giovedì, Maggio 16, 2024
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Berlusconi e Macerata: il ricordo

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Berlusconi e Macerata: il ricordo. Ci fu un momento che Berlusconi, negli anni 80, fu ad un passo dall’acquisire la gestione dello Sferisterio di Macerata. Con i buoni uffici del Psi, Davide Calise e Carlo Perucci furono ricevuti agli inizi degli anni ’80 ad Arcore. Ricordava Calise

di Maurizio Verdenelli

Nell’aprile del ’95 – erano tempi di grandi rivolgimenti politici – la venuta  a Macerata di Silvio Berlusconi (capo del Governo fino al 17 gennaio di quell’anno) venne accolta con non malcelato fastidio dal grande fronte costituito da pezzi dell’ex Dc e dalla Sinistra che tutt’assieme era andato a sostituire la Vandea Bianca. Due anni prima era diventato sindaco della citta’ il prof. Gian Mario Maulo, cristianissimo ma con lo sguardo (e quello della ‘sua’ Citta’ dell’Uomo) rivolto a sinistra.

Al ballottaggio aveva sconfitto il prof. Hermas Evio Ercoli alla guida di una formazione di centro/centrodestra. Il preside Ercoli, che dichiaratamente aveva tra i suoi modelli ‘di battaglia’ Richard Nixon, aveva rapidamente riorganizzato il proprio seguito allorche’ Maurizio Bertucci, coordinatore marchigiano di Forza Italia gli aveva mostrato un foglietto (dello stesso Berlusconi) che indicava due candidati: Ermanno Pupo alla Regione e lo stesso Ercoli alla Provincia di Macerata. Dove per la prima volta si sarebbe votato direttamente il Presidente. “Il che faceva di Macerata (e Napoli) di questo voto un autentico laboratorio in Italia dove tutto era politicamente in divenire” ricorda il Professore. Che alla testa della coalizione FI-AN-CCD-Lega era di nuovo sceso in campo.

“Tuttavia fu sciolta durante il periodo che precedette il ballottaggio a seguito del buon risultato del primo turno e in extremis la presenza di Berlusconi. Anche la presenza stessa di FI alla competizione amministrativa era stata in forse: un’incognita che il mio buon comportamento al ballottaggio del ’93 con Maulo rendeva meno ardua” ricorda ancora Ercoli, fronteggiato dal ‘campione’ della Sinistra, il preside Sauro Pigliapoco. Terzo incomodo, l’erede legittimo della Dc con le insegne del Partito Popolare, Antonio Pettinari. Tonino era assessore uscente con Acquaroli, Zucconi (entrambi socialisti), Cruciani (Pri), Giorgi(Dc) e Lucerna (Psdi) dell’ultimo esecutivo a guida democristiana nella persona del compianto Luigi Sileoni, il piu’ giovane dei ‘cavalli di razza’ che avevano governato il capoluogo dal Dopoguerra fino alla primavera del 95.

In questo terremotato contesto politico, Berlusconi si era calato personalmente sulla scena maceratese, al centro del ‘cambiamento’ post Dc, il partito che qui eleggeva il terzo senatore piu’ ‘sicuro’ d’Italia. “C’era un’attesa messianica intorno a Berlusconi, Macerata si era riversata in piazza. Tre ore prima del suo comizio, alle ore 18 di quel 26 aprile (se non erro) avevamo tentato di fargli vedere palazzo Ricci. Era sceso all’hotel Claudiani. Una donna l’aveva insultato, e lui era stato risalire nella sua camera per sicurezza. Poi era sceso in strada. Applaudito dalla gente che l’aveva riconosciuto, dopo aver percorso la piazza ed imboccato il corso era dovuto tornare indietro” ricorda l’allora candidato presidente alla Provincia. Che oggi rivela: “C’erano tre piani per collocare il suo atteso intervento. A) Villa Potenza; B) cineteatro Italia; C) piazza Vittorio Veneto”.

