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Sanità Lazio, dirigenza professioni sanitarie e precariato: Cisl e Uil scrivono alla Regione

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Sanità Lazio, dirigenza professioni sanitarie e precariato, Cisl e Uil scrivono alla Regione. Chierchia (Cisl Fp) e Bernardini (Uil Fpl): “Il personale ha garantito la tenuta del sistema, ma serve innovazione organizzativa. Procedere subito con assunzioni, stabilizzazioni e incarichi in tutte le aziende del Ssr”

Roma – “Se il sistema sanitario regionale ha garantito e continua a garantire la tenuta delle prestazioni anche di fronte alla pandemia è merito dell’impegno e della professionalità del personale. Ma ora serve uno sforzo immediato di innovazione organizzativa, a partire dalle assunzioni, dalla dirigenza delle professioni sanitarie e dalla stabilizzazione dei troppi precari”.

Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – scrivono alla Regione Lazio per mettere all’indice le criticità del sistema, alle prese con la gestione dell’emergenza Covid e con la campagna di vaccinazione più vasta della storia moderna, e per chiedere un salto di qualità che spinga il Lazio verso l’eccellenza sanitaria.

“Oggi possiamo contare su equipe di sanitari: infermieri, tecnici, ostetriche, fisioterapisti, nonché operatori socio sanitari e assistenti sociali, tutti meritevoli di riconscimento per il senso del dovere, per le competenze acquisite, per il sacrificio personale che giornalmente si riscontra in qualsiasi ambiente dove c’è sofferenza e necessità”, si legge nella lettera. “Ma le assunzioni che pure sono state fatte in questi mesi non sono sufficienti. Da un lato perché, considerate cessazioni e pensionamenti, mancano ancora 10mila operatori.

Dall’altro perché la contingenza degli eventi non sempre ha consentito lo svolgimento di regolari procedure assunzionali, dato il ricorso alle agenzie di somministrazione, quando non addirittura vere e proprie esternalizzazioni di servizi affidati a cooperative. E non possiamo permettere che scelte sbagliate tornino ad alimentare l’aumento esponenziale del precariato”.

E poi c’è la questione dei dirigenti delle professioni sanitarie a cui è demandata l’organizzazione e la gestione del personale, in merito ai percorsi di salute, al funzionamento dei drive-in e del piano di vaccinazione: “Dai pronto soccorso all’assistenza domiciliare, passando per le rianimazioni, le terapie intensive, le sale operatorie, le degenze covid e quelle non covid, la diagnostica per immagini, la riabilitazione, gli esami di laboratorio fino alle prestazioni ambulatoriali, questa dirigenza è un elemento chiave di un modello sanitario avanzato.

Ma non si è fatto abbastanza per valorizzarla”, proseguono Chierchia e Bernardini. “C’è ancora tanto da fare per dare ai cittadini la sanità che pretendono e che meritano. Chiediamo alla Regione Lazio uno scatto in avanti, vista la fine delle restrizioni legate al commissariamento e le impellenze dovute all’emergenza sanitaria”, scrivono ancora i segretari di categoria di Cisl e Uil.

“Servono assunzioni che garantiscano i percorsi di salute. Servono certezze per il personale precario, come abbiamo rivendicato anche con lo sciopero nazionale del 9 dicembre scorso: applicazione della “legge Madia”, rinnovo dei contratti in scadenza e concorsi riservati per chi ne ha diritto. E serve scommettere sui dirigenti delle professioni sanitarie e degli assistenti sociali, attribuendo velocemente i relativi incarichi di responsabilità in tutte le aziende”.

“Noi non smetteremo di incalzare la politica e i management sui bisogni veri della Sanità e delle persone”, concludono Chierchia e Bernardini. “E siamo pronti ad ogni iniziativa per dare valore al lavoro degli operatori e far crescere la qualità delle cure a vantaggio della comunità”.

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