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Anticipazioni per il Grande Teatro di Skakespeare in TV del 13 luglio alle 15.45 su Rai 5: il “Riccardo III°”

riccardo III

Anticipazioni per il Grande Teatro di Skakespeare in TV del 13 luglio alle 15.45 su Rai 5: il “Riccardo III°” con Carmelo Bene

Rai Cultura celebra il grande teatro di Carmelo Bene mandando in onda oggi pomeriggio venerdì 5 giugno alle 15.45 su RAI 5 il film teatrale “Riccardo III°” basato sulla celebre tragedia Shakespeare.

La versione proposta è quella dell’opera teatrale del 1977 adattata nello stesso anno come film per la televisione diretto e interpretato da Carmelo Bene e dedicato a Gilles Deleuze.

Il fatto curioso di questa dedica all’amico filosofo risale al progetto ancora in nuce del Ricardo III del quale Carmelo Bene gli parla. Entusiasta, Deleuze ne scrive un libro, immaginando lo spettacolo a venire, senza nemmeno averlo visto.

Di questa versione televisiva Maurizio Grande, nella sua introduzione, ne mostra alcune caratteristiche. Vengono eliminati…tutti i personaggi e addirittura l’intreccio della conquista del potere, per lasciare solo sulla scena, una scena funerea, in penombra, Riccardo III con i suoi fantasmi.

Lasciando dunque…… semplicemente i personaggi femminili, quegli stessi personaggi che sono sopravvissuti alle stragi fatte da Riccardo III. […] e con questi intesse un rapporto segreto, intimo, quasi che fossero suoi fantasmi, sue apparizioni, sue fantasie […]

Riccardo III cerca in ogni modo, deformandosi, di attrarre queste figure femminili (la duchessa di York, Lady Anna, la Regina Margherita, La Regina Elisabetta, Madame Shore) dalla sua parte, di provocare la loro attenzione, fingendosi deforme, storpio, inciampando malamente… Come al solito Carmelo Bene utilizza la forma monologata che restituisce a Riccardo III la sua solitudine e i suoi fantasmi, il suo teatrino privato, tutto intimistico. Una intimità scaturita anche dalla scelta del colore e dalle tonalità cupe. Come era successo per il suo primo Amleto televisivoCarmelo Bene riesce a sfruttare il mezzo televisivo per proporre un suo modo di mettere in luce i personaggi. Riccardo III è quasi sempre inquadrato in primo piano, col volto tagliato in due da un forte chiaroscuro.

Riccardo III (The Life and Death of King Richard IIIVita e morte di re Riccardo III) è l’ultima di quattro opere teatrali nella tetralogia minore di William Shakespeare sulla storia inglese: conclude un racconto drammatico cominciato con Enrico VI, parte 1 e continuato con Enrico VI, parte 2 e Enrico VI, parte 3. Dopo Amleto, questa è l’opera teatrale più lunga di Shakespeare.

L’intera tetralogia è stata composta verso l’inizio della carriera di Shakespeare: il periodo più probabile di composizione è tra il 1591 e il 1592.

Culminando con la sconfitta del malvagio re Riccardo III di York nella battaglia del campo di Bosworth alla fine dell’opera, Riccardo III è una drammatizzazione degli eventi storici recenti per Shakespeare, conclusi nel 1485, dopo la guerra tra le due famiglie dei Lancaster e degli York (Guerra delle due rose) e la presa di potere definitiva dei Tudor. Il monarca Riccardo III è descritto in modo particolarmente negativo.

Trama

Il dramma ha inizio con Riccardo che elogia il fratello, re Edoardo IV d’Inghilterra, il maggiore dei figli di Riccardo, Duca di York.