Quel giorno di primavera calda lo ricordo bene. Piazza Cesare Battisti era occupata dai mezzi ‘satellitari’ Mediaset: tecnologia che sembrava di un altro pianeta  Si disse che lo staff di Mediaset avrebbe voluto un comizio pubblico in piazza Cesare Battisti, gia’ impegnata dai repubblicani. Circolo’ la voce secondo cui sarebbe stata tentata in extremis di avere piazza Battisti (adiacente al Claudiani) attraverso una mediazione. Che prevedeva la promessa di una diretta su Rete4 per la contemporanea iniziativa promossa da Graziano Pambianchi (leader Pri) che tuttavia rifiuto’ di lasciare la piazza prenotata. “Non confermo, so soltanto che la coalizione del mio competitor era preoccupata per un tale arrivo e naturalmente cerco’ di occupare gli spazi del centro storico” dichiara Hermas.  Il summit del centrodestra si svolse dunque come da programma all’Italia con grande concorso di folla.

Al centro del tavolo, sul palco, Silvio Berlusconi. Al suo fianco, con Ercoli, il leader di An, l’on. Giulio Conti che aveva fatto parte fino a pochi mesi prima del primo governo Berlusconi come viceministro della Sanita’. Berlusconi parlo’ per un’ora e mezzo, e si allontano’ dall’Italia dall’ingresso posteriore per imboccare in senso contrario via Crescimbeni a bordo di una mercedes grigia, con a fianco la fidata assistente Marinella e lo stesso Ercoli e la scorta a bordo di altre auto. In piazza Vittorio Veneto parlo’ ancora per pochi minuti. Elogiando Macerata e i maceratesi. “C’era come un fremito popolare attorno a lui, il suo carisma aveva fatto grande presa: il capoluogo che snobba tutti era in amore per Silvio” ricorda ancora Ercoli. Poi a cena a Villa Quiete. Parlo’ quasi sempre lui. Il suo pasto: un po’ di prosciutto. Ancora Ercoli: “Era preparatissimo. Di me conosceva praticamente tutto. Considerava eroico il mio passaggio dal Pci al centrodestra, alla sua sponda. Macerata fu certo tappa fondamentale del nuovo percorso di FI  incerto fino ad allora se adottare completamente il modello americano dei club”.

 Come ando’ il ballottaggio? Pigluapico vinse con il 52% (47% al primo turno) battendo Ercoli e Pettinari apparentati che in precedenza aveva registrato rispettivamente il 36% e il 17%. “Una sconfitta decretata sopratutto dalla bassa affluenza e da notizie di stampa, ma fu grande la soddisfazione per aver vinto almeno a Macerata” dice Ercoli.

In ogni caso il nuovo percorso di FI all’interno dei comuni e delle enti territoriali segno’ la nomina dei coordinatori regionali. Vice di Bertucci, il maceratese trapiantato a Pesaro, dottor Pietro Pistelli. “Ad Arcore sono stato una decina di volte. Sempre molto esigente nel lavoro, non c’era neppure tempo per mangiare. Ma poi a Natale e a Pasqua si faceva perdonare con oggetti di oreficeria by Eleuteri” dice Pistelli. “Una persona squisita, un grande uomo” ricorda la signora Pistelli, la dirigente Rosalia Francesca per molti anni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

E ci fu un momento che Berlusconi, negli anni 80, fu ad un passo dall’acquisire la gestione dello Sferisterio di Macerata. Con i buoni uffici del Psi, Davide Calise e Carlo Perucci furono ricevuti agli inizi degli anni ’80 ad Arcore. Ricordava Calise, il sovrintendente: “Appena seppe che si trattava di lirica, chiuse subito la …trattativa. Tuttavia fu molto gentile, restammo ancora a lungo in quella grande sala piena di schermi tv (da tutto il mondo) con Berlusconi a parlarci, preparatissimo, dei protagonisti dei palcoscenici internazionali”.

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