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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Ugo Betti del 28 maggio alle 15.45 su Rai 5: “Corruzione al Palazzo di Giustizia”

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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Ugo Betti del 28 maggio alle 15.45 su Rai 5: “Corruzione al Palazzo di Giustizia”

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Per il Grande Teatro in TV di Ugo Betti in onda oggi sabato 28 maggio alle 15.45 su Rai 5 il dramma “Corruzione al Palazzo di Giustizia” nella versione andata in onda nel febbraio 1966 sulla Rai con la regia di Ottavio Spadaro e la interpretazione di Tino Buazzelli, Glauco Mauri, Nando Gazzolo, Annibale Ninchi e Giulia Lazzarini.

In un immaginario, simbolico paese straniero, un certo Ludvi-pol, avventuriero e politicante, viene trovato cadavere in una stanza del palazzo di Giustizia.

Corruzione al Palazzo di giustizia è un dramma in prosa in tre atti del drammaturgo italiano Ugo Betti: è considerata una tra le più celebri opere della produzione dell’autore.

Corruzione al palazzo di giustizia.png

Composto nel 1944 fu rappresentato la prima volta unicamente il 7 gennaio 1949 al Teatro delle Arti di Roma e pubblicato sulla rivista Sipario nel marzo dello stesso anno.

Nel 1966 fu trasmesso l’omonimo sceneggiato dal Programma Nazionale della Rai (l’odierna Rai 1), nell’ambito della prosa televisiva, con la regia di Ottavio Spadaro e la partecipazione di attori del calibro di Glauco MauriNando Gazzolo e Tino Buazzelli.

Nel 1974 il dramma ebbe anche una trasposizione cinematografica diretta da Marcello Aliprandi ed interpretata da Franco NeroGabriele FerzettiFernando ReyUmberto D’Orsi e Martin Balsam.

Nel 2009 avviene la lettura a cura di Alberto Terrani all’Auditorium San Paolo di Macerata per lo Sferisterio Opera Festival.

Corruzione al Palazzo di giustizia è un dramma in prosa in tre atti del drammaturgo italiano Ugo Betti: è considerata una tra le più celebri opere della produzione dell’autore.

Composto nel 1944 fu rappresentato la prima volta unicamente il 7 gennaio 1949 al Teatro delle Arti di Roma e pubblicato sulla rivista Sipario nel marzo dello stesso anno.

Ugo Betti (Camerino4 febbraio 1892 – Roma9 giugno 1953) è stato un poeta e drammaturgo italiano.

Fratello del giurista Emilio, Betti studiava legge a Parma quando si arruolò come volontario allo scoppio della I Guerra Mondiale. Venne fatto prigioniero dopo Caporetto e internato prima a Rastatt, e poi nel campo per ufficiali italiani di Celle (Hannover) insieme agli scrittori Carlo Emilio Gadda e Bonaventura Tecchi, che diventeranno suoi amici e con i quali condivise la stessa baracca, soprannominata al campo “la baracca dei poeti”. Alla fine del conflitto finì i suoi studi e divenne un giudice. Con la passione del calcio, divenne giocatore e dirigente della squadra del Parma, e fu co-ideatore della divisa che ancora nel ventunesimo secolo indossano i giocatori della squadra ducale, maglia bianca con croce nera. Pubblicò la sua prima raccolta di poesie nel 1922Il re pensieroso, scritte mentre era prigioniero in Germania fra il 1917 e il 1918La Padrona, il suo primo dramma fu rappresentato per la prima volta nel 1927, e il successo che ottenne lo spinse a dedicarsi completamente al teatro. Nel 1931 si trasferì da Parma a Roma. Al termine della II Guerra Mondiale lavorò alla biblioteca del Ministero della Giustizia. Sebbene abbia scritto molti drammi durante il periodo fascista, i suoi lavori più conosciuti furono concepiti negli anni quaranta.

Nel 1945 è cofondatore, insieme a Diego FabbriSem BenelliMassimo Bontempelli, e altri autori teatrali, del Sindacato Nazionale Autori Drammatici (SNAD), con l’intento di salvaguardare il lavoro dei drammaturghi e degli scrittori teatrali. I suoi drammi sono pervasi dall’idea di fondo dell’impossibilità di separare il bene dal male, di perseguire una giustizia corretta ed efficace, di percepire un’esistenza priva di un’entità superiore. Lo smarrimento dell’essere umano di fronte all’imperscrutabilità della vita è stato espresso da Betti con un duplice effetto: rassegnazione per la condizione dell’uomo e speranza nella ulteriore vita dopo la morte.[1]

Morì a 61 anni, in una clinica romana, dove si ricoverò negli ultimi giorni di una malattia incurabile.[2]

Complessivamente scrisse 27 drammi. Fra le sue opere più importanti ricordiamo Frana allo scalo nordCorruzione al Palazzo di giustiziaLotta fino all’alba e Delitto all’isola delle Capre, che gli aprirono la strada dei palcoscenici internazionali. I suoi drammi sono stati interpretati da attori del livello di Vittorio GassmanEnrico Maria SalernoSalvo RandoneTino Buazzelli. È stato definito “dopo Pirandello, il più intenso e profondo drammaturgo italiano della prima metà del Novecento“.[3]

Nel 1963 il Comune di Camerino ha istituito il “Premio Ugo Betti per la Drammaturgia”.[4]