venerdì, Aprile 19, 2024
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Benzinai: chiusi i rifornimenti autostradali dal 30 novembre

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Benzinai: chiusi i rifornimenti autostradali dal 30 novembre

A partire dal 27 novembre saranno sospese nei fine settimana, prima di notte e la settimana successiva anche di giorno, le aperture dei rifornimenti di carburante in autostrada.

Così scrivono Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, in una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al governo.

“Constatato il presso ché azzeramento delle vendite a fronte del mantenimento dei costi fissi, dalla fine della prossima settimana non saranno più in grado di garantire l’apertura degli impianti. Con continuità e regolarità – , si legge nella lettera – se non c’è mobilità, non ci sono erogati e non c’è fatturato. E i gestori non possono rimanere con gli impianti aperti a solo presidio del territorio”. E aggiungono: “Una sia pur minima interlocuzione è sempre stata rifiutata dal Ministro Patuanelli e che permane una sorta di indifferenza alle problematiche sollevate. La distribuzione dei carburanti ha subito in questo 2020, un vero e proprio tracollo che porta a registrare perdite di erogato (e fatturato) superiore al 40% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale”.

“Non si sono concretizzati gli interventi ripetutamente annunciati – lamentano i gestori – quali il trasferimento alle gestioni della riduzione delle royalties da parte dei concessionari autostradali agli affidatari e che la categoria è ancora in attesa dell’emanazione da parte del Mise dei decreti attuativi sui “contributi figurativi”

Una situazione pesante, quella denunciata dai gestori degli impianti di rifornimento autostradali, che con i vari blocchi della circolazione causati dai vari DPCM hanno visto crollare il fatturato.

Un fenomeno che sta colpendo anche il sistema dei rifornimenti di carburanti extraurbano, di cui poco si parla, dimenticando che se gli autoveicoli non possono circolare, perché viene inibita la circolazione totalmente o parzialmente, quando non è consentito l’attraversamento di regioni, certamente il consumo dei carburanti viene meno, e quindi il servizio, ritenuto di pubblica utilità, non ha ragion d’essere.

Tuttavia, se nelle reti autostradali i gestori che spesso fanno parte di grosse catene in contatto con grandi associazioni di categoria, i gestori dei rifornimenti che presidiano le reti extraurbane non autostradali, che tra l’altro non fruiscono nemmeno delle maggiorazioni sul costo dei carburante in atto invece per gli impianti autostradali, il problema del calo dei fatturati potrebbe rivelarsi di maggiori proporzioni.

In ogni caso, oltre al pericolo di vedere piano, piano scomparire questi importanti punti di rifornimento, il disagio che si genera per tutti coloro che viaggiano diventa un reale problema che contribuisce a limitare gli spostamenti. Danno su danno che genera ulteriore danno.

Ettore Lembo  

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