Veri ristori o semplici illusioni? Il governo Draghi al bivio
La nostra redazione ha ricevuto oggi il seguente comunicato stampa sullo scottante tema dei ristori alle aziende da parte della signora Janka Bargiacchi, legale rappresentante della società “Centralia”, che ha sede legale a Roccafluvione, in provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche e che volentieri pubblichiamo:
“Dall’analisi degli ultimi ristori alle attività chiuse per l’emergenza Covid approvati in settimana dal nuovo governo Draghi emerge che – pur riconoscendo che l’importo erogato stavolta è il più consistente dall’inizio della pandemia – purtroppo le formule utilizzate per il calcolo dei contributi a fondo perduto da erogare appaiono ampiamente insufficienti ed inadeguate, anche se si supera l’anacronistico sistema dei codici Ateco valutando invece concretamente il danno subito dalle singole aziende.
Ma nonostante ciò non si può evitare di rilevare che i danni considerati per il relativo ristoro fanno riferimento ad un solo bimestre di fatturato perso e non all’intero anno, ed i risarcimenti previsti ammontano non già al 100% ma si fermano al 30% delle somme perse.
Facciamo un esempio, come nel caso della nostra azienda: la Centralia produzioni televisive e organizzazione eventi.
Nel 2019 con la produzioni di 10 documentari sui Sibillini e l’organizzazione di eventi in 10 località Italiane con il progetto “Sibilla in Tour” patrocinato dalla Regione Marche, la nostra azienda aveva fatturato 50,000 euro: una cifra che potrebbe apparire modica ma che sarebbe però prevedibilmente raddoppiata già nel 2020 grazie al secondo progetto già preventivato e denominato “Tour della Natura”, che avrebbe avuto inizio a marzo del 2020 e sarebbe stato rifinanziato nuovamente dalla stessa Regione Marche.
Purtroppo causa Covid, del progetto non se ne è fatto più niente e nel 2020 il fatturato è stato pari a zero.
E quindi secondo una delle formule astruse utilizzate dal governo Draghi, nonostante nel caso citato ci sia stata una perdita del 100% e considerato che gli eventi pubblici ovviamente annullati causa Covid rappresentano l’unica attività della azienda “Centralia” i ristori avrebbero rappresentato l’unica speranza per non chiudere del tutto l’attività.
Attenendoci quindi al calcolo sui 50.000 euro fatturati nel 2019 da ripartire nei 12 mesi, ed ottenendo l’ importo di 4.166.00.da moltiplicare per soli 2 mesi si otterrebbero appena 8133 € ma rimborsabili solo al 30%. Quindi il ristoro dovuto ammonterebbe ad un’autentica elemosina di meno di 2.500.00 euro, l’equivalente del 5% del fatturato perso, ma la assoluta inadeguatezza di tali cifre non viene comunicata dagli organi di informazione.
Quindi il fenomeno mediatico dei tanto annunciati ristori si riduce in realtà a ben poca cosa, anche laddove si applicasse il sistema di calcolo alternativo pubblicato in diverse tabelle apparentemente più allettanti.
Ma anche in tal caso, utilizzando questa nuova formula, per cui la somma dell’importo del fatturato perso andrebbe diviso per 12 ed il risultato ottenuto rimborsato al,60%, la cifra dovuta risulterebbe comunque identica.
Tale espediente comunicativo non ha però trovato poi grande eco sulla stampa, perché evidentemente le tabelle alternative dei ristori suonerebbero comunque male, in quanto anche i meno esperti in matematica, riuscirebbero a capire in fretta che il calcolo alternativo porterebbe in ogni caso alle medesime cifre irrisorie.
Ora, visto che nel caso della nostra società paghiamo mensilmente 2 affitti da 300.00 euro l’uno per gli uffici destinati alle attività aziendali, resterebbe da comprendere come il governo Draghi possa considerare adeguati i ristori testè citati il cui importo nel nostro caso non basterebbe nemmeno per pagare 1 terzo dei soli affitti dovuti.
Non ci dilunghiamo al esporre tutte le altre spese aziendali a cui dobbiamo fare fronte, e lasciamo alla intelligenza dei lettori di valutare la adeguatezza dei rimborsi previsti.
E comunque, pur comprendendo le difficili compatibilità dei conti pubblici che Draghi è tenuto a far quadrare, auspicheremmo un maggiore realismo ed una maggiore comprensione della drammatica crisi che stanno affrontando milioni di piccole e piccolissime aziende italiane come la nostra.
A nostro modo di vedere se di ristori si deve parlare essi debbono essere congrui ed adeguati alla grave situazione economica in atto e non suonare come una beffa per la speranza di sopravvivere da parte delle aziende, che invece in molti casi come nel nostro saranno costrette a chiudere le’attivita’.”
Centralia produzioni televisive, testata giornalistica televisiva ed organizzazione eventi
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