giovedì, Marzo 28, 2024
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“I credenti non si facciano catturare dalle sirene progressiste”

Del "potere dei più buoni"

“I credenti non si facciano catturare dalle sirene progressiste”

Riceviamo e pubblichiamo.

“C’è tutto uno strano e discutibile “dizionario” di parole alquanto nuove benché già presenti nei dizionari dei decenni scorsi. Sono “nuove” nel senso che sono state caricate di significati salvifici ad alta valenza ideologica “progressista” e compaiono nei dibattiti, sui giornali, nei tweet e nei post di coloro che pensano di se stessi di saper interpretare correttamente il momento storico che stiamo vivendo. Queste parole sono come un marchio di garanzia “democratica” e indicano che chi le pronuncia si trova dalla “parte giusta” della storia, così che, per opposizione, coloro che le scansano oppure ne contestano alcune teorie vengono bollati come retrogradi, fascisti, sovranisti, nazionalisti, pericolosi destrorsi, insomma quanto di peggio ci sia oggi in circolazione (ovviamente, secondo il punto di vista “progressista”).

Prendiamo ad esempio la parola INCLUSIONE spesso messa in rapporto diretto con l’altro termine di ACCOGLIENZA; oppure il concetto di DIRITTI CIVILI, e ancora la SOSTENIBILITA’, oppure ancora RESILIENZA senza dimenticare AMBIENTALISMO e neppure il termine COMPASSIONE che tra i “dem” anglosassoni sembra avere sostituito il concetto di misericordia.

Ebbene, questi termini costituiscono l’ossatura della nuova ideologia globalista e riempiono i discorsi e i documenti (ufficiali) delle agenzie internazionali dell’ONU, come i proclami dell’Unione Europea, oppure dei diversi centri studi finanziati dagli “oligarchi” occidentali stile Soros che assieme al World Economic Forum (WEF) di fatto da parecchi anni stanno dettando l’agenda dei paesi occidentali e stanno altresì cercando di influenzare e penetrare nei paesi in via di sviluppo di Asia, Africa e America Latina per trasformarli  in un’unica grande nazione globale dove tutti parleranno come piace al WEF: cioè di inclusione, resilienza, sostenibilità e soprattutto …. di diritti civili!

E’ evidente che questo nuovo linguaggio (si fa per dire, perché in realtà sono una serie di slogan triti e piuttosto vuoti) viene veicolato con grande lena dai grandi sistemi mediatici internazionali e riprodotto nazione per nazione dalle TV e dalla carta stampata nazionale. Basta vedere quanto questo avvenga da noi in Italia ormai da oltre un decennio e come siano schierati su quel fronte quasi tutti i “giornaloni” e gli editori multimediali, ad eccezione di pochissime case editrici alternative.

Quello che vorremmo chiederci qui è se questo apparato comunicativo molto articolato possa essere utilizzato come una “clava” durante queste elezioni anticipate per strappare, condizionare, orientare e governare il voto cattolico.

Perché ci limitiamo ai cattolici? Per un motivo molto semplice: in quanto fino a due-tre decenni fa i credenti in Italia costituivano l’ossatura materiale e morale del paese e, di là da qualche scelta politica dissonante, in realtà condividevano una visione del mondo unitaria, robusta e ancorata ai valori millenari tipici del cristianesimo: la FAMIGLIA fondata sul matrimonio, la LIBERTA’ D’IMPRESA come baluardo di una economia dignitosa e creativa, il confronto dialettico delle idee senza pretesa alcuna di dominio e di discriminazione nei confronti di chiunque. Il punto nevralgico di tale pensiero cristiano era che la società è il naturale sviluppo complesso dell’uomo che cresce numericamente sulla terra, la domina e ne trae le fonti della sua sussistenza senza mettere in dubbio la LEGGE DIVINA che ha fissato i “paletti” del fare e del non-fare: in sostanza i COMANDAMENTI da un lato e la LEGGE DELL’AMORE evangelica dell’altro.

L’apparato valoriale cristiano ha innervato nei secoli il pensiero occidentale e – guarda un po’! – ultimamente qualche minoranza rumorosa e molto determinata ha iniziato a minacciarlo e ad attaccarlo apertamente. Prendiamo l’ABORTO o le DROGHE LIBERE, o ancora i DIRITTI LGBT e avanti con l’EUTANASIA, la MATERNITA’ SURROGATA e di nuovo le TEORIE GENDER e il correlato “diritto” a cambiare sesso (come fosse un gioco, taglio il pene e mi faccio installare al suo posto una vagina!).

Tutti questi presunti “diritti”, a ben guardarli, altro non sono che il tentativo diretto ed esplicito di mettere sotto processo la creazione divina, così come Dio la ha disegnata. Chi contesta e pretende la possibilità – ad esempio – di cambiare sesso sin da piccoli (nell’adolescenza!) di fatto è come se dicesse: caro Dio, tu ci hai creato così, maschi e femmine, ma a noi non piace e pertanto ci prendiamo la libertà di mandarti a quel paese e facciamo da noi. Con qualche pillola giusta e un ritocchino chirurgico ecco che Mario diventa Maria e viceversa. Fosse così semplice, sarebbe una magia o un prodigio creativo senza precedenti! Ma purtroppo non lo è e gli esiti spesso sono delle persone rovinate nel corpo e nella mente per sempre, senza possibilità di tornare indietro.

Concludiamo quindi questa riflessione circa i CREDENTI e il VOTO POLITICO rivolgendoci a coloro che pensano che la creazione vada bene così come è e ancora a coloro che ritengono che le nazioni abbiano un senso storico e non sia giusto distruggerle favorendo una immigrazione incontrollata che crea ingovernabilità e tensioni sociali senza precedenti. Oppure ancora a coloro che pensano che la famiglia sia quella fatta da un uomo e una donna, come Dio ha voluto. Ebbene, tutti costoro dovranno stare bene attenti a non dare il voto a chi parla di DIRITTI CIVILI oppure di ACCOGLIENZA oppure di INCLUSIONE!

In realtà questi gruppi politici potrebbero avere una visione distorta e distopica della natura e della società e pretenderebbero di cambiarle a loro piacimento. Fingono di rispettare la religione ma in realtà odiano Dio e tutti coloro che invece lo cercano e lo amano.

Si può concludere con un appello: credenti (cattolici) italiani, aprite gli occhi e votate chi non è contro Dio! Perché se votate male sarete (anche involontariamente) complici di uno sfacelo della società mentre si pretende di essere dalla parte del progresso! Un progresso al rovescio, per il quale a pagare sarebbero in ogni caso i più poveri e i più deboli”.

Il Credente

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