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Pink Floyd, cinquant’anni fa usciva Meddle. E Syd Barret è sempre più lontano

Il 31 ottobre 1971 usciva il sesto album in studio della band britannica.

Cinquant’anni fa i Pink Floyd pubblicavano il loro sesto album dal titolo Meddle. Si tratta di un disco che riveste un’importanza centrale nella storia della band. Innanzi tutto perché tutti i componenti del gruppo parteciparono alla composizione della musica, anche se i testi furono scritti da Roger Waters. I Pink Floyd registreranno anche un live a Pompei cantando pezzi del disco. Ma c’è altro. L’album segna uno spartiacque abbastanza netto tra i precedenti lavori e ciò che sarebbe avvenuto dopo. Il pezzo centrale dell’album è Echos, considerato da molti fan il miglior brano di tutto il repertorio del gruppo. La suite, dalla durata di oltre 23 minuti, rappresenta la svolta progressive dei Pink Floyd rispetto ai brani precedenti. Anche Athom heart mother, dell’anno precedente, conteneva una lunga suite. Si trattava in questo caso, di una fusione riuscitissima tra il rock e la musica classica, una sperimentazione mai provata fino allora.

Ma è in Echos che fanno capolino pienamente le grandi qualità musicali dei Pink Floyd, l’abile uso degli effetti sonori, il tono solenne, il dinamismo, i cori. Un miscela di suoni omogenei e fluidi che caratterizzerà anche la produzione successiva e che toccherà il vertice artistico due anni dopo con The dark side of the moon.

Con questo disco i Pink Floyd inaugurano concretamente il periodo post/Barret. Le reminiscenze psichedeliche delle origini dovute al “diamante pazzo” vengono definitivamente abbandonate.

In un certo senso i Pink Floyd si affrancano definitivamente dal loro fondatore creando uno stile unico e identitario che li caratterizzerà per tutti gli anni 70. Nell’album trovano posto altri brani notevoli come One of These Day unico singolo estratto del disco e Fearless caratterizzato nel finale dal canto dei tifosi dell’Everton in una partita con il Liverpool. In questo testo sembra emergere il tema della follia e incomunicabilità, tanto caro a Waters.

La figura di Barret tornerà a farsi viva nella produzione successiva come musa ispiratrice. Ma non solo. Forse quel sentimento di colpa inconscio per la vicenda personale di Syd Barret abbandonato o allontanatosi dalla band – che senza di lui probabilmente non sarebbe esistita- fornirà il tema e la fantasia per i capolavori successivi che proietteranno la band ai vertici della musica mondiale.

Roberto Guidotti

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