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Anticipazioni per “Andrea Chenier” di Giordano del 19 aprile alle 10 su Rai 5: dalla Scala di Milano

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Anticipazioni per “Andrea Chenier” di Umberto Giordano del 19 aprile alle 10 su Rai 5: diretto da Riccardo Chailly per la regia di Mario Martone, dalla Scala di Milano

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Nell’ambito della storica collaborazione tra Rai e Scala – che in questo periodo, attraverso Rai Cultura, ha già portato su RaiPlay importanti spettacoli – arrivano in Tv sulla Rai le grandi opere scaligere. 
In onda oggi lunedì 19 aprile alle 10 su Rai 5, l’opera “Andrea Chenier” di Umberto Giordano, diretto da Riccardo Chailly per la regia di Mario Martone nella versione andata in scena alla Scala di Milano nel 2017 per l’inaugurazione della stagione 2017/2018.

Sul podio è impegnato il Direttore Musicale del teatro Riccardo Chailly, che ha sempre creduto nel valore di quest’opera, da lui incisa nel 1982 e già diretta alla Scala nella stagione 1982/1983 e nel 1985. La regia è affidata a Mario Martone, che mantiene l’ambientazione rivoluzionaria dell’opera, puntando sull’identificazione psicologica dei personaggi e sottolineando la scansione temporale dei diversi quadri. Le scene sono firmate da Margherita Palli, i costumi da Ursula Patzak e le luci da Pasquale Mari, mentre Daniela Schiavone cura la coreografia. Il cast schiera Yusif Eyvazov come protagonista, Anna Netrebko come Maddalena di Coigny, Luca Salsi come Gérard, Annalisa Stroppa come Mulatta Bersi e Mariana Pentcheva come Contessa di Coigny. 
prima rappresentazione assoluta di Andrea Chénier, quarta opera del ventinovenne Umberto Giordano, avviene proprio alla Scala il 28 marzo 1896 per la direzione di Rodolfo Ferrari, ed è un grande successo con immediati echi anche all’Estero: appena un anno dopo la prima, il 5 febbraio 1897, è rappresentato in lingua tedesca per otto serate allo Stadt-Theater di Amburgo, direttore Gustav Mahler. Mahler rimase impressionato dal lavoro, che definì “una delle nuove opere di maggior effetto”, e tentò di farlo rappresentare a Vienna una volta divenuto direttore della Hofoper, scontrandosi con difficoltà economiche e organizzative che lo indussero a programmare invece Fedora. D’altra parte, erano stati gli stessi esperti dell’Editore Sonzogno a giudicare in un primo momento il lavoro “irrappresentabile”.
Per l’opera della consacrazione scaligera Giordano aveva collaborato con Luigi Illica, il librettista di Puccini che conosceva gli ardori libertari per aver fatto parte in gioventù di una brigata garibaldina, creando un capolavoro di efficacia drammatica e slancio musicale. Per restare a contatto con il suo librettista, Giordano si cercò un alloggio nell’edificio in cui abitava, in via Bramante 39, e dovette accontentarsi di dormire in una specie di deposito di lapidi e monumenti funerari. Il risultato di tante fatiche fu il melodramma eroico per eccellenza, spesso in verità spinto in palcoscenico verso atletismi vocali che finirono per alimentare gli immancabili equivoci in sede critica. 
Regia tv a cura di Patrizia Carmine e Barbara Pozzoni.

Andrea Chénier è un’opera lirica in quattro quadri di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica.

Dramma di ambiente storico ispirato alla vita del poeta francese André Chénier, all’epoca della rivoluzione francese, è la più famosa opera lirica di Giordano. Il personaggio di Carlo Gérard è ispirato al rivoluzionario Jean-Lambert Tallien.

Il 28 marzo 1896 avvenne la prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano diretta da Rodolfo Ferrari, con Giuseppe Borgatti, che sostituì il tenore designato Alfonso Garulli. Grazie a lui, (anche se non era in periodo positivo) e grazie al soprano Evelina Carrera e al baritono Mario Sammarco, il successo fu trionfale.

Trama

Quadro primo

L’azione si svolge nella serra del Castello di Coigny. La rivoluzione francese è ormai alle porte, ma la nobiltà francese continua a vivere un’esistenza spensierata. La Contessa di Coigny dà una festa nel suo castello. Il giovane servitore Gérard, a sua volta figlio di un servo della famiglia, è intento ad addobbare la serra per la festa imminente e rimugina fra sé l’odio per la sua condizione servile e i suoi padroni. Solo un membro della famiglia si salva dal suo odio: la contessina Maddalena, della quale è segretamente innamorato. Alla festa interviene il poeta Andrea Chénier, che subisce le critiche della Contessa e uno scherzo dalla civettuola Maddalena. Il giovane difende con vigore i suoi ideali contro i costumi corrotti dell’epoca, che stanno portando la società alla rovina; scongiura inoltre Maddalena, la cui innocenza lo ha colpito, di tenere in maggior conto un sentimento gentile come l’amore, caduto ormai nel disprezzo della società. Maddalena, a sua volta colpita dalle parole di Chénier, si scusa e lascia la festa, che viene interrotta poco dopo per l’ingresso di un gruppo di mendicanti introdotto da Gérard. La contessa rimprovera il suo servo, che sdegnato si toglie la livrea e si allontana con il padre. La festa riprende e gli invitati si lanciano in una gavotta.

