martedì, Aprile 23, 2024
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Onda pride in 6 città, in piazza anche per il Ddl Zan

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Onda pride in 6 città, in piazza anche per il Ddl Zan

Oggi ad Ancora, L’Aquila, Faenza, Martina Franca, Milano e Roma è arrivata la cosiddetta ‘onda pride’. Nelle sei piazze il movimento Lgbti+ (Lesbico, Gay, Bisessuale, Transessuale, Intersessuale) ha organizzato altrettanti Pride che quest’anno, ancora più che in passato, rivestono un significato politico: riaffermare che sul ddl Zan non si arretra e non verrà accettato alcun compromesso: “Lo vogliamo così come è”.

“L’Italia deve decidere da che parte stare, il problema con Salvini non è personale, è politico”. Lo ha detto il deputato del Pd Alessandro Zan a margine del Pride Milano. “Salvini – ha spiegato il primo firmatario del ddl che porta il suo nome – appoggia un leader come Orban, dice di aver letto la legge ungherese e di non averci trovato nulla di strano. Come possiamo noi sederci a un tavolo di trattativa con chi, come Salvini e Meloni, sostiene quei paesi che stanno facendo delle leggi discriminatorie?”.

Il deputato del Pd Alessandro Zan, relatore del provvedimento contro i crimini d’odio capisce le perplessità del segretario del suo partito, Enrico Letta, a dialogare con il leader leghista Matteo Salvini riguardo il Disegno di legge. “Dicono che bisogna dialogare anche con la destra, ma avete idea di che destra abbiamo nel paese? – ha detto durante una manifestazione promossa dal Pd, La Cura, collegata al Milano Pride -. Orban ce lo abbiamo a casa nostra. Quando sento Salvini che manda i messaggi a Enrico Letta e lui mostra perplessità, lo capisco”. “Ma con che credibilità possiamo sederci a un tavolo con loro? Adesso c’è stata una forte mobilitazione e gli italiani sono favorevoli a questa legge anche nel centro destra” ha sottolineato. “Hanno presentato una leggina – ha proseguito Zan – che è un attacco alla legge Mancino. Se fosse approvata, noi faremmo un passo indietro”.

Anche il candidato sindaco Pd del centrosinistra per il Campidoglio Roberto Gualtieri ha fatto un’apparizione al Roma Pride, così come la senatrice dem Monica Cirinnà, protagonista della legge sulle unioni civili. Tra i politici anche il deputato di Forza Italia Elio Vito, favorevole al disegno di legge Zan contro l’omofobia, e la storica attivista Lgbt Imma Battaglia, già candidata alle primarie del centrosinistra a Roma, vinte da Gualtieri.

Centinaia di persone, tra cui moltissimi adolescenti, sono già in piazza Vittorio, a Roma, per il Pride 2021 per i diritti Lgbt+. Tra gli slogan scanditi da un gruppo di giovanissimi che con i colori dell’arcobaleno ha improvvisato un palchetto, ‘Vogliamo i nostri diritti’, ‘Ddl Zan’, ‘Libertà’, ma anche “Vaticano vaff…’. ‘Italia Stato laico, Vaticano Stato invasore’, recita un cartello. Al sit-in tra le varie sigle l’Arcigay, la Rete Rainbow e il Partito Gay con il candidato a sindaco di Roma Fabrizio Marrazzo.

Milano si è colorata di arcobaleno, oggi all’Arco della Pace, grazie a migliaia di bandiere, ghirlande, borse, lacci, mascherine e visi dipinti a mano per l’evento conclusivo della Pride Week, a cui hanno partecipato anche il sindaco Giuseppe Sala e Alessandro Zan, primo firmatario della legge contro l’omotransfobia. Un popolo eterogeneo, di giovanissimi e genitori, di omosessuali ed etero, di transessuali e poliamorosi, tutti rigorosamente in mascherina anche se con difficoltà è stato rispettato il distanziamento sociale. Impeccabile il servizio d’ordine affidato ai City Angels, che ha permesso ai partecipanti di vivere una manifestazione colorata, pacifica e pacifista. Mentre sul palco sfilavano cantanti di rap e trap, nella piazza sventolavano bandiere di Verdi, Pd, antifascisti, studenti e una miriade di associazioni che combattono per l’Europa dei diritti.

Tra i più fotografati, una trans travestita da leopardo e un Gesù con tanto di croce su cui erano scritte a mano le parole d’ordine del mondo LGBT+ e non solo. Nel mirino di chi è intervenuto sul palco il premier ungherese Orban più della destra italiana. Ma l’applauso più convinto l’ha strappato una mamma: “Siamo orgogliosi di essere i vostri genitori”.

Con una mitra rosa in testa, sfilano lasciando impronte (rosa anche queste) sui volti di Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Simone Pillon, Mario Adinolfi, Viktor Orbàn, Donald Trump e Papa Francesco. Una performance per lanciare la settimana transnazionale di iniziativa e mobilitazione femminista e transfemminista, dal 26 giugno al 3 luglio, che coinvolge numerose realtà sul territorio bolognese che insieme hanno deciso di andare verso un Pride unitario. “Da oggi fino al 3 luglio invaderemo lo spazio pubblico con i nostri corpi – spiegano le femministe al microfono – la nostra rabbia e la nostra gioia contro i continui attacchi misogini e omolesbobitransfobici”.

Due gli appuntamenti principali. Giovedì 1 luglio, alle 18, in piazza dell’Unità, ci sarà il corteo transfemminista e transnazionale in occasione della data in cui la Turchia si ritira ufficialmente dalla convenzione di Instabul per la lotta contro la violenza sulle donne. “Ci mobilitiamo insieme alle donne e alle persone Lgbtqia+ che in Turchia stanno combattendo contro l’autoritarismo patriarcale di Erdogan. L’attacco alla convenzione di Istanbul che mira a prevenire e condannare la violenza maschile e di genere ci riguarda direttamente”, sottolineano i collettivi e le associazioni Lgbtqia+ di Bologna e il nodo locale di Non Una Di Meno.

Poi, il 3 luglio, sarà il giorno del Rivolta Pride #moltopiùdi Zan, l’appuntamento annuale dell’orgoglio Lgbtqia+ che quest’anno “assume connotati molto più radicali”. Il ritrovo è alle 15 con partenza alle 16.30 dal parco di Villa Angeletti, per scendere in piazza contro la violenza strutturale e patriarcale rivendicando la propria autodeterminazione. “Quest’anno il Pride sarà Rivolta Pride. Prendiamo parola per rivendicare molto più di Zan, perché una misura repressiva non ci basta. Non abbassiamo la testa e non rimaniamo in silenzio”. (ANSA)