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“Gestazione per altri”: avere un figlio è un “diritto” o un “dono”?

Gestazione per altri

“Gestazione per altri”: avere un figlio è un “diritto” o un “dono”? – Partiamo da un concetto base.

“Appartiene al genere Homo di cui è l’unica specie vivente della famiglia degli ominidi e all’ordine dei primati” questo è l’Homo Sapiens, cioè noi esseri umani. L’Homo Sapiens è un mammifero. Niente di più, niente di diverso.

Io, “cittadino semplice”, mi pongo alcuni quesiti in ordine alla procreazione e, più in generale, sul “avere un figlio”. Avere un figlio è un “diritto” o un “dono”?

Altrettanto mi chiedo se un figlio è un “prodotto” o una “creatura”. Queste le domande a cui io, “cittadino semplice”, sento il desiderio di dare la mia risposta. Partiamo da una posizione laica e seguiamo il pensiero di Darwin.

Secondo Darwin “l’evoluzione della specie avviene come risultato di caso e necessità. Nella specie si hanno della mutazioni naturali casuali (piccoli errori nella riproduzione) e l’ambiente salva quelli adatti e elimina gli altri, principalmente attraverso la lotta per la vita”.

“Lotta per la vita” così dice Darwin, da laico. “Poter procreare” o “non poter procreare”, da questo punto di vista scientifico, è un elemento di tutela della evoluzione della specie.

Noi Homo Sapiens dovremmo sempre ricordarci che siamo dei “mammiferi”, conseguentemente procreiamo attraverso l’unione sessuale di un maschio con una femmina, esattamente come tutti gli altri mammiferi. In quanto tale è una parte del creato, ergo è una “creatura”. Non un “prodotto”.

Questo è il primo elemento che, almeno io “cittadino semplice”, ho assai chiaro. Da questo deduco che la procreazione di una creatura di Homo Sapiens richiede un atto sessuale, non di amore, ma sessuale si.

Atto che può portare ad una procreazione o può non avere conseguenze in tale direzione.

Questo richiama Darwin e la sua posizione scientifica. Non credo sia necessario, ma ai giorni d’oggi, allorquando si cammina per mari così tempestosi come quello del “diritto ad avere un figlio”, è assai più intelligente specificarlo, questo ragionamento si occupa in primis di coloro che, coppie eterosessuali, desiderano procreare, reputo questo verbo assai più consono che usare “avere”, un figlio ma non vi riescono.

Ergo, sempre laicamente e darwianamente, la “procreazione di un figlio” è un “dono” per coloro che lo cercano e desiderano attraverso un atto naturale quale quello sessuale. È un “dono” non un “diritto”.

Noi “cittadini semplici” e Homo Sapiens continuiamo a migliorare la nostra specie, ricordiamocelo siamo mammiferi, attraverso questo semplice percorso di selezione naturale. 

Contemporaneamente siamo, tutti noi “cittadini semplici” o “potenti”, nella possibilità di utilizzare quanto la scienza ha scoperto.

Fra queste scoperte vi sono gli strumenti di assistenza alla procreazione.

In ordine a questo vi sono elementi etici che possono essere letti ed analizzati da diversi punti di vista, per esempio quello laico oppure di un credente. Cristiani, ebrei e mussulmani danno letture etiche disomogenee sulla procreazione e su quando il feto diviene Homo Sapiens.

I loro punti di vista etici mi affascinano e mi aiutano a crescere nella mia conoscenza, ma ragionando sui comportamenti che, sempre da “cittadino semplice”, auspico dal mio Stato, rimango su una posizione laica, conseguentemente rimango su Darwin.

A questo punto, fatte salve alcune eccezioni che derivano da casi limite o da cambiamenti nel tempo dei comportamenti e delle inclinazioni sessuali dei singoli, in termini generali, Darwin, almeno secondo un umile “cittadino semplice” come me, ci delinea la rotta delle norme in ordine alla procreazione assistita e, per vicinanza del tema, all’adozione.

La sempre richiamata “tutela dei bambini”, almeno questa volta, cerchiamo di metterla al centro per davvero ricordandoci che la loro venuta al mondo è un “dono” e non un “diritto di qualche adulto che lo desidera”, qualsiasi sia il suo sesso e la sua inclinazione sessuale.

La “gestazione per altri” supera Darwin e, nel farlo, non tiene conto di come l’Homo Sapiens si è rafforzato di generazione in generazione.

In pratica lo rende più debole ….. e solo per egoismo.

Ignoto Uno

Foto di Christian Abella da Pixabay

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