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Anticipazioni per il balletto “Don Q.-Don Quixote de la Mancha” del 29 aprile alle 14.50 su Rai 5: dal Teatro Valli di Reggio Emilia

don q.

Anticipazioni per il balletto “Don Q.-Don Quixote de la Mancha” del 29 aprile alle 14.50 su Rai 5: con la coreografia di Eugenio Scigliano dal Teatro Valli di Reggio Emilia

File:Teatro Romolo Valli Reggio Emilia-2.jpg

Per la Grande Danza in TV in onda oggi venerdì 29 aprile alle 10 su Rai 5 Don Q.-Don Quixote de la Mancha andata in scena nel 2014 dal Teatro Valli di Reggio Emilia nell’ambito del Festival Aperto, con la coreografia di Eugenio Scigliano.

Dal Teatro Valli di Reggio Emilia Don Q. – Don Quixote de la Mancha – Coreografia Eugenio Scigliano. Musiche musica classica spagnola, Kimmo Pohjonen. Scene e Luci   Carlo Cerri. Video Carlo Cerri e OOOPStudio. Costumi Kristopher Millar and Lois Swandale.

Don Q  creato da Eugenio Scigliano per Aterballetto, diventa Don Q. Don Quixote de la Mancha, un balletto  che sempre con Aterballetto debutta  al Teatro Valli di Reggio Emilia nell’ambito del Festival Aperto.
 

Ad interessare Scigliano la particolare natura umana – quella del “dreamer” – dell’Hidalgo di Cervantes, eroe particolarmente amato dal mondo del balletto per il suo mondo ideale acceso di sogni e ideali.


Scigliano porta in scena lo spaesamento umano e la necessità di non abdicare ai propri ideali. Nel Don Q di Scigliano,  l’antieroe di Cervantes assume connotazioni contemporanee tra visioni oniriche e percezione di un contesto d’azione reale. Emerge, da un impianto scenico sospeso fra il concettuale e il “puro visivo”, un uomo che da un lato “sopravvive” alla decadenza del suo tempo grazie alla sua stessa follia e dall’altro “vive” in virtù dei sentimenti più nobili e universali: amore ed amicizia.

L’ingegnoso Hidalgo diventa così metafora inquieta dell’artista in equilibrio instabile fra la realtà e l’immaginario da lui stesso creato. Anche la scelta musicale ricalca questa sorta di schizofrenia: a brani di musica classica spagnola si alternano le sperimentazioni sonore del finlandese Kimmo Pohjonen, quasi ad affermare l’universalità di un Don Quixote il cui spirito non omologato dovrebbe ispirarci, oggi più che mai. Costumi di Kristopher Millar e Lois Swandale. 

Don Chisciotte della Mancia (in spagnolo El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha) è un romanzo spagnolo di Miguel de Cervantes Saavedra, pubblicato in due volumi, nel 1605 e 1615. È considerato non solo come la più influente opera del Siglo de Oro e dell’intero canone letterario spagnolo, ma un capolavoro della letteratura mondiale nella quale si può considerare il primo romanzo moderno. Vi si incontrano, bizzarramente mescolati, sia elementi del genere picaresco sia del romanzo epico-cavalleresco, nello stile del Tirant lo Blanch e del Amadís de Gaula. I due protagonisti, Alonso Chisciano (o Don Chisciotte) e Sancho Panza, sono tra i più celebrati personaggi della letteratura di tutti i tempi.

Il pretesto narrativo ideato dall’autore è la figura dello storico Cide Hamete Benengeli, di cui Cervantes dichiara di aver ritrovato e fatto tradurre il manoscritto in arabo aljamiado, nel quale sono raccontate le vicende di Don Chisciotte.[1] Oltre l’artificio letterario dal forte valore parodico, l’invenzione di questo narratore inaffidabile e di altri filtri narrativi destinati a creare ambiguità nel racconto è una delle più fortunate innovazioni introdotte da Cervantes.

L’opera di Cervantes fu pubblicata nel 1605 quando l’autore aveva 57 anni. Il successo fu tale che Alonso Fernández de Avellaneda, pseudonimo di un autore fino ad oggi sconosciuto, pubblicò la continuazione nel 1614. Cervantes, disgustato da questo sequel, decise di scrivere un’altra avventura del Don Quijote – la seconda parte – pubblicata nel 1615. Con oltre 500 milioni di copie, è il romanzo più venduto della storia.[2]