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Anticipazioni per “Battono alla porta” di Malipiero e Dino Buzzati del 28 gennaio alle 10 su Rai 5: dagli Studi Rai di Milano

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Anticipazioni per “Battono alla porta” di Malipiero e Dino Buzzati del 28 gennaio alle 10 su Rai 5: dagli Studi Rai di Milano

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In onda oggi venerdì 28 gennaio alle 10 su Rai 5, l’opera “Battono alla porta” di Riccardo Malipiero e Dino Buzzati nella storica versione andata in scena dagli Studi Rai di Milano nel 1961.

Opera televisiva in un atto su soggetto e libretto di Dino Buzzati. Partecipante al XIII Premio Italia 1961. 5 brani separatii.

Dino Buzzati Traverso (San Pellegrino di Belluno16 ottobre 1906 – Milano28 gennaio 1972) è stato uno scrittoregiornalistapittoredrammaturgolibrettistascenografocostumista e poeta italiano. Fin da studente collaborò al Corriere della Sera come cronistaredattore e inviato speciale.

Autore di un grande numero di romanzi e racconti surreali e fantastici, tanto da esser stato a più riprese definito il “Kafka italiano”, viene considerato, insieme a Italo CalvinoTommaso Landolfi e Juan Rodolfo Wilcock uno dei più grandi scrittori fantastici del Novecento italiano: il suo capolavoro, Il deserto dei Tartari (1940), è considerato dalla critica il vertice della narrativa esistenzialista italiana, insieme alle opere di Alberto Moravia (che tuttavia estrinsecano il genere in tutt’altra direzione).

Dino[4] Buzzati Traverso[5] nacque presso la villa di famiglia di San Pellegrino, una località alle porte della città di Belluno, il 16 ottobre del 1906. Il padre, Giulio Cesare Buzzati (18621920), era un celebre giurista appartenente a un’illustre famiglia bellunese, mentre la madre, Alba Mantovani (18711961), veneziana, era la figlia del medico Pietro Mantovani e della nobildonna Matilde Badoer[2][3]. È il terzogenito di quattro fratelli: Augusto Buzzati (1903-?), che diverrà ingegnere, Angelina Buzzati (19042004) e Adriano Buzzati Traverso (19131983), biologo genetista.

La famiglia Buzzati trascorre le estati nella villa di Belluno e il resto dell’anno a Milano, dove il padre — docente di diritto internazionale — lavora alla neonata Università commerciale Luigi Bocconi, dividendosi tra questa e l’insegnamento alla più antica Università di Pavia. La villa di famiglia e la biblioteca furono fondamentali nella formazione dello scrittore. Nei primi anni della sua infanzia lo scrittore mostra una grande attenzione e sensibilità per le arti figurative e per la musica, imparando a suonare a dodici anni il pianoforte e il violino, abbandonando però in seguito gli studi. Connaturato alla crescita di Buzzati è anche l’amore per la montagna, che lo porterà a scalare e a sognare le montagne per tutta la vita.

Dopo i primi anni, e dopo la morte del padre, a quattordici anni, Buzzati s’iscrive al liceo classico Giuseppe Parini di Milano, dove conosce Arturo Brambilla; i due stringono amicizia e si cimentano anche in duelli di scrittura. Con lui inizierà una fitta corrispondenza che continuerà sino alla prematura morte di Brambilla.[6] In questi anni Buzzati scopre l’interesse per la cultura egizia (nelle lettere con Brambilla si firmerà a lungo Dinubis) e per Arthur Rackham. Terminati gli studi superiori Buzzati inizia a mostrare il desiderio di scrivere un romanzo. S’iscrive a giurisprudenza per assecondare la volontà della famiglia e il 10 ottobre 1928 si laurea con una tesi dal titolo La natura giuridica del Concordato.