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Anticipazioni per “Il viaggio a Reims” di Rossini del 13 gennaio alle 10 su Rai 5: dal Teatro dell’Opera di Roma

viaggio a Reims

Anticipazioni per “Il viaggio a Reims” di Rossini del 13 gennaio alle 10 su Rai 5: con la regia di Damiano Michieletto e la direzione di Stefano Montanari, dal Teatro dell’Opera di Roma

Teatro dell'Opera di Roma - Rome, Italy | Facebook

Per la Grande Lirica in TV oggi mercoledì 10 giugno alle .10 su RAI 5 va in onda “Il viaggio a Reims” di Gioacchino Rossini nell’allestimento andato in scena al Teatro dell’Opera di Roma nel 2017,con la regia di Damiano Michieletto e la direzione di Stefano Montanari.

Il viaggio a Reims (titolo completo: Il viaggio a Reims ossia L’albergo del Giglio d’Oro) è un’opera buffa in un atto di Gioacchino Rossini su libretto di Luigi Balocchi ispirato da Corinna o l’Italia di Madame de Staël.
L’opera fu composta per l’incoronazione di Carlo X a re di Francia e fu eseguita per la prima volta a Parigi, nel Théâtre Italien, il 19 giugno 1825.

L’opera non ha una sua ouverture.[3] La cosiddetta sinfonia de Il Viaggio a Reims, derivata da una serie di danze de L’assedio di Corinto (1826), una delle quali era stata rielaborata da Rossini proprio su un auto-imprestito dai balletti finali de Il viaggio a Reims,[4] è frutto di un’erronea attribuzione o di un falso storico. Essa è stata pubblicata a Milano, nel 1938, nella revisione di Giuseppe Piccioli,[5] e fu eseguita per la prima volta al Teatro alla Scala, il 5 novembre 1938, sotto la direzione di Richard Strauss.[3] Essa è stata in seguito ripetutamente registrata come presunta ouverture de Il viaggio a Reims, finché non è stato possibile addivenire alla ricostruzione della partitura.

«Destino maledetto, non ce la puoi ficcare, e tutti a tuo dispetto andiamo a giubilare!»
(Don Profondo, Milord Sidney, Don Alvaro)

L’opera, pur essendo formalmente costituita da un atto unico, è di dimensioni notevoli (dura circa tre ore) e fu in effetti suddivisa in tre parti alla sua prima rappresentazione.[4] Essa ottenne comunque un deciso successo, dovuto soprattutto, da un lato, alla grande attesa dei parigini per la prima opera composta dal Cigno di Pesaro per la capitale francese, dall’altro alla fama e bravura dei numerosi artisti, tutti i gran nomi del canto italiano allora presenti a Parigi, con qualche rinforzo locale di rilievo.

Dato il suo carattere celebrativo e d’occasione, l’opera non poteva entrare in repertorio, e infatti Rossini ne ritirò la partitura dopo sole tre rappresentazioni e ne impedì ogni altra esecuzione, limitandosi, tre anni dopo, a riutilizzarne egli stesso molti numeri per Le Comte Ory. Nel 1848, tuttavia, il Théâtre Italien riuscì in qualche modo a rimetterla in scena, su un nuovo libretto intitolato Andremo a Parigi?, per celebrare, questa volta, niente meno che le barricate rivoluzionarie. Dopo un’ulteriore fugace riapparizione come Il viaggio a Vienna, nel 1854, in occasione delle nozze tra Francesco Giuseppe e Elisabetta di Baviera, dell’opera non si ebbe più notizia e la partitura fu ritenuta per più di un secolo dispersa, fino al ritrovamento nel 1977, presso la Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, delle parti non prese in prestito per Le Comte Ory.[6]

Grazie alla Fondazione Rossini di Pesaro, la musicologa Janet Johnson coadiuvata da Philip Gossett ha ricostruito e pubblicato la partitura dell’opera, che è stata quindi rappresentata al Rossini Opera Festival di Pesaro il 18 agosto 1984, con la direzione d’orchestra di Claudio Abbado in una memorabile produzione con la regia di Luca Ronconi e la scenografia di Gae Aulenti. La prestigiosa compagnia di canto annoverava, tra le prime parti, nomi come quelli di Cecilia GasdiaLucia Valentini TerraniLella CuberliKatia RicciarelliSamuel RameyRuggero RaimondiEnzo Dara e Leo Nucci, mentre tra i comprimari figuravano cantanti del livello di Bernadette Manca di NissaWilliam Matteuzzi e Giorgio Surjan. Da allora l’opera è stata ripresa, dapprima in molti dei maggiori teatri d’opera del mondo, come nella prima del 1985 al Teatro alla Scala di Milano con lo stesso cast con Chris Merritt come Libenskof ed Armando Ariostini come Antonio; nel 1986 a Saint Louis (Missouri); nel 1987 al Guildhall School of Music and Drama di Londra; nel 1992 al Royal Opera HouseCovent Garden di Londra con Carlo Rizzi (direttore d’orchestra)Montserrat CaballéRenée FlemingJohn Aler e Sylvia McNair; nel 2005 al Grand Théâtre de Monte Carlo con Patrizia CiofiSara MingardoRockwell Blake e Raimondi; nel 2007 al Washington National Opera per il Teatro Mariinskij; nel 2012 al Teatro Comunale di Firenze con Domenico Balzani; e ancora fino ad una delle ultime rappresentazioni nel 2017 al Teatro dell’Opera di Roma con la direzione di Stefano Montanari con Maria Grazia Schiavo nel ruolo della Contessa di Folleville, poi anche in molti teatri di provincia come al Teatro Sociale di Como per la prima del settembre 2018.

