venerdì, Marzo 29, 2024
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Quando l’indifferenza uccide. E non solo nell’animo

Quando l’indifferenza uccide. E non solo nell’animo

L’omicidio di Alika Ogorchukwu da parte di Fabrizio Ferlazzo a Civitanova Marche ha suscitato sconcerto e malumore oltre i confini regionali marchigiani. All’episodio, avvenuto in pieno centro, hanno assistito diversi testimoni. Le immagini terribili del pestaggio sono state riprese dalle telecamere di sicurezza installate lungo il corso e filmate con i telefonini da un passante. Nessuno è intervenuto fattivamente se non dicendo: “Fermati subito” o “Lo ammazzi così”.

Oltre alla presunta matrice razzista che non è stata comprovata, quello che è divenuto oggetto di dibattito è “l’omissione di soccorso” che diversi hanno rimproverato ai presenti mentre l’aggressore finiva Alika, che è morto poi per asfissia o soffocamento. Sulla “sordida indifferenza” si sono espressi in tanti, compresi alcuni leader politici che hanno unanimemente condannato il grave fatto parlando anche di “indifferenza diffusa senza giustificazioni”. D’altra parte c’è chi ha protestato di fronte all’accusa “pilatesca” rivolta ai presenti e ai testimoni oculari di non aver fatto niente, sottolineando proprio la difficoltà pratica di un eventuale intervento fisico tra i due uomini.

Comunque siano andate le cose nello specifico, quello che emerge è che l’indifferenza, intesa come mancanza di empatia, interesse o turbamento di fronte a un fatto che ci riguarda, sia esso positivo o negativo, è un modus operandi sempre più diffuso dei tempi attuali. Per alcuni è il vero male della società odierna. Non che sia un comportamento ex novo in assoluto. Vi sono sempre stati uomini o gruppi che hanno manifestato questa peculiarità. Lo stesso Dante 700 anni fa inseriva gli ignavi nell’Antiferno, in quanto indegni anche delle pene del fuoco dell’Inferno.

Eppure la nostra era – quella moderna – superiore tecnologicamente, scientificamente, sanitariamente ma anche antropologicamente a tutte le precedenti, non si è scrollata di dosso la tendenza umana all’indifferenza, anzi sembra aver accentuato individualismo, edonismo ed egoismo.

Fatti di cronaca come quello di Civitanova Marche hanno corrispondenze simili in tutto il mondo. Qualche anno fa il quotidiano la Repubblica riportava il seguente episodio accaduto in Francia: Passeggeri indifferenti durante stupro nel treno. Le decine di persone presenti nello scompartimento senza divisori fanno finta di niente. Il Paese sotto choc. Sconcertante episodio su un convoglio francese: una banda di adolescenti abusa in pieno giorno di una ventunenne”.

L’articolo chiudeva così: “Quattro di loro vengono arrestati. Due sono rinviati a giudizio per “stupro di gruppo”, gli altri due per “non-assistenza di persona in pericolo”. Ma quest’ultima accusa potrebbe essere allargata ai tanti viaggiatori del treno che, forse per paura, hanno fatto finta di niente”.

Si potrebbero pescare a piene mani nei fatti di cronaca nera di tutto il mondo accadimenti di questo genere. C’è anche chi di fronte ai “barconi della speranza”, che si ribaltano rovesciando uomini, donne e bambini in mare che annegano, pensa che non sia un problema suo e che in fondo se la siano un po’ cercata quando hanno deciso di salpare.

Ma basta fare qualche passo indietro, temporalmente parlando, e tornare alla tragedia europea per eccellenza, quella dei campi di sterminio efficientemente messi in azione da Hitler e i nazisti per capire come stanno le cose. In questo caso è evidente quanto a volte la natura umana scelga l’indifferenza a fronte di fatti terribili nemmeno tanto celati. A proposito del modo in cui reagì la gente comune, lo scrittore Zygmunt Bauman ha fatto questa osservazione: “La distruzione di massa non fu accompagnata dal montare delle emozioni, ma da un mortale silenzio di noncuranza”. — Modernità e Olocausto, trad. di M. Baldini, Il Mulino, Bologna, 2010, p. 111

Nel suo noto racconto sulla persecuzione degli ebrei Raul Hilberg formulò la definizione delle tre categorie protagoniste della Shoàh: carnefici, vittime e spettatori. Forse il confine tra le parti è molto più labile di quello che si crede, eppure la voce spettatori è affollatissima. E’ composta da intere nazioni, dagli Alleati e dalle chiese come quella Cattolica e Protestante. Si tratta di capi, comandanti, gerarchie e di milioni di persone.

Il secolo del “male” o “breve” contiene al suo interno anche il disinteresse per gli altri come valore negativo aggiunto ai comportamenti violenti da annoverare nella storia recente. Pochi fanno notare che nel Vangelo Gesù predisse che in un tempo particolare, che precedeva la fine del mondo, “gli uomini si sarebbero “traditi e odiati a vicenda” e “l’amore di molti si sarebbe raffreddato” (Matteo  24,10-12) Che sia questo il tempo dell’amore ridotto e sbiadito, della freddezza o dell’indifferenza?

Sono moltissimi quelli che tolgono del tempo, energie psicofisiche, denaro a sé stessi e si dedicano al prossimo anche quello sconosciuto. Organizzazioni, associazioni, volontari laici e religiosi aiutano materialmente, emotivamente e spiritualmente altri. E’ molto ma l’impressione è che la società odierna sia permeata più dall’indifferenza che dalla solidarietà.

“Il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza”, recita una famosa frasetta citata spesso. In effetti l’indifferenza uccide… e questo non è solo un aforisma.

Roberto Guidotti

Foto tratta dal sito https://twitter.com/rainews/

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