lunedì, Giugno 10, 2024
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Dall’Abbazia di Farfa al Monte San Martino, riprendono le visite

abbazia di farfa

Dall’Abbazia di Farfa al Monte San Martino, riprendono le visite – Torniamo al 1999. Era il mese di aprile. L’Abbazia apriva le porte alla mostra “𝗘𝗿𝗲𝗺𝗶𝘁𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗮 𝗙𝗮𝗿𝗳𝗮: 𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗲 𝗲 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮. 𝗣𝗲𝗿 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼-𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗲𝗿𝗲𝗺𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗦. 𝗠𝗮𝗿𝘁𝗶𝗻𝗼 𝗶𝗻 𝗦𝗮𝗯𝗶𝗻𝗮” che durò circa cinque mesi e che vide una massiccia affluenza di visitatori.

Una curiosità quella per il Monte S. Martino soprastante l’Abbazia farfense che interessa da sempre diverse tipologie di turisti: storici, archeologi, guide turistiche, sportivi, fedeli e sono ancora tanti!

Non solo perché è immersa nell’incontaminata vegetazione della feconda terra sabina, ma anche perché è profondamente legata alla storia dell’Abbazia. Lo stesso 𝗜𝗹𝗱𝗲𝗳𝗼𝗻𝘀𝗼 𝗦𝗰𝗵𝘂𝘀𝘁𝗲r, ancora 22enne e futuro arcivescovo di Milano, in un articolo del 1902, spiegava la sua visita all’eremo di S. Martino sul Monte Acuziano di cui fece le foto che documentano importanti affreschi, oggi non più conservati in situ.

Era convinto che proprio qui vi fosse la testimonianza delle origini del monastero di Farfa affidate ad un’antica tradizione per la quale il romitorio dell’Acuziano sarebbe stato fondato dal monaco Lorenzo proveniente dalla Siria fra il IV e il VI sec. Costui, eletto a capo della diocesi sabina avrebbe successivamente rifiutato l’incarico di vescovo per dedicarsi completamente all’eretismo ma non prima di aver vinto la battaglia contro un drago che minacciava la popolazione locale.

La dott.ssa 𝗟𝘂𝗰𝗵𝗶𝗻𝗮 𝗕𝗿𝗮𝗻𝗰𝗶𝗮𝗻𝗶, da sempre impegnata nella ricerca storica e archeologia del monte S. Martino, scrive che esiste un particolare sito che conserva alcune significative caratteristiche delle origini: “l’oratorio di S. Martino con complesso eremitico annesso costituisce il nucleo pologenetico dei romitori sul monte. La struttura più antica comprende la cripta sottostante la chiesa dedicata al monaco di Tours e scavata nella viva roccia, in un ambiente già in uso almeno dall’epoca romana” (“𝘌𝘳𝘦𝘮𝘪𝘵𝘪𝘴𝘮𝘰 𝘢 𝘍𝘢𝘳𝘧𝘢: 𝘰𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘦 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢” p. 46).

C’è da dire che nonostante i diversi siti abbiano risentito dell’usura del tempo ma anche dei furti di importanti graffiti, gli eremi soprastanti l’abbazia farfense rimangono un tesoro da scoprire come spiegato da 𝗖𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗼 𝗣𝗶𝗰𝗰𝗶𝗼𝗻𝗻𝗲 ideatore e curatore della mostra:

“Dopo la mostra, coordinata e organizzata anche da don 𝗠𝗮𝘀𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗟𝗮𝗽𝗽𝗼𝗻𝗶 𝗼.𝘀.𝗯., 𝗩𝗮𝗹𝗲𝗿𝗶𝗼 𝗠𝗲𝗿𝗹𝗼, 𝗣𝗮𝘁𝗿𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗟𝗼𝗺𝗯𝗮𝗿𝗱𝗼𝘇𝘇𝗶 e 𝗟𝘂𝗰𝗵𝗶𝗻𝗮 𝗕𝗿𝗮𝗻𝗰𝗶𝗮𝗻𝗶 (curatrice scientifica); è nato il libro con l’obiettivo di valorizzare gli eremi presenti sul monte S. Martino e con esso anche l’esperienza monastica di eremitismo che si affianca al cenobitismo presente nell’ Abbazia farfense. Una tradizione antica, con una serie di eremi distribuiti all’interno del bosco e in cima al monte, finita intorno al 1700 con i monaci francescani. Nell’eremo più antico, quello di S. Martino, c’erano degli affreschi di grande importanza tra le cui immagini ricordiamo quella di Evagrio pontico, considerata tra le più antiche della Sabina ma rubata forse intorno agli anni Settanta. Fortunatamente negli anni Venti lo Schuster fece delle foto da cui oggi possiamo attingere e che troviamo nel suo libro “L’Imperiale Abbazia di Farfa”. Ma c’è davvero tanto da scoprire grazie alle ricerche degli studiosi!”

Da quella prima mostra si appurò quanto fosse interessante per i partecipanti capire la storia attraverso i pannelli esposti per poi intraprendere il cammino fino alla cima del Monte S. Martino, fino a ciò che rimaneva di quella storia.

Un percorso davvero suggestivo che ha ripreso il via con una guida specializzata e formata che saprà accompagnare la scoperta tra natura, arte e storia!

Per chi fosse interessato ad approfondire le conoscenze, consigliamo l’opuscolo “𝘌𝘳𝘦𝘮𝘪𝘵𝘪𝘴𝘮𝘰 𝘢 𝘍𝘢𝘳𝘧𝘢: 𝘰𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘦 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢. 𝘗𝘦𝘳 𝘶𝘯𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘳𝘤𝘩𝘦𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘰-𝘢𝘮𝘣𝘪𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘦𝘳𝘦𝘮𝘪𝘵𝘪𝘤𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘔𝘰𝘯𝘵𝘦 𝘚. 𝘔𝘢𝘳𝘵𝘪𝘯𝘰 𝘪𝘯 𝘚𝘢𝘣𝘪𝘯𝘢” conservato nella Biblioteca statale farfense.

𝗣𝗲𝗿 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼𝗿𝗶 𝗶𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 sulle 𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗲 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮𝘁𝗲:

Tel. 0765 277065 (centralino) – 338 6077654

Foto di Paolo GENOVESI

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