lunedì, Dicembre 9, 2024
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“Caro Draghi, quale progresso per il Sud d’Italia?”

Caro premier Draghi

Caro Draghi, quale progresso per il Sud d’Italia? E’ giunta l’ora per Il popolo meridionale di essere realmente il destinatario primario di interventi mirati che lo rendano partecipe di un cambiamento socio-economico e culturale

di Biagio Maimone (Progetto di Vita per il Sud www.progettodivitasud.it)

Non può definirsi progresso di un territorio il suo esclusivo benessere economico, proprio in quanto la dimensione del progresso implica necessariamente il riferimento imprescindibile al piano della salute pubblica, della sicurezza, nonché della vita sociale e morale e della tutela dei diritti umani che, se elusi, permettono di tracciare solo un quadro parziale della vita di un territorio.

E’ indiscutibile che possano esservi  fattori di degrado nel tessuto sociale di un territorio, che, prima o poi, per loro natura, incidono sul piano economico e minacciano la sua crescita, che diviene, pertanto, solo momentanea e non duratura perché possa concretizzarsi un reale progresso.

E’ noto che l’esistenza di forze estranee alla vita politica che deve essere necessariamente sorretta da principi  trasparenti e di elevato livello morale, in determinati territori del Sud Italia ed anche del Sud del mondo ne abbiano inficiato la crescita, fino a renderli territori ostili alla popolazione che in esso abita, a tal punto da determinare il suo esodo verso terre più evolute sul piano socio-economico e morale e sul piano dei diritti umani fondamentali, garanti della legalità, presupposto dell’equità sociale e della reale civiltà di un popolo. Ne sono testimonianza le migrazioni in essere, che vedono l’Italia e l’Europa meta di continui approdi di popolazioni in cerca di ospitalità.Siamo fermamente convinti che il progresso umano, sociale ed economico possa essere raggiunto e sempre più garantito in quei territori in cui gli esponenti della vita politica sono  animati dal senso di giustizia e dall’amore per la legalità.Non vi è progresso in quei luoghi in cui  vige una vita politica sorretta dal dispotismo, dal tornaconto personale ed, ancor più, dall’illegalità.

Compito primario, pertanto, di coloro che vogliono impegnarsi per la realizzazione dello sviluppo dei territori depressi, ossia in stato di povertà, è quello di far vivere lo stato di diritto, la giustizia sociale, la legalità, la verità e, conseguentemente, il rispetto della dignità umana di ogni  persona affinché assurga allo status di cittadino, tale in quanto fruitore dei suoi ineludibili diritti che lo rendono libero e non schiavo di poteri forti e disumani.E’ nota la condizione del Meridione d’Italia. Essa, per migliorare lo stato socio-economico e morale dei cittadini  meridionali, deve essere modificata.

Come?

Utilizzando gli strumenti messi a disposizione dall’Unione Europea, in seguito alla pandemia che ha ingigantito le sacche di povertà.

Tali strumenti sono, indiscutibilmente, mezzi economici erogati per un fine nobile ed altamente migliorativo della condizione umana di tanti territori europei sofferenti, al fine di non lasciarli  nello stato di abbandono sociale. Il Recovery dovrà essere utilizzato  unicamente per migliorare la condizione  disagiata di molti territori italiani, anche e soprattutto del Sud Italiano, facendo leva sull’onestà intellettuale di quanti  saranno fattivamente impegnati per compiere quelle opere strutturali, culturali e giuridiche necessarie affinché lo sviluppo del Meridione possa realizzarsi nella sua pienezza e nella sua concretezza e non  rimanere pura progettualità, scritta sulla carta .Ed ecco che, ancora una volta, facciamo appello alle donne e agli uomini di buona volontà affinché non solo operino, ma vigilino affinchè nessuno afferri nelle proprie mani il denaro messo a disposizione dall’Europa, con l’intento esclusivo di arricchire se stesso e pochi altri. 

E’ giunta l’ora per Il popolo meridionale di essere realmente il destinatario primario di interventi mirati che lo rendano partecipe di un cambiamento socio-economico e culturale, nell’accezione più estesa che il termine culturale possa comportare, suffragato dall’onestà di quanti credono nella giustizia sociale, che sarà anche frutto di quel sentimento umano che affonda le proprie radici  nella legalità, unica leva per garantire realmente e finalmente la tanto agognata eguaglianza e solidarietà.

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