sabato, Aprile 20, 2024
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Sanità privata, a Villa Betania tolte le bandiere dei sindacati in protesta. Cgil Cisl Uil: “Atto gravissimo”

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Sanità privata, a Villa Betania tolte le bandiere dei sindacati in protesta. Cgil Cisl Uil: “Atto gravissimo verso i lavoratori senza contratto: la vergogna non si nasconde. Dopo le diffide, pronti al ricorso per condotta antisindacale”

Roma – “Provano a salvare la faccia, ma la vergogna non si nasconde. La reputazione dell’imprenditoria sanitaria accreditata è carta straccia. E non per le bandiere di una sacrosanta protesta, ma per il contratto negato da 14 anni”. Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio– denunciano gli “atti gravissimi e reiterati” che la proprietà della casa di cura Villa Betania sta mettendo in atto contro la mobilitazione dei lavoratori per il contratto: “E’ inqualificabile far togliere le nostre bandiere simbolo di democrazia e dei diritti costituzionali dei lavoratori”.

“Dopo due diffide già partite durante il fine settimana, denunceremo la direzione per condotta antisindacale”, attaccano i segretari regionali di categoria. “Non solo rimetteremo le bandiere al loro posto, ma le metteremo raddoppiate. Qui c’è in gioco il futuro dei 24mila lavoratori della sanità accreditata che mandano avanti metà del servizio sanitario regionale e che, nonostante i sacrifici affrontati durante la pandemia e una preintesa già firmata, devono ancora vedere il rinnovo del Ccnl”.

“Questi datori di lavoro si comportano da predoni con i soldi dei contribuenti”, rincarano Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “E proprio Villa Betania ne è l’esempio. Abbiamo già segnalato alla Regione Lazio la convenzione stilata con la Asl Roma 1 per lo smaltimento delle liste di attesa: un accordo fuori dal tempo e da ogni logica che assicura extra-profitti alla struttura privata, quando la metà delle 13 sale operatorie disponibili nelle strutture pubbliche (Santo Spirito e San Filippo Neri) restano inutilizzate. Così si torna indietro di decenni, con i soldi garantiti ai privati e i rischi addossati al pubblico. Senza contare che si continua a fare cassa sulle spalle dei lavoratori, che vedranno aumentare i carichi di lavoro senza riconoscimenti e senza contratto.

Chiediamo regole certe: niente soldi pubblici a chi non rinnova i contratti e non rispetta i lavoratori”.
“Noi non ci facciamo intimidire. E visto il silenzio della Regione, stiamo provvedendo a segnalare i fatti alle altre istituzioni competenti: Corte dei conti, Ministero della Salute, Ispettorato della Funzione pubblica”, concludono i sindacalisti. “La nostra mobilitazione non arretrerà di un millimetro. Ogni provocazione non avrà altro effetto che far aumentare la determinazione dei lavoratori che il 16 settembre prossimo saranno in piazza davanti ad Aiop (dalle ore 9) e Regione (dalle ore 13) per lo sciopero nazionale della sanità privata”.

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