mercoledì, Maggio 15, 2024
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Il Maceratese ricorda gli anni di esilio e dolore: il giorno del ricordo

il maceratese

Il Maceratese ricorda gli anni di esilio e dolore: il giorno del ricordo. Cerimonie oggi e domani nel capoluogo, Recanati, Appignano, San Severino Marche dove con il sindaco Rosa Piermattei questa mattina e’ intervenuto il rappresentante della comunita’ istriana. Corone d’alloro ma pure e sopratutto momenti di riflessione e studio su un’atroce vicenda

di Maurizio Verdenelli

Istriani, giuliani, dalmati ora marchigiani, maceratesi senza dimenticare quella tragedia che porto’ ad una terra con una doppia amministrazione che vide il 10 febbraio di 76 anni fa la maggior parte dell’Istria alla Jugoslavia e la divisione in due di Gorizia;  il forzoso esilio in altre aree piu’ accoglienti e meno ostili per dimenticare una ferita sempre aperta nella storia della propria famiglia, e perfino l’orrore delle foibe. Nel Maceratese, cerimonie oggi e domani nel capoluogo, Recanati, Appignano, San Severino Marche dove con il sindaco Rosa Piermattei questa mattina e’ intervenuto il rappresentante della comunita’ istriana. Corone d’alloro ma pure e sopratutto momenti di riflessione e studio su un’atroce vicenda per molto tempo apparsa come ‘secretata’ bella memoria e sensibilita’ del Paese con studenti e popolazione insieme a scrittori, docenti universitari, storici, l’Istituto storico sulla Resistenza e l’Eta’ contemporanea ed Anpi -da segnalare in proposito l’approfondita analisi del presidente civitanovese Francesco Peroni.

Benvenuti con don Giuseppe Branchesi

Un testimone di quegli anni di esilio e dolore e’ un grandissimo campione dello sport, amato sin dalle Olimpiadi di Roma nel ’60 dove colse sul ring il primo trionfo prima di diventare campione del mondo in due categorie (medi welters e medi). Nino Benvenuti e’ di ‘casa’ nelle Marche e nel Maceratese non solo per essere amico dei campioni della boxe nati in questa regione (l’elpidiense Federico Scarponi, la ‘promessa’ Alessandro Riga) e del sarnanese Remo Grassetti, gia’ vicecampione europeo di Karate e ct della nazionale mondiale ai cui anniversari sportivi e’ tradizionalmente ospite d’onore. Lo e’ sopratutto per aver preparato a Porto Recanati le vittorie piu’ grandi. Parliamo della ‘mitica’ palestra entrata nella Storia della boxe azzurra, ‘culla’ dei pugili che allenati da Steve Klaus fecero incetta di medaglie olimpiche a Roma 60. Con Benvenuti e De Piccoli (entrambi oro), Lopopolo, Bossi e Zamparini tra gli altri. Sette anni dopo in quella palestra nel centro portorecanatese, Nino – che aveva cara la vicina Fermo pure per un fidanzamento, ci rivelo’ ad un evento organizzato in citta’ da Grassetti presente l’ex campione Rocky Mattioli- volle tornare per preparare l’ incontro clou della sua ineguagliabile carriera. Quello con Emile Griffith per la corona mondiale dei pesi medi a New York, assistito all’angolo dal massaggiatore Nazareno Rocchetti da Cingoli.

Remo Grassetti con Nino Benvenuti

Tuttavia dell’amaro passato del giovane Benvenuti da Isola d’Istria, del campione piu’ invidiato dello sport italiano, nessuno quasi sapeva. Una storia venuta fuori per caso, pronubo don Giuseppe Branchesi. Il compianto parroco treiese di S.Maria in Selva (deceduto 3 anni or sono per covid) presidente dell’associazione culturale ‘I Polentari d’Italia’ promuovendo un bel libro-documento su questa nobile tradizione non solo gastronomica del Paese, m’incarico’ di intervistare Benvenuti del quale conosceva (pel mio tramite) il gusto giovanile per il popolare piatto.

Ed un 31 dicembre di alcuni anni fa, guidando con a fianco la moglie Nadia Bertorello alla volta di Cannes per festeggiare il capodanno, Nino mi racconto’  –  sorprendendosi finanche con se stesso, ricordo- la vicenda tenuta perlopiu’ riservata che tanto l’avrebbe segnato. “Mio padre e suo fratello avevano lavorato tutta una vita. Lavoro durissimo, in mare: ma il pescato unito alla classica buona polenta istriana aveva assicurato a tutti in quegli anni resi poi terribili dalla guerra, una dignitosa sopravvivenza.

Nino Benvenuti con Rosanna e il giornalista Maurizio Verdenelli a Recanati

E a noi, dopo tanti sacrifici, una casa nuova ed accogliente. Dalla quale i titini ci avevano buttati fuori appena qualche mese dopo, con la suddivisione dell’Istria in due zone e il passaggio di Isola all’ amministrazione jugoslava. Ricordo ancora il nostro trasferimento a Trieste. Uno dei momenti piu’ duri della mia vita. Poi una luce nuova, inaspettata: l’incontro in palestra con Duilio Loi (amico di Macerata di cui fu piu’ volte ospite per i tanti estimatori in citta’ e i praticanti della boxe ndr). Il grande Loi m’insegno’ tutto di uno sport che amavo sin da bambino quando ad Isola d’Istria realizzavo il mio ‘sacco da boxe’ rudimentale riempiendolo con le foglie delle pannocchie di grano utilizzato da mio padre per la polenta, naturalmente!”.

Nella foto di copertina: la cerimonia di San Severino Marche

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