«Ormai l’inverno del nostro scontento
s’è fatto estate sfolgorante ai raggi di questo sole di York»

Da notare come nella traduzione italiana si perda la consonanza fra il termine sole (sun) e figlio (son). Il monologo rivela l’invidia e l’ambizione di Riccardo, in quanto suo fratello Edoardo regna sul paese con successo. Riccardo è un orrendo gobbo, che descrive se stesso come

«plasmato da rozzi stampi” e “deforme, monco”, privo della minima attrattiva per “far lo sdilinquito bellimbusto davanti all’ancheggiar d’una ninfa“.»

Egli risponde all’angoscia della sua condizione affermando la sua volontà:

«Ho deciso di fare il delinquente
E odiare gli oziosi passatempi di questa nostra età.»

Senza molte pretese di accuratezza cronologica (che egli professa di disprezzare), Riccardo cospira affinché suo fratello Giorgio, che lo precede come erede al trono, sia condotto nella Torre di Londra come sospettato di assassinio; Riccardo, per riuscire nel suo intento, corrompe un indovino per confondere il re sospettoso.

Successivamente Riccardo entra nelle grazie di Lady Anna, la vedova di un Lancaster, Edoardo di Westminster, il principe di Galles. Riccardo si confida con il pubblico:

«Prenderò per moglie la figlia più giovane di Warwick.
Sì, le ho ucciso marito e padre, ma che importa?»

Nonostante il pregiudizio di lei nei confronti di Riccardo, Anna è vinta dal suo corteggiamento e accetta di sposarlo. Riccardo, in collaborazione con il suo amico Buckingham, Enrico Stafford, secondo duca di Buckingham, trama per la successione al trono, e si presenta agli altri signori come un uomo devoto e modesto, senza alcuna pretesa di grandezza. Riesce così a convincerli a sceglierlo come re alla morte di Edoardo IV – la morte del quale, ironicamente, non vede Riccardo coinvolto in alcun modo – eventualmente non dando peso alle rivendicazioni dei giovani nipoti innocenti, i due principi nella Torre.

Riccardo si assicura attivamente il possesso della corona. Egli assassina chiunque si frapponga ad esso nella scalata al potere, inclusi il giovane principe, Lord Hastings, il suo precedente alleato Buckingham, e addirittura sua moglie ed i figli. Questi crimini non passano inosservati, e quando Riccardo perde ogni tipo di appoggio, egli si trova ad affrontare il conte di Richmond, Enrico VII d’Inghilterra nella battaglia di Bosworth Field. Prima della battaglia, Riccardo riceve la visita dei fantasmi delle persone che ha ucciso (tra cui Enrico VI e suo figlio Edoardo di Lancaster, entrambi assassinati in Enrico VI, parte III), i quali gli dicono

«Dispera e muori!»

Si sveglia implorando Gesù di aiutarlo, e lentamente comprende di essere rimasto solo nel mondo che egli stesso odia. Nonostante il combattimento inizialmente sembri procedere per il verso giusto, Riccardo si ritrova presto solo in mezzo al campo di battaglia, e urla sconsolato il verso sovente citato “Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!”. Riccardo viene quindi sconfitto in seguito ad un combattimento corpo a corpo con Richmond, che lo trafigge con la spada.

In termini drammatici, forse la caratteristica più importante (e, opinabilmente, la più divertente) è l’improvviso cambiamento del personaggio di Riccardo. Nella prima parte del dramma, infatti, appare come una sorta di anti eroe, che provoca violenza e si compiace per questo:

«Io mi sono ingannato fino ad oggi sopra la mia figura;
S’ella mi trova, al contrario di me,
Un uomo di straordinario fascino. M’accollerò, costi quel che costi, la spesa d’uno specchio;»

Quasi immediatamente dopo l’incoronazione, comunque, la sua personalità e le sue azioni prendono una piega oscura. Egli tradisce il fedele Buckingham (“Non sono in vena oggi!”), e cade vittima dell’insicurezza (“Sono così corroso dal sangue, che peccato richiamerà peccato”); ora egli vede ombre dove non ve ne sono e il suo destino che verrà. (“Dispera e muori!”).