domenica, Aprile 28, 2024
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Morta la psichiatra aggredita: una tragedia annunciata

grave lutto

Morta la psichiatra aggredita: una tragedia annunciata – “Oggi è un giorno di lutto per tutti noi operatori della Salute Mentale. Barbara Capovani, medico, psichiatra, 55 anni, moglie e madre di 3 figli, è morta sotto i colpi di spranga di un paziente. Ogni giovane, che decide di diventare medico, lo fa con l ‘ideale di poter curare, fare del bene, acquisire quel bagaglio di conoscenze utili a rendere la vita dei propri pazienti, più dignitosa. Non a caso impegna gli anni più belli e spensierati della gioventù, per portare a termine la lunghissima formazione universitaria, 10 – 11 anni, dove si studia anche Natale, Pasqua e Ferragosto. Poi ti dicono, nel parcheggio del ospedale quando un uomo grande e grosso ti colpisce alle spalle con una spranga di ferro, che questo SSN è in discesa libera, che le risorse per la legge 180 non ci sono mai state, che lo stipendio di un medico costa troppo, che molte delle scelte dirigenziali dentro le aziende sanitarie vengono assunte da altro personale che di psichiatria non sa nulla…..

Non voglio onorificenze da morta, pretendo per me come medico e per il rispetto della sofferenza dei miei assistiti, una dignità”.

Questa è solo una delle reazioni seguite alla triste notizia della morte di Barbara Capovani, psichiatra massacrata da un suo ex paziente. “Si è conclusa alle 23.40 la procedura di accertamento di morte con criteri neurologici – viene riportato -. Come già preannunciato nel precedente bollettino medico, si procederà alla donazione degli organi così come da volontà espressa in vita dalla Dr.ssa Capovani, condivisa dai familiari e autorizzata dal magistrato” della procura di Pisa. Un uomo di 35 anni, Gianluca Paul Seung, italiano, è in stato di fermo dalla notte scorsa. Dalle indagini è emerso che l’uomo “nutriva forti rancori nei confronti della dottoressa, che lo aveva avuto in cura in quell’anno, elementi che trovano conferma nell’analisi dei social media dell’indagato”.

“C’è da chiedersi il perché – si legge in un post pubblicato su Facebook da un amico della psichiatra scomparsa – di una simile tragedia: è un terreno spinoso, la psichiatria, disciplina cui hai dedicato la vita in cui capita (più che in altre discipline) che il paziente non abbia coscienza della propria malattia e del proprio stato. Ci sono gli strumenti per agire in simili situazioni? Dove finisce la libertà del paziente di rinunciare alle cure quando inizia la pericolosità sociale? Le implicazioni sono complesse: garantire le migliori cure al paziente ma anche la sicurezza di chi gli sta intorno. L’omicidio commesso da un paziente con gravi problemi psichiatrici (che, va detto ne decretano anche la difficile punibilità) è quasi sempre la punta di un iceberg, preceduto da aggressività mal controllate da più parti denunciate, notifiche alla magistratura della pericolosità sociale che sfociano in divieti di avvicinamento e piccole condanne. Sono strumenti sufficienti, o servono strutture e misure più efficaci?

Anche senza una risposta, oggi dobbiamo porci queste domande. Le dobbiamo a chi come te oggi paga con la vita e le dobbiamo alla società che senza perdere umanità ed inclusività per i pazienti problematici deve avere gli strumenti per arginare la pericolosità sociale. E’ nell’interesse di tutti, ed una riflessione trasversale è indispensabile”.

“Non siamo in grado di difenderci dalle violenze e non possiamo non lanciare un allarme che riguarda la nostra sicurezza, di medici e operatori, nei dipartimenti di psichiatria e in generale nelle strutture ospedaliere”, dicono in una nota la presidente della Società Italiana di Psichiatria, Emi Bondi, direttore del dipartimento di Salute mentale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e la presidente eletta della Sip, Liliana Dell’Osso, direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa.

L’aggressione della psichiatra Capovani è solo l’episodio più recente degli ultimi due mesi, dopo quelli avvenuti a Lodi e a Chioggia. “Ogni giorno riceviamo decine di segnalazioni di fatti minori, ma non per questo meno importanti. Non si tratta di episodi isolati, ma più che quotidiani, quasi orari. La psichiatria, secondo i dati Anaao-Assomed è la branca della medicina più colpita da questi episodi (il 34%), seguita dai pronto soccorso (20%)”, osservano i due psichiatri. “

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