venerdì, Marzo 29, 2024
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Coordinamento Guariti Covid contro obbligatorietà vaccinale per poliziotti e insegnanti

Coordinamento Guariti Covid contro obbligatorietà vaccinale per poliziotti e insegnanti

“Obbligo per categorie non salvaguardia la peculiarità immune dei guariti e discrimina”

ROMA – “In un turbinio di giri di vite, in un susseguirsi inesorabile di provvedimenti che non consentono alle persone di districarsi con le nuove modalità di gestione della vita quotidiana, assistiamo oggi ad ipotesi di introduzione dell’obbligatorietà vaccinale per sempre nuove professioni quali docenti e forze dell’ordine. In questa escalation di provvedimenti meramente burocratici che non tengono in considerazione l’evoluzione degli studi scientifici, i grandi scomparsi dal discorso pubblico sono i Guariti dal Covid, di cui tutti gli studi sono concordi nell’affermare una immunità di lungo corso mediata dalle cellule della memoria immunitaria anticapsidi virali e anti-S1 specifiche del SARS-Cov2” a dichiararlo Mattia Baglieri, Luigi Ferrara e Renata Salvarani, portavoci nazionali del Coordinamento Italiano Guariti Covid.


“I Guariti dal Covid sono stati strumenti per alimentare spauracchio, ma la Circolare Rezza del 21 luglio 2021 che legittimava la vaccinazione entro i 12 mesi è stata gravemente disattesa. Il Ministero disconosce se stesso? Esigiamo risposte della scienza e non dai politici o dai burocrati di turno sul perché numerosi scienziati affermino che vaccinare il guarito “va contro il principio di deontologia medica” come scritto su Viral Immunology, la più importante rivista di virologia”, proseguono Baglieri, Ferrara e Salvarani.


“L’ipotesi di obbligatorietà per alcune categorie di lavoratori rischia di trasformare insegnanti e poliziotti guariti in figli di un Dio minore e sarebbe oltretutto una norma ampiamente discriminatoria perché anche per queste categorie professionali dovrebbe per lo meno valere il lasso temporale dei 12 mesi dalla guarigione introdotto dalla Circolare Rezza. A tal proposito condividiamo le dichiarazioni del Segretario della SIAP dei poliziotti Giuseppe Tiani secondo cui “la delicatezza del tema dell’obbligo per categorie richiede la massima prudenza e non è sufficiente, che per la male intesa tutela degli interessi collettivi, vengano disposti trattamenti obbligatori”, concludono Baglieri, Ferrara e Salvarani.