martedì, Maggio 14, 2024
Home > Anticipazioni TV > Anticipazioni per il Grande Teatro di Courteline in TV dell’11 aprile alle 15.40 su Rai 5: “Il tribunale”

Anticipazioni per il Grande Teatro di Courteline in TV dell’11 aprile alle 15.40 su Rai 5: “Il tribunale”

il tribunale

Anticipazioni per il Grande Teatro di Georges Courteline in TV dell’11 aprile alle 15.40 su Rai 5: “Il tribunale” – Per il Grande Teatro di Georges Courteline, in TV oggi pomeriggio martedì 11 aprile alle 15.40 andrà in onda su Rai 5 la commedia “Il tribunale” nella versione diretta da Giancarlo Cobelli ed andata in onda sulla Rai nel febbraio 1977.

Gli interpreti dell’opera sono Carmen Scarpoitta, Massimo Belli, Lidia Biondi e Tito Schirinzi.

Nelle aule di un tribunale francese si alternano udienze del tutto surreali che hanno come imputati e testimoni individui provenienti da tutti i ceti sociali: burocrazia e ingiustizia sembrano trionfare.

Ne Il Tribunale Georges Courteline (che firmava le sue opere teatrali solo con il cognome) fa un affresco affascinante ed acuto della Parigi ai tempi della Belle Epoque – l’epoca in cui viveva lo scrittore – con tutte le iniiquità, i vizi e le contraddizioni di una società ingiusta e piegata a privilegi e favoritismi tipici di chi dispone di posizioni di potere.

Proprio un esempio di queste paradossi viene rappresentato nella commedia di Courteline che si svolge nell aule di un tribunale parigino alla fine del 19mo secolo, fra faccendieri, millantatori, azzeccagarbugli e vittime del sistema giudiziario.

Georges Courtelinepseudonimo di Georges Victor Marcel Moineau[1] (Tours25 giugno 1858 – Parigi25 giugno 1929), è stato un poetascrittore e drammaturgo francese, nonché accademico di Francia (Goncourt).

Fu un autore dalla spiccata vena umoristica (a lui si devono decine di folgoranti aforismi del tipo di quello sopra riportato) e i suoi lavori di drammaturgo e romanziere sono quasi sempre caratterizzati da una forte vena satirica, spesso esilaranti, comunque beffardi verso le incongruenze notate frequentando l’élite altoborghese parigina del tempo.

«Passer pour un idiot aux yeux d’un imbécile est une volupté de fin gourmet.»«Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo buongustaio.»
(Georges Courteline)

Figlio dello scrittore Jules Moineau (conosciuto con lo pseudonimo di Désiré Moinaux), poco dopo la nascita assieme alla famiglia si trasferì dalla natia Indre e Loira a Parigi.

Durante il periodo della Comune, all’età di tredici anni, fu mandato a studiare al Collège de Meaux, dove si diplomò nel 1876. Successivamente servì nell’esercito francese dopo un periodo di servizio civile.

Appassionato di letteratura, si avvicinò inizialmente alla poesia pubblicando i suoi primi lavori su riviste letterarie e giornali quotidiani. Dopo le prime esperienze conobbe André Antoine, fondatore del Théâtre Libre, che lo incoraggiò a scrivere per il teatro. Nel 1890 prese casa nel XII arrondissement, iniziando a scrivere sotto il nome d’arte di Courteline i suoi primi testi messi in scena nei teatri di Montmartre.

Nel 1899 gli fu assegnata la Legion d’onore (poi nominato Ufficiale nel 1912 e Commendatore nel 1921), e quasi trent’anni dopo, nel 1926, entrò a far parte dell’Académie Goncourt.

Tre anni dopo, nel 1929, morì nel giorno del suo settantunesimo compleanno. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Père-Lachaise. La via in cui nacque, a Tours (originariamente rue de Lariche) è stata reintitolata al suo nome.

La città di Parigi gli ha intitolato una stazione della linea 6 della metropolitana.

Courteline fece dei dialoghi l’arma vincente per disegnare i caratteri che andava definendo nelle sue prose. Dalla sua penna uscirono in tal modo, evidenziati dall’aspetto comico, contraddizioni, timori e tremori dei rappresentanti di specifiche classi sociali: il magistrato, il sottufficiale, il funzionario di polizia, il borghese, l’avaro, tutti di una mediocrità rara e imprescindibile dal contesto in cui sono osservati. Immersi in una realtà che abbandona il quotidiano per entrare nel migliore teatro dell’assurdo.

Sotto questo aspetto, soggetti preferiti della sua satira non potevano che essere la vita militare (Les gaietés de l’escadron del 1886, censurata dalla direzione delle Belle Arti, e Lidoire del 1891) e la burocrazia statale, i cui guasti – conosciuti quando era funzionario al Ministero della cultura (occupazione che tenne per quattordici anni) – vennero spesso descritti minuziosamente in molti dei suoi libelli (in special modo in Messieurs les ronds-de-Cuir, del 1893).

D’ambiente giudiziario sono invece i lavori teatrali Un client sérieux (1896) e Les balances (1901).

Alcuni fra i suoi lavori più maturi ed esilaranti – come ad esempio La peur des coups (1894), Monsieur Badin (1897) e La paix chez-soi (1903) – centrati sugli inconvenienti della vita di coppia – non ebbero altra pretesa che divertire i suoi numerosi lettori ma, grazie allo stile impareggiabile, risultarono – quale specchio di un’epoca – fra le opere più apprezzabili della sua produzione.

Foto interna ed esterna: https://www.youtube.com/watch?v=o4uQhXkJrL4