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Anticipazioni per il Grande Teatro di De Musset in TV del 5 aprile alle 15.45 su Rai 5: “Il Candeliere”

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Anticipazioni per il Grande Teatro di Alfred De Musset in TV del 5 aprile alle 15.45 su Rai 5: “Il Candeliere”

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Per il Grande Teatro in TV oggi pomeriggio mercoledì 2 dicembre alle 15.45 va in onda su Rai 5 la commedia scritta nel diciannovesimo secolo “Il Candeliere” ad opera di Alfred De Musset nella versione diretta da Giancarlo Cobelli ed andata in onda sulla Rai nel 1978.

Gli interpreti della commedia sono nel ruolo del protagonista Raoul Grassilli, Piera degli Esposti e Lydia Biondi.

Un giovane romantico apprendista notaio si innamora della moglie del principale e le dedica un’appassionata canzone. 

Il candeliere (Le Chandelier) è un’opera teatrale del 1835 in tre atti del drammaturgo francese Alfred de Musset . [1]

La commedia narra le vicende di Jacqueline, una donna sposata che intrattiene una relazione clandestina con il maresciallo Clavaroche, ottenendo la copertura della tresca da parte di un conoscente, il giovane Fortunio.

Ma lo stesso Fortunio ben presto rivela di essere anch’egli innamorato di Jacqueline e in breve tempo riuscirà a sostituire Clavaroche ed a diventare egli stesso l’amante della donna.

L’opera fu pubblicata per la prima volta nel 1835 nella Revue des deux Mondes . Fu rappresentata per la prima volta al Théâtre Historique nell’agosto del 1848 con Mademoiselle Maillet nei panni di Jacqueline. [2] Nell’ottobre 1850, fu prodotto alla Comédie-Française con un cast che includeva Delaunay come Fortunio e Allan come Jacqueline. Nell’ottobre 1850, il ministro degli interni Léon Faucher fece vietare l’opera, decisione confermata nelle stagioni successive. [3]

Jacques Offenbach , che ha scritto musica occasionale per la produzione della Comédie-Française, ha realizzato un sequel intitolato La chanson de Fortunio. Un opera di 1907 da André Messager , Fortunio , si basava strettamente sul gioco.

Alfred Louis Charles de Musset-Pathay (Parigi11 dicembre 1810 – Parigi2 maggio 1857) è stato un poetascrittore e drammaturgo francese, una delle figure emblematiche del romanticismo letterario.

Appartenente ad una famiglia agiata, affettuosa, raffinata, nacque a Parigi nel 1810. Il padre, Victor de Musset, era un alto funzionario del Ministero della Guerra e un letterato, profondo conoscitore di Jean-Jacques Rousseau di cui curò l’edizione delle opere; la figura di Rousseau sarà fondamentale nella formazione del giovane Alfred. A sette anni, egli cominciò a frequentare il prestigioso Lycée Henri-IV e iniziò già nel 1824 a scrivere dei versi; nel 1827 ottenne il secondo premio di dissertazione latina al Concours général, un premio destinato a ricompensare ogni anno i migliori allievi.Tomba di Alfred de Musset al cimitero di Père-Lachaise

Dopo essersi cimentato in medicina, nel diritto, nello studio della lingua inglese e del pianoforte, Musset abbandonò ben presto queste discipline poiché era interessato soltanto alla letteratura.[1] Dal 1828 iniziò a frequentare il salotto di Charles Nodier alla Bibliothèque de l’Arsenal dove conobbe Alfred de Vigny e Sainte-Beuve; per la sua grande propensione alla scrittura divenne ben presto l’enfant prodige del romanticismo francese.[1] A vent’anni la sua fama letteraria, ancor nascente, si accompagnò già ad una vita sregolata, connotata da un suo atteggiamento in stile dandy, ma anche da seri problemi di alcolismo. Avvicinatosi alla poesia anche per desiderio di vita mondana oltre che per vera vocazione, s’impegnerà a fondo nell’arte solo dopo la morte del padre, nel 1832, vittima di un’epidemia di colera.

Nel 1830, anno in cui avvenne la famosa Bataille d’Hernani in difesa dell’opera di Victor Hugo, Musset tentò la fortuna scrivendo per il teatro, all’epoca il solo genere letterario che poteva garantire un certo guadagno agli autori; ma, dopo il fiasco della sua rappresentazione Nuit Vénitienne, Musset darà l’«addio alle scene (e per lungo tempo)» (da una lettera a Prosper Chalas).

Nel 1833, a una cena a cui parteciparono i collaboratori della Revue des Deux Mondes, Musset conobbe George Sand; dopo un romantico soggiorno passato con lei a Fontainebleau, la coppia partì per l’Italia. A Venezia però il poeta cadde gravemente malato e la Sand lo tradì intrecciando una relazione con il medico che lo curava, Pietro Pagello. Rientrato da solo a Parigi fu raggiunto da lei solo dopo qualche mese; la riconciliazione durò poco meno di un anno, tormentata da continui litigi e terminò nel marzo 1835.[1]

Principali componimenti del suo periodo più fecondo che va dal 1832 al 1841 furono il dramma romantico Lorenzaccio, pubblicato nel 1834 durante la sua tempestosa relazione con George Sand e nello stesso anno Fantasio e On ne badine pas avec l’amour. Pubblicò parallelamente il suo capolavoro lirico Les Nuits (Nuits de mai, d’août, d’octobre, de décembre, 1835-1837) – sui temi connessi tra loro del dolore, dell’amore e dell’ispirazione, e il romanzo autobiografico La Confession d’un enfant du siècle (1836), la sua opera più celebre.

Bibliotecario al Ministero degli Interni sotto la Monarchia di luglio, nel 1848 viene rimosso dall’incarico; diventa in seguito bibliotecario del Ministero dell’Istruzione sotto il Secondo Impero. Riceve la Legione d’onore il 24 aprile 1845, nello stesso periodo in cui il riconoscimento fu assegnato anche a Honoré de Balzac, ed è eletto all’Académie française nel 1852, dopo due tentativi falliti nel 1848 e nel 1850. Tra questi due anni ebbe un legame affettivo con l’attrice francese M.lle Despréaux.

Negli ultimi tempi scriverà ancora qualche racconto e qualche commedia: Il faut qu’une porte soit ouverte ou ferméeBettine e Carmosine. La salute malferma e la dedizione all’assenzio segneranno gli ultimi anni della sua vita. Il segno di “de Musset”, ossia scosse ritmiche del collo e della testa, utilizzato in Semeiotica come sintomo dell’insufficienza delle valvole aortiche, prende il nome proprio dal poeta nel quale sarebbe stato osservato per la prima volta.[2] Morirà, quasi dimenticato, il 2 maggio 1857 vittima di tutti i suoi eccessi. È sepolto nel cimitero di Père-Lachaise, a Parigi. Nelle sue ultime volontà c’era scritto di voler essere seppellito sotto un salice; oggi quel salice si trova ancora là.