Quadro secondo

A Parigi nelle vicinanze del ponte Peronnet. Siamo nel periodo del Regime del Terrore e Robespierre imperversa. Chénier, che è incorso negli strali del governo rivoluzionario, viene costantemente pedinato da un “Incredibile” messogli alle costole da Gérard, ormai divenuto un capo della rivoluzione. Una donna ignota scrive da tempo a Chénier chiedendo protezione. Si tratta di Maddalena di Coigny, cui i rivoluzionari hanno ucciso la madre, e che è costretta a vivere nascosta, ormai ridotta in povertà. Si presta ad aiutarla la serva mulatta Bersi che per guadagnare dei soldi, per sé e per l’ex padrona, esercita la prostituzione (tra l’altro lei stessa fa da intermediaria col poeta). Chénier viene invitato, dall’amico Roucher, a partire per evitare di essere catturato dai rivoluzionari, ma il giovane vuol prima conoscere la misteriosa donna delle lettere. Una sera, vicino al ponte, i due giovani si incontrano e Chénier riconosce subito Maddalena, la ragazza altera della festa ora così profondamente mutata. Fra i due divampa subito l’amore ma improvvisamente, avvertito dall'”Incredibile”, irrompe Gérard, ancora innamorato di Maddalena. Fra lui e Chénier si accende un duello, mentre Maddalena fugge. Chénier ferisce gravemente il rivale e questi, riconoscendolo, per amore di Maddalena, consiglia al suo feritore di fuggire assieme alla donna che ama, in quanto è ricercato dai rivoltosi. Al popolo che accorre dichiara di non conoscere l’uomo che lo ha ferito.

Quadro terzo

Nel tribunale rivoluzionario. La Francia ha bisogno di soldati e denaro. Gérard, ormai guarito, cerca di convincere la folla a fare donazioni per la guerra che l’intera Europa muove contro la nazione. Una vecchia popolana cieca, Madelon, offre alla patria il suo unico nipote quindicenne, mentre l'”Incredibile”, rimasto da solo con Gérard, lo esorta a consegnare Chénier presso il tribunale rivoluzionario, sapendo che la notizia della sua condanna si spargerebbe velocemente arrivando alla orecchie di Maddalena. Gérard esita, deluso dalla piega degli avvenimenti: non ha abbandonato la sua condizione di servo, poiché ora è servo stesso della Rivoluzione e del suo tribunale di morte. Come previsto, Maddalena si presenta al Tribunale, e, dopo una tentata violenza, si offre al suo ex servo perché salvi la vita di Chénier. Commosso, Gérard le promette di salvare la vita del poeta. Durante il processo, Andrea si difende da ogni accusa (Sì, fui soldato): successivamente, Gérard ritratta la denuncia, che viene però rinnovata dal pubblico accusatore Antoine Quentin Fouquier-Tinville. Chénier e gli altri prigionieri sono condannati a morte.

Quadro quarto

Il cortile della prigione. Andrea Chénier, assistito dall’amico Roucher, si appresta a morire e scrive i suoi ultimi versi. Aiutata dal pentito Gérard, Maddalena riesce a ottenere un colloquio con Chénier e a corrompere la guardia. All’alba, quando i soldati vengono a prelevare i condannati, si sostituisce a una prigioniera, Idia Legray. Prende così posto sulla carretta a fianco dell’uomo che ama. I due si avviano sereni incontro alla morte, rapiti nell’estasi del loro amore. In un angolo Gérard piange, mentre in una mano tiene il biglietto scritto da Robespierre come risposta alla sua richiesta di grazia “Perfino Platone bandì i poeti dalla sua Repubblica”.

Brani famosi
  • Son sessant’anni, o vecchio, romanza di Gerard, quadro I
  • O pastorelle, addio, coro, quadro I
  • Un dì all’azzurro spazio, improvviso di Chénier, quadro I
  • Ecco l’altare, duetto tra Chénier e Maddalena, quadro II
  • Nemico della patria?!, monologo di Gérard, quadro III
  • La mamma morta, racconto di Maddalena, quadro III
  • Sì, fui soldato, difesa di Chénier durante il processo, quadro III
  • Come un bel dì di maggio, quadro IV
  • Vicino a te s’acqueta, duetto tra Chénier e Maddalena, quadro IV