martedì, Maggio 14, 2024
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Il diritto di cambiare fede e la tutela della Corte Europea. Aspetti salienti del convegno di Lirec

Conversioni forzate, lavaggio del cervello, coercizioni. La maggioranza degli ultimi studi scientifici e accademici in tema, danno il colpo di grazia finale alle teorie diffuse negli scorsi decenni, ovvero che molte conversioni religiose fossero subite da persone passive o addirittura “plagiate”.

Se i movimenti “anti-sette” hanno portato avanti diffusamente tesi del genere in Italia e in Europa, gli studi sociologici mostrano che chi si converte di solito lo fa volontariamente. Anzi, la diffusione delle conversioni e “il cambio” di fede e religione ripetuto nel corso del tempo hanno portato alla definizione di “porta girevole”. Evidentemente la libertà e la consapevolezza di chi aderisce ad un gruppo religioso o decide di uscirne, oppure va alla ricerca di altro ancor più affine ai suoi bisogni, dimostra che la coercizione c’entra poco. Una confutazione chiara delle argomentazioni di chi sostiene che la conversione spesso avvenga in modalità forzata.

Altro aspetto considerevole: le motivazioni delle conversioni non sono da ricercare esclusivamente nel bisogno di appartenenza al gruppo, allo sviluppo di nuove relazioni o all’entusiasmo per il nuovo corso religioso. Spesso chi si converte a una nuova fede, lo fa perché spinto dalla ricerca delle risposte alle domande esistenziali che l’uomo fondamentalmente si fa da sempre. Il significato della vita e dell’esistenza, l’origine e destini del mondo: sono questi gli input che spingono molti ad avvicinarsi a una fede diversa o anche poi ad abbandonarla perché non soddisfatti dalle risposte fornite.

E’ questo uno dei passaggi più interessanti del webinar di martedì 22 marzo, organizzato dal Centro Studi Lirec, diretto da Raffaella Di Marzio, che fungeva anche da moderatrice per l’occasione. Il tema del convegno era: Manifestare e diffondere la propria fede. Diritti minacciati e apertamente violati.

Il tema è stato affrontato in maniera interdisciplinare, ovvero da due diverse prospettive: psicologica e giuridica. Le relazioni di Germano Rossi dell’Università di Milano-Bicocca, Domenico Bellantoni dell’Università Pontificia Salesiana di Roma hanno analizzato la conversione da un punto di vista dei complessi meccanismi psicologici che spingono le persone a scegliere una religione, a lasciarla, oppure a sviluppare un atteggiamento di agnosticismo o ateismo. Per quanto riguarda l’angolazione giuridica Marco Ventura dell’Università di Siena ha evidenziato il quadro di riferimento privilegiato, cioè la nozione di “persuasione non coercitiva” elaborata dall’OSCE nel 2019, nelle “Linee Guida su libertà di religione o convinzione e sicurezza”. La professoressa Sabrina Martucci dell’Università di Bari ha discusso di proselitismo, liberta di religione e radicalizzazione, tema questo sempre di spinosa attualità.

Ma è l’articolo 9 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo (CEDU) che rischia di essere calpestato o minacciato, come indicava il tema del webinar. Articolo che stabilisce l’assoluta libertà di cambiare religione o credo, così come la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato,mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza dei riti.

A tal proposito gli ultimi due relatori Alessandro Bertini e Federico Papini dell’Ufficio Stampa e Legale dei Testimoni di Geova hanno rievocato il caso di Minos Kokkinakis, che ha fatto giurisprudenza in campo europeo.  Kokkinakis era un testimone di Geova greco arrestato 60 volte dal 1938 al 1992, perché convertitosi alla fede dei Testimoni di Geova, azione considerata reato allora in Grecia. Processato 18 volte, ha trascorso 6 anni in carcere. Dopo aver rammentato il calvario umano e giuridico dell’uomo, i relatori hanno sottolineato quanto il caso abbia influito sulla libertà di religione. La vicenda Kokkinakis e la relativa sentenza favorevole sono state il primo vero caso riguardante la libertà di religione ad essere arrivato davanti alla Corte eruopea, da quando fu istituita. La sentenza è stata citata successivamente dalla CEDU in altre 234 decisioni.

Tutti i contenuti del webinar, che ha visto i saluti di Pietro Nocita, Presidente onorario del Centro Studi LIREC sono ora disponibili sul canale Youtube di Lirec.

A differenza di quel che si può pensare, tematiche come quelle affrontate nel webinar hanno una certa importanza non solo per studiosi o esperti di diritto. Tutti i cittadini sono coinvolti proprio perché, come ricordato nelle battute finali del convegno, le libertà di credo, pensiero, coscienza e religione costituiscono uno dei fondamenti di una società democratica, pluralistica e libera. Per tutti: credenti, atei e agnostici.

Roberto Guidotti

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