mercoledì, Maggio 15, 2024
Home > Italia > Super Green pass al via: accordo fra Governo e Regioni

Super Green pass al via: accordo fra Governo e Regioni

tolentino

Governo-Regioni: verso il super Green pass

Appare ormai imminente l’introduzione nel nostro Paese l’introduzione del cosidetto Super Green Pass, ovvero della certificazione anti-Covid maggiormente restrittiva che consentira ai non vaccinati in possesso di tampone negativo in corso di validità (per la quale peraltro si sta ipotizzando la riduzione da 48 a sole 24 ore) il solo accesso al posto di lavoro o ai servizi pubblici essenziali, con esclusione però della possibilità di accedere ai luoghi di ritrovo sociale che resteranno riservati ai soli vaccinati.

Il Governo sta prendendo infatti in considerazione le posizioni delle Regioni che chiedono minori restrizioni per i vaccinati contro il Covid-19. Si fa spazio così l’ ipotesi di un ‘super green pass’. E’ quanto emerge dall’incontro fra Governo e Regioni.

Oggetto di valutazione con le Regioni anche la terza dose a cinque mesi dal secondo vaccino. Il confronto del Governo con i territori per concordare eventuali nuove misure di contenimento per fronteggiare la pandemia proseguirà fino al Cdm di giovedì prossimo.

Il Green Pass o certificato COVID digitale dell’UE[1][2] (in ingleseEU Digital COVID CertificateEUDCC; in franceseCertificat COVID numérique de l’UE[3]) è un certificato interoperabile all’interno dell’Unione europea, contenente le informazioni che attestano che il titolare è stato vaccinato contro la COVID-19, o ha da poco effettuato un test diagnostico per SARS-CoV-2 con risultato negativo, oppure è guarito dalla COVID-19.[1]

Il certificato può essere rilasciato sia in formato digitale, sia in formato cartaceo.[4] Il certificato è gratuito e viene rilasciato in una delle lingue ufficiali dello Stato membro e in lingua inglese.[5] Un codice QR consente di verificare l’autenticità del certificato e la sua validità.[6]

Nel marzo 2021, in piena crisi pandemica da COVID-19 (sindrome da infezione virale causata dal virus SARS-CoV-2, diffusasi a livello globale a partire dall’autunno del 2019 e che aveva già causato circa 4 000 000 di morti), la Commissione europea propose l’introduzione di un certificato di vaccinazione per contrastare la diffusione del COVID-19.

Tale certificato fu allora chiamato “certificato verde”. Nell’aprile 2021 il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno concordato la proposta.[7][8] Le disposizioni, contenute in due documenti, entrarono in vigore a partire dal 1° luglio 2021.[9] Già il 1° giugno 2021 il certificato (in forma digitale) era stato rilasciato da sette Stati membri dell’Unione. La commissione inoltre lanciò una piattaforma di collegamento che unisse le certificazioni nazionali.

La proposta è stata approvata dal Parlamento europeo il 9 giugno 2021 e pochi giorni dopo anche dal Consiglio. Il 14 giugno (l’anniversario della firma del trattato di Schengen) sono stati firmati i due regolamenti sul certificato digitale, concludendo l’iter legislativo.[10]

Dal 1° giugno 2021 ogni Stato membro può collegare la propria piattaforma nazionale a una rete comune europea e iniziare a operare il proprio certificato. A metà giugno, 15 dei 27 Paesi dell’Unione e l’Islanda lo avevano già fatto.[11][12] In Italia il “certificato verde” è stato introdotto con il DPCM del 17 giugno 2021[13] ed è ufficialmente entrato in vigore il 6 agosto.[14][15] Il 9 luglio 2021 il certificato è stato reso disponibile in Svizzera,[16] il 2 agosto 2021 è stato adottato da San Marino[17] e dalla Città del Vaticano[18][19] e il 20 agosto dalla Macedonia del Nord,[20] dalla Turchia,[21] dall’Ucraina[22] (tutti stati che non appartengono all’UE).[23]

Gli Stati membri dell’Unione hanno adeguato le proprie restrizioni di viaggio per consentire ai cittadini di viaggiare, fermo restando la possibilità di introdurre nuove restrizioni se necessario, in particolare per contrastare la diffusione della pericolosa variante Delta del virus.[24]

Al mese di agosto del 2021 sono stati generati più di 200 milioni di certificati COVID nei paesi dell’Unione europea.[25]

Nonostante in italiano ci si riferisca spesso a questa certificazione chiamandola “Green pass”,[26][27] questa locuzione inglese non è propriamente corretta, in quanto è il nome dell’attestazione digitale israeliana che consente ai vaccinati di avere accesso alle attività commerciali e agli uffici,[28] certificazione che non ha nulla a che fare con quella dell’Unione Europea. In Italia è chiamato ufficialmente “certificazione verde COVID-19”,[29][30] più colloquialmente “certificazione verde”[31][32] o “certificato verde”.[33][34][35]