martedì, Aprile 16, 2024
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Il lupo di Gubbio secondo il Capitolo XXI dei Fioretti di San Francesco

il lupo

Il lupo di Gubbio secondo il Capitolo XXI dei Fioretti di San Francesco – Il capitolo XXI dei Fioretti di San Francesco (scritti in ‘volgare’, probabilmente dal frate Giovanni da Marignoli nella seconda metà del Trecento basandosi sugli Actus beati Francisci et sociorium eius, scritti in latino dal frate Ugolino da Montegiorgio tra il 1327 ed il 1337) narra l’incontro di San Francesco a Gubbio, probabilmente nella primavera 1206, con un lupo “grandissimo, terribile e feroce il quale non solamente divorava gli animali, ma eziandio gli uomini” e che terrorizzava gli abitanti, che non uscivano più dalla città dato che nessuno, pur armato, era riuscito ad ucciderlo.

Francesco decise di uscire da Gubbio e di andare incontro al lupo, benché gli abitanti della città glielo avessero sconsigliato, dopo aver fatto il segno della “santissima Croce”, insieme con i suoi compagni, i quali però, impauriti, si fermarono vicino alla città, lasciando che egli proseguisse da solo.
Intanto molti cittadini seguivano da lontano quello che Francesco stava facendo. Videro il lupo che andava “incontro a san Francesco colla bocca aperta”. Mentre si avvicinava, Francesco (giunto -secondo la leggenda- vicino alla piccola chiesa della Vittorina, ancora esistente in via della Vittorina, all’angolo con via Pierluigi da Palestrina), gli fece “il segno della santissima Croce”, lo chiamò e gli disse: «Vieni qui, frate lupo; io ti comando dalla parte di Cristo che tu non facci male né a me, né a persona». Subito, il lupo chiuse la bocca, smise di correre, si avvicinò “mansuetamente, come un agnello” a Francesco sdraiandosi ai suoi piedi. Allora Francesco gli disse: «Frate lupo, tu fai molti danni in queste parti ed hai fatti grandi maleficii, guastando e uccidendo le creature di Dio…non solamente hai uccise e divorate le bestie, ma hai avuto ardire d’uccidere gli uomini…la gente grida e mormora di te e tutta questa terra t’è nemica. Ma io voglio, frate lupo, far la pace fra te e costoro; sicché tu non gli offenda più ed eglino ti perdonino ogni passata offesa e né li uomini né li cani ti perseguitino più».

Dopo che Francesco ebbe così parlato, il lupo “con atti di corpo e di coda e di occhi e con inchinare di capo”, mostrò di accettare quello che egli aveva detto. Allora Francesco gli disse: «Frate lupo, io ti prometto che io ti farò dare le spese continuamente, mentre che tu viverai, dagli uomini di questa terra, sicché tu non patirai più fame; imperciocché io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male. Ma…voglio, frate lupo, che tu mi imprometta che tu non nocerai mai a nessuna persona umana, né ad animale». Il lupo, chinando il capo fece un chiaro segno di promessa.
Francesco allora gli disse: «Frate lupo, io voglio che tu mi facci fede di questa promessa, acciocch’io me ne possa bene fidare». Distese quindi la sua mano verso il lupo, che alzò la sua zampa e la pose sulla mano di Francesco, che allora gli disse: «Frate lupo, io ti comando nel nome di Gesù Cristo che tu venga ora meco … e andiamo a fermare questa pace al nome di Dio». Francesco si incamminò per ritornare in città ed il lupo lo seguiva come un agnello mansueto.
Gli abitanti di Gubbio, che avevano visto quanto era accaduto, si meravigliarono moltissimo. Subito, la notizia si diffuse in città e tutti gli abitanti andarono nella piazza per vedere Francesco con il lupo.
Il Santo fece una predica alla popolazione, invitando tutti a fare penitenza per i loro peccati in modo che Dio li avrebbe liberati non solo dal lupo ma anche dal fuoco dell’Inferno. Poi disse agli abitanti: «Udite, fratelli miei: frate lupo…m’ha promesso…di far pace con voi e di non offendervi mai in cosa nessuna; e voi gli promettete di dargli ogni dì le cose necessarie; ed io v’entro mallevadore per lui, che ’l patto della pace egli osserverà fermamente». Dato che Francesco si era fatto garante della bontà del lupo, tutti i cittadini di Gubbio promisero di nutrirlo. Allora Francesco disse al lupo: «E tu, frate lupo, prometti d’osservare il patto della pace, che tu non offenda né gli uomini, né gli animali, né nessuna creatura?». Il lupo si inginocchiò e chinò il capo, dimostrando «con atti mansueti di corpo, di coda e d’orecchi», di volere mantenere fede al  “patto della pace”. Allora Francesco gli disse: «Frate lupo, io voglio che come tu mi desti fede di questa promessa fuori della porta, così dinanzi a tutto il popolo mi dia fede della tua promessa e che tu non mi ingannerai della mia promessa e malleveria, ch’io ho fatta per te». Il lupo alzò la sua zampa e la pose sulla mano di Francesco. Vedendo questa scena, tutti gli abitanti incominciarono a lodare ed a benedire Dio, che aveva mandato a Gubbio Francesco, che li aveva liberati dal lupo crudele.
Il lupo visse due anni a Gubbio come un animale domestico, entrando anche nelle case, senza fare male ad alcuna persona, e senza che nessuno lo facesse a lui. Fu nutrito con affetto dalla popolazione ed anche nessun cane gli abbaiò contro. Dopo due anni, il lupo morì di vecchiaia ed i cittadini di Gubbio ne furono molto rattristati.

 IL LUPO ERA UN BRIGANTE ?


Per secoli si è creduto che San Francesco avesse ammansito veramente un lupo crudele, ed anche antropofago (mangiatore di uomini), che terrorizzava la popolazione di Gubbio. A sostegno di questa ipotesi, vicino alla chiesa di San Francesco della Pace, in via Savelli Della Porta, dove secondo la leggenda morì il lupo, fu trovata nel 1873 una piccola tomba, chiusa con una lastra di pietra, contenente lo scheletro di un animale, che il veterinario Antonio Spinaci, affermò che trattarsi di un canide. Per gli studiosi Protestanti, invece, la storia del lupo è una ‘pia leggenda’, senza alcun fondamento storico.
Più realistica appare invece l’ipotesi, accreditata dagli studi più recenti, secondo la quale il lupo sarebbe stato un crudele brigante, che terrorizzava gli abitanti di Gubbio, rapinando tutti quelli che entravano o uscivano dalla città o imponendo una forte tassazione sulle merci in arrivo o in partenza, e punendo con ferocia chiunque osava ribellarsi alle sue pretese.
Francesco dunque convinse questo brigante a “fare pace” con gli abitanti di Gubbio, ottenendo di essere da loro nutrito in cambio della rinuncia alle sue angherie. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che Francesco svolgeva spesso l’attività di mediazione e di pacificazione tra due o più parti che erano in lite o avevano una controversia (dopo di lui molti Francescani hanno continuato a svolgere questa attività).
In merito alla natura del lupo c’è anche una ipotesi, fantasiosa, secondo la quale il lupo era un licantropo, o un lupo mannaro, cioè un uomo affetto da lycomania, una rarissima sindrome psichiatrica in base alla quale la persona assume un atteggiamento ed un comportamento da lupo, in occasione di alcune particolari circostanze, come i pleniluni (le notti con luna piena).

 Prof. Giogio Giannini

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