venerdì, Giugno 7, 2024
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Pandemia nelle Marche: crollo delle prestazioni sanitarie nel 2020, tutti i numeri

ancona

Ancona – L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia è intervenuta in un periodo di particolare debolezza del nostro Servizio Sanitario Nazionale, dovuta soprattutto ai molti interventi che nel corso dell’ultimo decennio hanno ridotto le risorse disponibili.

L’imprevista diffusione del Covid -19 e la sua aggressività – scrive l’Istat – hanno avuto un impatto significativo sul sistema sanitario pubblico; molti servizi sono stati ridimensionati, riorganizzati o completamente sospesi per far fronte alla gestione dei pazienti affetti da COVID-19. A ciò si è aggiunto il timore delle persone di contrarre l’infezione che ha spinto molti a rinunciare o a ritardare il ricorso alle prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno.

La conseguenza – prosegue l’Istat – è stato un calo significativo delle prestazioni durante la pandemia, che segue la diminuzione osservata negli anni precedenti, riflesso dei tagli alle risorse economiche, ai posti letto e al personale sanitario che hanno messo sotto pressione la sanità territoriale. Nel 2020 le prestazioni ambulatoriali e specialistiche erogate sono diminuite del 20,3 per cento rispetto all’anno precedente.

Nelle Marche il calo è stato ancora più consistente visto che raggiunge il 22%. Già la diminuzione delle prestazioni era in calo tra il 2019 e il 2020 con il 2,2%. A livello di valori assoluti i numeri sono questi: nel 2018  le prestazioni sanitarie erano state di 22.061, nel 2019 in diminuzione con 21.573 e poi il crollo nel 2020 con 16.818.

Quali sono state per tipologia, le prestazioni che sono state penalizzate maggiormente, sempre nella regione Marche? Al primo posto le visite mediche specialistiche con un calo del 50%, record negativo nazionale. Segue poi la riabilitazione con il 39% in meno di prestazioni. Meno 38,1% la diagnostica e meno 18% gli esami di laboratorio.

Il minor accesso alle prestazioni ha riguardato in eguale misura uomini e donne, mentre ci sono differenze per fasce di età: quella pediatrica è la più coinvolta, con un calo del 33 per cento, seguita dagli adulti tra i 35 e i 54 anni (-22 per cento). Per le altre età la riduzione è compresa tra il 18 e il 22 per cento.

Roberto Guidotti

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