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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Peter Brook del 27 marzo alle 15.45 su Rai 5: “The Tragedy of Hamlet”

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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Peter Brook del 27 marzo alle 15.45 su Rai 5: “The Tragedy of Hamlet”

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Per il Grande Teatro in TV di Peter Brook va in onda oggi domenica 27 marzo alle 15.45 su Rai 5 in prima TV il dramma del 2002 “The tragedy of Hamlet” nella versione originale sottotitolata in italiano, del capolavoro del regista.

Forse lo spettacolo di maggior successo di Peter Brook, sicuramente uno dei più indimenticabili. In questa messinscena assolutamente peculiare Brook rinnova il suo approccio nei confronti del personaggio principale e dà vita a un Amleto confuso, sensibile, potente e violento ad un tempo.

Peter Stephen Paul Brook (Londra21 marzo 1925) è un regista britannico.

Peter Stephen Paul Brook nasce a Londra Chiswick nel 1925. Il padre, Simon Brook, nato in Lettonia da una famiglia di piccoli negozianti, emigrò giovanissimo, nel 1907, a Parigi per motivi politici, seguito dalla ragazza che sarebbe diventata di lì a poco sua moglie, Ida Janson. Entrambi si laurearono in Scienze alla Sorbona di Parigi. Si trasferirono a Liegi e poi a Londra dove iniziarono a lavorare per l’industria bellica. Presero la cittadinanza inglese e l’originale cognome Bryk, già trasformato in Francia in Brouck, divenne definitivamente Brook.

Passò la sua infanzia, con i due genitori e il fratello maggiore Alexis, in un clima familiare abituato a una mentalità liberale e scientifica, ricco di interessi culturali, così che si avvicinò ben presto alla letteratura, al teatro e al cinema. Grazie alla passione del padre per i viaggi, il giovane Brook poté conoscere le principali capitali europee. Studiò al Gresham’s School ed alla Università di Oxford. Si laurea a Oxford, e il suo incontro con il teatro è casuale. Voleva fare cinema, ma non riuscendo a debuttare, si avvicinò piano piano al palcoscenico.

Ben presto conosciuto in Gran Bretagna, divenne noto al resto dell’Europa grazie al tour del Tito Andronico nel 1955. Il suo interesse per Shakespeare è stato notevole: è unanimemente annoverato tra i maggiori interpreti (per mezzo delle sue regìe) del drammaturgo inglese. Ha messo in scena con successo anche le (cosiddette) opere minori di Shakespeare. Il suo interesse però non sarà volto solo al teatro elisabettiano, ma anche ai maggiori autori contemporanei. Avrà modo di lavorare con John Gielgud e Paul Scofield (due dei più grandi attori britannici).

Come dirà egli stesso, il suo lavoro teatrale scaturisce da un “impulso informe”, senza alcuna tecnica. Lavorando, però, molto sugli attori, che a suo parere dovranno sentirsi liberi di dare tutto il loro apporto allo spettacolo. Sarà proprio lui, il regista, ad indirizzarli poi sulla “retta via”. Il regista infatti sarà colui che Dirige: cioè che prende decisioni e guida l’attore. Le tre parole che danno vita all’evento teatrale per Brook sono: Répétitionrépresentationassistance. Tre parole dal francese, tre elementi, ciascuno necessario perché l’evento prenda vita:

  • Répétition, la ripetizione, sarebbero le prove, dove l’attore cerca di migliorarsi;
  • Représentation, rappresentazione, è la messa in scena, l’elemento mortale della ripetizione si perde nella serata della “prima”;
  • Assistance, l’assistere, che permette alla rappresentazione di aver luogo nel modo esatto: l’attore non potrà fare tutto da solo, servirà una attenta e coinvolta, ma straniante, partecipazione del pubblico.

Dal 1951 è sposato con l’attrice Natasha Parry da cui ha avuto due figli: Simon (regista) e Irina (attrice).