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Morto il dottor Cesare Buresta. Fece di Ripatransone il centro della chirurgia senza sangue in Italia

cesare buresta

Ripatransone – E’ deceduto qualche giorno fa (24 ottobre) a Bologna all’età di 86 anni, il dottor Cesare Buresta. Il comune di Ripatransone ha voluto ricordarlo per il lustro che il medico ha dato alla città.

Il dottor Buresta, che per anni operò come chirurgo anche al Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto, ha il merito di aver praticamente aperto in Italia, la strada alla chirurgia senza sangue. Questo proprio a Ripatransone, piccola cittadina  in provincia di Ascoli Piceno.

Tutto era iniziato molti anni fa, precisamente nel 1972, quando un testimone di Geova adulto della zona, si presentò al dottor Buresta con un grave problema medico alla milza, che dovette poi essere asportata. A differenza di altre equipe ospedaliere che avevano rifiutato di operare il paziente ponendo la condizione sine qua non del ricorso alle trasfusioni, Buresta decise di intervenire ugualmente rispettando la convinzione del paziente. L’operazione riuscì perfettamente tanto che il paziente sopravvive ancora oggi.

Da allora in poi, il piccolo ospedale di Ripatransone diverrà meta di centinaia di persone di tutte le età, provenienti dalle più disparate località della Penisola, che troveranno medici pronti a cooperare nel curare il paziente rispettando le sue convinzioni, in linea con il lungimirante articolo 32 della Costituzione italiana.

L’input proveniente dalla nuova situazione sanitaria che si delineava a Ripatransone e in poche altre località italiane, permise a migliaia di medici e operatori sanitari di guardare alla chirurgia senza sangue come a una tecnica praticabile e utilizzabile anche per interventi complessi.

Già oltre 40 anni fa, in un convegno tenuto proprio nell’ospedale cittadino dal tema “Trasfusione di sangue e metodiche alternative”, Buresta illustrava in una relazione, i risultati conseguiti dopo centinaia di interventi chirurgici senza emotrasfusioni effettuati con successo. Il periodico Panorama nell’edizione del 23 luglio 1979 scrisse a proposito degli interventi chirurgici ultimati all’interno del piccolo ospedale di Ripatransone: “Oggi grazie all’evoluzione e alla messa a punto di nuove tecniche, secondo Buresta si può operare senza trasfusioni di sangue nel 99% dei casi. Un risultato che potrebbe consentire notevoli vantaggi”.

Secondo quanto riportate dal sito www.jw.org, attualmente in Italia sono più di 5.000 i medici che hanno accettato di curare pazienti testimoni di Geova e i loro figli, con tecniche mediche e chirurgiche efficaci che non prevedono l’uso di emotrasfusioni. In media ogni anno nel nostro paese vengono curati con queste tecniche 16.000 pazienti Testimoni.

Un progresso che ha visto il dottor Cesare Buresta, l’ospedale di Ripatransone e i sanitari di quel tempo, indiscussi protagonisti. E questo, per il bene non solo dei testimoni di Geova, ma anche per la medicina, la chirurgia in generale e il vantaggio di tutti i cittadini.

Roberto Guidotti

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