dall’entusiasmo degli spettatori francesi sugli spalti, riescono a portarsi prima sul 2-4 grazie a Rey, che realizza scartando persino il portiere, poi sul 3-4 con Hayes, che raccoglie su corta respinta del portiere, e si vedono annullare il gol del pari di Hillson per un presunto fuorigioco. A quel punto l’infortunato Fernandez rientra in campo proteggendosi il petto con un braccio e, su un cross di Brady, si esibisce in una spettacolare rovesciata che infiamma il pubblico e porta le squadre in parità sul 4-4. La bellezza del gesto tecnico entusiasma anche Von Steiner, che si alza ad applaudire sportivamente il gol, tra la silenziosa ma evidente disapprovazione degli altri ufficiali tedeschi in tribuna d’onore.

Dopo aver fallito di poco il gol del clamoroso 5-4, all’ultimo minuto di gioco gli Alleati si vedono assegnare contro un altro rigore, anche questo piuttosto discutibile. Dinanzi alle loro proteste, gli spettatori francesi intonano con fierezza la Marsigliese in segno di orgoglio e incoraggiamento. Il portiere Hatch e il capitano tedesco Baumann si trovano faccia a faccia e si fissano intensamente negli occhi per lunghi istanti. Hatch, fino a quel momento non impeccabile, vola a parare il rigore calciato dal semi-ipnotizzato Baumann. Lo stadio esulta e gli spettatori invadono il campo travolgendo le barriere intorno al terreno di gioco e superando le guardie armate. Nella confusione che si genera, i giocatori Alleati vengono portati via dalla folla e fuggono dagli ingressi principali. Il maggiore Von Steiner, dalla tribuna, osserva la scena con un’espressione di sportiva indulgenza, che fa da contraltare al disappunto dei gerarchi nazisti seduti poco distanti da lui.

Regia di John Huston

Con: Sylvester StalloneMichael Caine, Max von Sydow e Pelé

Fonte: WIKIPEDIA