Contrariamente alle aspettative, lo straordinario numero di cantanti necessario per rappresentare Il viaggio a Reims e la relativa gracilità della sua trama, invece di esserne un ostacolo alla diffusione, la facilitano. Da una parte si è visto che, essendo le parti vocali non particolarmente estese, l’opera può essere affidata agevolmente a una compagnia di giovani, dall’altra essa offre a registi fantasiosi la possibilità di sbizzarrirsi in trovate scenotecniche e registiche (come nel 2003 nell’allestimento di Dario Fo all’Opera di Helsinki o di Damiano Michieletto all’Opera di Roma nel 2017[7])

Trama

Plombières, nell’albergo termale “Il Giglio d’Oro” sono radunati ospiti illustri che si preparano a partire insieme per Reims per assistere all’incoronazione di re Carlo X.
Madama Cortese, proprietaria dello stabilimento, dà ordine alla servitù di affrettare i preparativi per il viaggio. Le belle e capricciose dame dell’alta società, la contessa di Folleville, la vedova polacca Melibea e Corinna, una famosa improvvisatrice romana, vengono corteggiate, con maggiore o minor successo, dai nobili della compagnia: il barone Trombonok, il Grande spagnolo Don Alvaro, il conte russo Liebenskof, il console inglese Lord Sidney e il Cavalier Belfiore.
Don Profondo, appassionato antiquario, si intromette nei preparativi di viaggio facendo un catalogo dei tesori degli ospiti.
Dopo varie dichiarazioni d’amore, accettate o rifiutate, litigi e riappacificazioni, e dopo che si è potuto recuperare il guardaroba della Contessa, finalmente si è pronti per la partenza.
In questo istante arriva la notizia che non si trovano più cavalli per Reims. Dopo un momento di sbigottimento generale, la contessa, offrendo ospitalità alla compagnia, propone di partire il mattino seguente con la diligenza giornaliera per Parigi, dove si stanno allestendo grandi festeggiamenti per il re di ritorno da Reims.
Per la sera viene organizzato un banchetto durante il quale, tra canti e balli, i convitati intonano gli inni delle rispettive nazioni e alla fine Corinna improvvisa sulle virtù di Carlo X.

Struttura musicale

Atto unico
  1. Introduzione Presto, presto, su coraggio – Di vaghi raggi adorno – I forestieri presto sen vanno (Maddalena, Coro, Don Prudenzio, Antonio, Madama Cortese)
  2. Aria Partir, o ciel! Desio (Contessa)
  3. Sestetto e Cavatina Sì, di matti una gran gabbia – Arpa gentil (Trombonok, Don Profondo, Don Alvaro, Melibea, Libenskof, Madama Cortese, Corinna)
  4. Scena ed Aria Invan strappar dal core (Sidney, Coro)
  5. Recitativo accompagnato e Duetto Nel suo divin sembiante (Belfiore, Corinna)
  6. Aria Medaglie incomparabili (Don Profondo)
  7. Gran pezzo concertato a 14 voci A tal colpo inaspettato – Signori, ecco una lettera (Contessa, Madama Cortese, Corinna, Delia, Melibea, Modestina, Libenskof, Belfiore, Zefirino, Don Alvaro, Sidney, Trombonok, Don Profondo, Prudenzio)
  8. Recitativo accompagnato e Duetto D’alma celeste – Al barbaro rigore (Melibea, Libenskof)
  9. Finale:
    1. Ritornello
    2. Coro L’allegria è un sommo bene
    3. Inno tedesco Or che regna tra le genti (Trombonok)
    4. Polacca Ai prodi guerrieri (Melibea)
    5. Inno russo Onor, gloria ed alto omaggio (Libenskof)
    6. Canzone spagnolo Omaggio all’augusto duce (Don Alvaro)
    7. Canzone inglese Del grand’Enrico (Sidney)
    8. Canzone francese Madre del nuovo Enrico (Belfiore, Contessa)
    9. Tirolese Più vivace e più fecondo (Madama Cortese, Don Profondo)
    10. Strofe d’improvviso All’ombra amena (Corinna)
    11. Coro Viva il diletto augusto regnator (Tutti)
Brani significativi
  • Che miro! ah! qual sorpresa!, scena (Contessa, Tutti)
  • Sì, di matti una gran gabbiasestetto (Barone, Don Profondo, Don Alvaro, Melibea, Conte, Madama Cortese)
  • Medaglie incomparabiliaria di Don Profondo
  • Ah! A tal colpo inaspettato, gran pezzo concertato a 14 voci
  • All’ombra amena, strofe di improvviso di Corinna