
Anticipazioni per la Grande Danza con “I am Beautiful” del 30 dicembre alle 15.45 su Rai 5: ballando con Baudelaire
Una cascata semicircolare di fili bianchi che accoglie e illumina nove interpreti creatori di una danza sulla partitura musicale di Puccio Castrogiovanni, eseguita dal gruppo dei Lautari: è la scena che accompagna “I am beautiful”, ideato da Nello Calabrò e Roberto Zappalà, che firma anche coreografia e regia, in onda in prima visione domenica 30 gennaio alle 15.45 su Rai5.
Il titolo prende spunto da una scultura di Rodin, a sua volta ispirato al primo verso de “La bellezza” di Baudelaire: “Sono bella, o mortali! Come un sogno di pietra”. Proprio partendo da questa immagine, la danza di “I am beautiful” diventa espressione – attraverso il movimento dei corpi – della ricerca della bellezza stessa.
L’interpretazione e la collaborazione alla costruzione sono di Maud de la Purification, Filippo Domini, Sonia Mingo, Gaetano Montecasino, Camilla Montesi, Adriano Popolo Rubbio, Fernando Roldan Ferrer, Ariane Roustan, Valeria Zampardi. Una produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza – Centro di Produzione della Danza, nell’ambito del progetto Transiti Humanitatis, realizzato in collaborazione con ImPulsTanz – Vienna International Dance Festival, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Garibaldi /Union des Théatres de l’Europe (Palermo), Teatro Massimo Bellini (Catania) con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Siciliana Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.
(FR)«La Nature est un temple où de vivants piliers Laissent parfois sortir de confuses paroles» | (IT)«La natura è un tempio in cui viventi colonne lasciano talvolta sfuggire confuse parole» |
(Charles Baudelaire, Corrispondenze, in I fiori del male[1]) |
Charles Pierre Baudelaire /ʃaʁl pjɛʁ bod’lɛ:ʁ/ (audio[?·info]; Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, filosofo, aforista, saggista e traduttore francese.
È considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del simbolismo, affiliato del parnassianesimo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del decadentismo. I fiori del male, la sua opera maggiore, è considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale.[2]
Il pensiero, la produzione e la vita di Baudelaire hanno influenzato molti autori successivi (primi fra tutti i “poeti maledetti” come Verlaine, Mallarmé e Rimbaud, ma anche gli scapigliati italiani come Emilio Praga, o Marcel Proust, Edmund Wilson, Dino Campana, nonché, in particolar modo, Paul Valéry), appartenenti anche a correnti letterarie e vissuti in periodi storici differenti, ed è considerato ancor oggi non solo come uno dei precursori della letteratura decadente, ma anche di quella poetica e filosofia nei confronti della società, dell’arte, dell’essenza dei rapporti tra esseri umani, dell’emotività, dell’amore e della vita che lui stesso aveva definito come “modernismo“.[2]